L’invasione cinese dell’auto: Dongfeng sbarca in Italia e sfida l’Europa

  • Postato il 5 ottobre 2025
  • Di Panorama
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C’è un numero che racconta tutto: 116 aziende cinesi, il più grande contingente straniero nella storia del salone automobilistico Iaa Mobility, hanno invaso Monaco di Baviera, presentando veicoli elettrici e ibridi in grado di ridefinire l’equilibrio globale del settore.

A sottolinearlo non solo le cifre (un +40% di imprese cinesi presenti rispetto all’anno passato, il 9% di quota di mercato in Europa, vendite di ibride cresciute di nove volte in dodici mesi), ma la sensazione, palpabile tra gli stand, di una nuova egemonia che si staglia all’orizzonte.

L’arrivo di Dongfeng in Italia

Ma quello che fino ad ora gli italiani hanno visto è stato un semplice assaggio. […] Adesso però le cose stanno cambiando perché sul nostro mercato ha esordito Dongfeng, gruppo che offre una raffica di modelli (15 compresi varianti) da far invidia a Stellantis: elettrici, benzina, ibridi, plug-in, extended range.

La società, di proprietà statale, è emblema della strategia di Pechino per consolidare la propria influenza. Al Salone Auto Torino (26-28 settembre), Dongfeng Motor Italia ha mostrato i suoi tre marchi principali: Dongfeng, Voyah e MHero.

I modelli e la strategia

In anteprima europea sono stati presentati tre modelli:

  • Vigo, Suv elettrico compatto (163 CV, batteria Catl, autonomia 471 km)
  • Mage L7, Suv medio plug-in per il cuore del mercato europeo
  • MHero 817, fuoristrada hi-tech che affianca l’apprezzato MHero 1

Ma la gamma comprende anche la city car Box, con prezzi da 19.900 euro (incentivi fino a 11mila euro), e Suv poco sopra i 30mila.

Una rete già radicata

La rete commerciale è composta da circa 50 punti vendita in Italia e sarà estesa a 160 concessionarie in Europa. Entro il 2025 è previsto anche uno showroom nell’area di Cinisello Balsamo, alle porte di Milano.

La forza industriale

Dongfeng dispone di 42 fabbriche in Cina e all’estero e produce auto, camion, autobus e veicoli speciali. Nel 2024 ha venduto 2,5 milioni di veicoli in oltre 100 Paesi. Nel 2025 ha raggiunto il 65º posto nella Fortune Global 500 con un fatturato di 93,3 miliardi di dollari.

Europa sotto pressione

Il Vecchio continente resta competitivo con capitale umano, R&S, filiere di componenti uniche e il prestigio del made in Europe. Ma le criticità sono evidenti: produzione continentale in calo del 24% dal 2017 (Italia -54%), margini operativi ai minimi e domanda interna fiacca.

La partita di Monaco

A Monaco i grandi gruppi – Volkswagen, Bmw, Renault, Audi – hanno mostrato innovazioni importanti, ma anche limiti. Il rischio è che l’Europa diventi solo un «mercato di sbocco» per la tecnologia cinese. La vera sfida non è nel cambiare nomi ai modelli, ma nel costruire una strategia coordinata: investimenti mirati in R&S, rilancio della produzione locale, tutela del know-how, infrastrutture e fiscalità moderne, alleanze industriali e apertura alla creatività. Solo così la partita dell’automotive non sarà ricordata come la resa europea, ma come un possibile punto di svolta verso la rinascita della manifattura del continente.

Autore
Panorama

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