L’intelligenza artificiale si fa a misura di studente: il progetto Book in Progress AI

  • Postato il 17 luglio 2025
  • Scuola
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Un’intelligenza artificiale a misura di studente. Per farlo, una rete di docenti e un archivio di contenuti selezionati. Il progetto Book in Progress AI parte dall’Istituto di istruzione superiore Ettore Majorana di Brindisi, ma sarà disponibile per tutte le scuole in open source. “Il nostro software inverte il paradigma di utilizzo delle IA: non è il ragazzo a fare domande, è la stessa applicazione ad adattarsi agli stili di apprendimento dello studente”, spiega a Ilfattoquotidiano.it Salvatore Giuliano, dirigente dell’istituto e fondatore della rete Book in Progress, che conta cinquanta scuole in tutto il territorio italiano.

Il software si basa su una banca dati realizzata dagli stessi docenti. Per questo non ci sono problemi di fonti, di rispetto della privacy e di bias, a differenza dei comuni chatbot. L’idea? Offrire una totale personalizzazione della didattica. Con l’obiettivo a lungo termine di combattere la dispersione scolastica: “Promuove il successo formativo e intercetta i bisogni degli studenti, a cui offre anche dei feedback”. Senza però mai sostituirsi al docente: “È sempre il professore a seguire il lavoro e a condurre il processo di valutazione”. Aiutato, però, dalla piattaforma multimediale, che permette di includere al meglio anche i ragazzi con bisogni educativi speciali o con disturbi specifici dell’apprendimento.

I contenuti, creati dagli insegnanti e indicizzati dal sistema, vengono infatti proposti in modo differente a seconda dello studente. “Un alunno con uno stile cognitivo visivo, per esempio, riceverà materiali diversi rispetto a un ragazzo o una ragazza con uno stile più analitico”, spiega Giuliano, tornato a guidare il Majorana dopo essere stato sottosegretario all’Istruzione nel governo Conte I in quota M5s. “Si creano percorsi personalizzati, con mappe concettuali e materiale audio-visivo”. Il docente, inoltre, può vedere l’andamento complessivo della classe, e regolare di conseguenza la propria programmazione didattica.

Proprio i docenti possono contribuire alla crescita dell’archivio, e proporre l’adozione dello strumento nella propria scuola. “Basta un server dal costo di pochi euro per studente. Il progetto, invece, è gratuito. Già a settembre verrà utilizzato dalle scuole della rete”. Per ora il software ha a disposizione i volumi multimediali realizzati dagli insegnanti di Book in Progress, “ma è modificabile da tutti, perché con la revisione alla pari viene garantita l’affidabilità”. Il tutto agevolando anche lo scambio e la cooperazione tra i docenti: “È un’idea partita dal basso, pensata e sviluppata proprio dagli educatori”.

Giuliano fa parte anche di School+, un gruppo di ricerca sull’uso delle IA nelle scuole dell’area Ocse. Nata a Parigi nel 2023, la rete di ricercatori studia vantaggi e limiti dell’utilizzo delle intelligenze generative in ambito didattico: “Sono strumenti, non vanno né demonizzati, né idealizzati, ma saputi sfruttare. Il sistema di Book in Progress Ai, in questo, è unico”. Anche perché ai ragazzi viene lasciato l’accesso solo alle prove e ai contenuti personalizzati, non al chatbot.

E così l’intelligenza artificiale può entrare in classe. A patto che si sappia come utilizzarla. Il progetto è stato presentato a Brindisi la seconda settimana di luglio, e in uno degli eventi è intervenuto anche il professor Pier Cesare Rivoltella. Pedagogista e direttore del centro di ricerca sull’educazione ai media, Rivoltella nel 2025 ha curato, insieme all’associazione italiana dirigenti autonomi e liberi, proprio una sperimentazione sull’integrazione delle IA nella didattica. Con l’idea, condivisa dallo stesso Giuliano, che ci sia bisogno di una presa di responsabilità da parte del mondo dell’istruzione.

Del resto l’81% degli studenti, secondo l’ultimo report GoStudent, già usa l’IA, ma solo il 28 impara a farlo a scuola. E solo un docente della scuola pubblica su 4 viene formato per insegnarne un utilizzo corretto e responsabile. Ma tra i doveri costituzionali della scuola c’è anche l’apertura al presente: “Superare la tecnofobia è fondamentale. La tecnologia è negativa solo se utilizzata male o se si lascia che i ragazzi conoscano soltanto chatbot non pensati specificatamente per la didattica”. Per questo Book in Progress Ai nasce per i docenti grazie ai docenti. E cerca di adattarsi a ogni studente.

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Il Fatto Quotidiano

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