L’India attacca il Pakistan. Islamabad risponde: «ci saranno ritorsioni»

  • Postato il 7 maggio 2025
  • Di Panorama
  • 2 Visualizzazioni

Altissima tensione in Asia meridionale. Questa notte le forze armate indiane hanno condotto strike aerei contro obiettivi situati nel Kashmir e nel Punjab, all’interno del Pakistan. Il conteggio provvisorio parla di 26 civili uccisi e 46 feriti. Il ministro degli Interni indiano, Amit Shah, ha dichiarato su X che l’attacco, denominato Operazione Sindoor, «è la risposta dell’India alla brutale uccisione di civili innocenti a Pahalgam, il governo è determinato a dare una risposta adeguata a qualsiasi attacco all’India e al suo popolo. L’India rimane fermamente impegnata a sradicare il terrorismo dalle sue radici».

Fra gli obiettivi colpiti, secondo la Bbc, ci sarebbe una moschea legata all’organizzazione terroristica Jaish-e Mohammad, tanto che il suo capo, Masoud Azhar, ha dichiarato in una nota che nell’attacco indiano sono stati uccisi anche 10 membri della sua famiglia e quattro suoi stretti collaboratori.

L’attacco di questa notte è quindi la risposta indiana all’attentato terroristico consumatosi lo scorso 22 aprile, probabilmente compiuto da un gruppo di terroristi islamici kashmiri legati al Pakistan. In seguito all’attentato l’India aveva già denunciato il Trattato sulle acque dell’Indo, che regolava la gestione del flusso delle acque del suddetto fiume e dei suoi affluenti. Può sembrare cosa da poco, ma per il Pakistan l’Indo e i suoi affluenti rappresentano un asset vitale per l’economia e per la quasi totalità della popolazione pakistana (circa 235 milioni di persone).

La risposta di Islamabad (la capitale pakistana) è stata pressoché immediata. Il Primo ministro Shehbaz Sherif ha dichiarato su X: «Il nemico ha lanciato attacchi codardi su cinque località nel Pakistan, questo atroce atto di aggressione non rimarrà impunito. Il Pakistan si riserva il diritto assoluto di rispondere con decisione a questo attacco indiano immotivato: una risposta risoluta è già in corso».

Qualche ora dopo, un portavoce dell’ufficio stampa militare pakistano (Ispr), sentito dalla Reuters, ha dichiarato: «Finora, posso confermare che cinque aerei indiani, tra cui tre Rafale, un Su-30 e un MiG-29, sono stati abbattuti. E anche un drone è stato abbattuto». Aggiungendo che tutti gli aerei di Nuova Delhi stavano sparando dallo spazio aereo indiano utilizzando armi a lungo raggio.

Al momento non sono giunte comunicazioni ufficiali dall’India riguardo alle eventuali perdite subite, ma i media indiani parlano di tre aerei dell’Indian Air Force abbattuti. Il fatto sembrerebbe almeno parzialmente confermato dai numerosi video di rottami di aerei registrati nelle regioni del Kashmir e del Punjab indiano.

La risposta di Islamabad si è fatta sentire anche lungo il confine conteso nella regione del Kashmir, dove le truppe del suo esercito, stanziate lungo la “Linea di Controllo”, hanno aperto fuoco d’artiglieria per diverse ore, causando la morte di 10 civili indiani nella parte di Kashmir controllato da Nuova Delhi.

In mattinata si è riunito il Consiglio di Sicurezza Nazionale pakistano, presieduto dal Primo ministro, al termine del quale lo steso Sharif ha dichiarato: «In conformità con l’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, il Pakistan si riserva il diritto di rispondere, per autodifesa, in tempi, luoghi e modi di sua scelta per vendicare la perdita di vite innocenti pakistane e la palese violazione della sua sovranità. Le Forze Armate del Pakistan sono state debitamente autorizzate a intraprendere azioni corrispondenti a questo proposito». In altre parole, anche il Pakistan attaccherà l’India.

Interpellato proprio mentre l’attacco indiano era in corso, il Presidente americano Donald Trump ha definito «vergognosa» l’escalation in atto fra i due Paesi dell’Asia meridionale, qualche ora dopo, in una nota rilasciata dalla Casa Bianca, Il segretario di Stato americano Marco Rubio ha esortato India e Pakistan a «disinnescare» la situazione di crisi in atto tra i due paesi.

Un invito alla moderazione che è stato presto rilanciato anche dalla Cina, molto vicina diplomaticamente e politicamente al Pakistan. Il portavoce del ministero degli Esteri di Pechino ha esortato le parti a mostrare «moderazione», esprimendo «rammarico per l’azione militare dell’India». Una velata critica che si spiega con le mai del tutto sopite tensioni geopolitiche fra Nuova Delhi e Pechino, soprattutto per quanto riguardo le dispute di confine proprio nella regione del Kashmir.

Autore
Panorama

Potrebbero anche piacerti