Liliana Segre su Gaza: “Mi oppongo alla parola genocidio, è troppo carica di odio e viene usata per vendetta”

  • Postato il 2 agosto 2025
  • Politica
  • Di Blitz
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In un’intervista rilasciata a Repubblica, la senatrice a vita Liliana Segre esprime con fermezza la sua posizione sull’uso del termine “genocidio” per descrivere quanto sta accadendo nella Striscia di Gaza. Le sue parole si inseriscono in un dibattito acceso, sollevato dallo scrittore israeliano David Grossman, che ha recentemente affermato di ritenere appropriato l’utilizzo del termine in riferimento all’offensiva israeliana.

Segre, sopravvissuta alla Shoah e da sempre voce autorevole sul tema della memoria e della responsabilità storica, si discosta da questa visione in modo netto: “Mi sono sempre opposta e continuo a oppormi a un uso del termine genocidio che non ha nulla di analitico, ma ha molto di vendicativo”, dichiara.

Per la senatrice, parlare di genocidio in relazione alla guerra in corso significherebbe distorcere profondamente il senso storico del termine, e con esso la memoria delle vittime del nazismo. A suo parere, tale uso “è uno scrollarsi di dosso la responsabilità storica dell’Europa, inventando una sorta di contrappasso senza senso, un ribaltare sulle vittime del nazismo le colpe dell’Israele di oggi dipinto come nuovo nazismo”.

Un’affermazione che sottolinea il rischio di un cortocircuito storico e morale, dove l’orrore della Shoah viene paradossalmente impiegato come strumento di giudizio contro le azioni dell’Israele contemporaneo, in un ribaltamento che Segre considera inaccettabile.

Antisemitismo, coloni e la soluzione dei due Stati

David Grossman, nella sua analisi, ha parlato di un “sentimento di inevitabilità” nell’utilizzare la parola genocidio per Gaza, denunciando con amarezza i crimini commessi da parte di alcuni settori della società e del governo israeliano. “È un ammonimento giusto, quando si arriva ad affamare una popolazione, per quanto le responsabilità siano condivise con Hamas, il rischio di arrivare all’indicibile esiste. Ed è veramente straziante per me vedere Israele sprofondato in un simile abominio”, ha dichiarato.

Grossman punta il dito anche contro alcuni ministri del governo Netanyahu, definiti fanatici, e contro i coloni che si rendono protagonisti di violenze in Cisgiordania: “Con alcuni ministri fanatici che, con gli occhi fuori dalle orbite, gridano propositi di virulenta disumanità, oppure con gruppi di coloni che compiono vergognose azioni squadristiche ai danni di palestinesi inermi in Cisgiordania”.

Ma le conseguenze non si limitano alla sola regione mediorientale. Si assiste a un ritorno, in varie parti del mondo, di un diffuso sentimento antisemita, che molti attribuiscono proprio alla condotta del governo israeliano. Su questo punto, Liliana Segre è categorica: “Israele non è né l’erede né il rappresentante degli ebrei europei vittime della Shoah: non deve usare quello scudo per giustificare qualunque suo eccesso, ma non deve neanche essere usato come pretesto per tornare ad odiare il popolo ebraico e perfino le vittime di 80 anni fa”.

Infine, la senatrice si dice favorevole alla creazione di uno Stato palestinese, condividendo la posizione di Grossman e appoggiando la proposta del presidente francese Macron: “Anche sullo Stato palestinese sono d’accordo con Grossman. Sono sempre stata a favore di “Due popoli, due Stati”. Le condizioni indicate dal presidente Macron sono lungimiranti e, se attuate, garantirebbero una convivenza pacifica dei due Stati uno accanto all’altro, non uno al posto dell’altro”.

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Autore
Blitz

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