L'inflazione mensile in Argentina scende sotto il 2 per cento. È la prima volta dal 2020
- Postato il 13 giugno 2025
- Di Il Foglio
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L'inflazione mensile in Argentina scende sotto il 2 per cento. È la prima volta dal 2020
Il tasso di inflazione mensile in Argentina è sceso sotto il 2 per cento per la prima volta in cinque anni. Secondo i dati di ieri dell'agenzia di statistica nazionale Indec, a maggio i prezzi al consumo sono saliti dell' 1,5 per cento rispetto al 2,8 del mese precedente: un dato che non si vedeva da maggio 2020, quando gran parte dell’ l'economia (argentina e mondiale) era paralizzata dai lockdown causati dalla pandemia. “Prendere appunti e archiviare i risultati”, ha scritto il presidente Javier Milei su X, attraverso cui da ieri non fa che rilanciare la notizia, complimentandosi calorosamente con Luis Caputo: “Il miglior ministro dell'economia nella storia argentina. Viva la libertad carajo”.
Il dato di maggio appare decisamente ridotto se confrontato al 25,5 per cento del dicembre del 2023, quando Milei è entrato in carica proponendo un programma di libero mercato estremo a suon di motosega. L'inflazione annua è ancora del 43,5 per cento, una delle più alte al mondo. Tuttavia, il risultato rafforza le possibilità di Milei alle elezioni di mid term del 26 ottobre, quando gli elettori sceglieranno circa la metà dei seggi della Camera dei deputati e un terzo dei seggi del Senato.
Alla base della strategia dell'economista argentino ci sono ampie misure di austerità e deregolamentazione, che nel gennaio 2024 hanno portato il paese al surplus di bilancio per la prima volta dopo 16 anni. Contestualmente, la motosega di Milei ha portato alla chiusura di ministeri e agenzie statali, con il taglio di oltre 30 mila dipendenti pubblici, la sospensione delle opere pubbliche per un anno, la riduzione dei sussidi per l’energia e i trasporti, il taglio dei trasferimenti discrezionali alle province, una riforma dei programmi di spesa sociale, e infine l'aumento di alcune tasse.
L’Argentina è uno dei maggiori debitori del fondo monetario internazionale, che ad aprile ha approvato un finanziamento da 20 miliardi di dollari su quattro anni per consentire al paese di saldare una parte del debito. “Il programma delle autorità, sostenuto dal Fmi, mira a consolidare gli straordinari risultati iniziali ottenuti grazie ai recenti sforzi politici – si legge nel comunicato dell'agenzia – affrontando al contempo le vulnerabilità macroeconomiche residue dell'Argentina”.
A ottobre dell'anno scorso, l'Fmi prevedeva per il paese una crescita del prodotto interno lordo del 5 per cento nel 2025. Eppure, sottolinea il Financial Times, diversi economisti avvertono che la crescita sia a un punto di stallo negli ultimi mesi, con produttività e investimenti che rimangono deboli. La partita argentina è ancora tutta da giocare, ma il presidente Milei sta guadagnando terreno.
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