L'inversione Giro-Vuelta non piace agli organizzatori. Eppure nel mondo del ciclismo in tanti la vorrebbero

  • Postato il 28 novembre 2025
  • Di Virgilio.it
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Ai diretti interessati la cosa non è piaciuta. “Non la prendiamo nemmeno in considerazione. Già, ma dell’ipotesi di invertire Giro e Vuelta nel calendario se ne continuerà a parlare ancora per molto, perché il sasso lanciato nello stagno da Tadej Pogacar è di quelli che non sono certo passati inosservati. “Ascoltiamo il parere di tutti, a maggior ragione di un ciclista come Pogacar, ma poi siamo anche quelli che devono fare i conti con la realtà e capire che certe cose non possono essere tradotte dalle parole ai fatti”, ha spiegato Javier Guillen, organizzatore per conto di ASO della Vuelta.

Il Giro “stritolato” tra classiche e Tour resta a guardare

Paolo Bellino, per conto di RCS, aveva già detto la sua: Non è pensabile spostare il Giro in una collocazione temporale diversa da maggio, perché andrebbe contro la sua storia”. Ma il Giro negli ultimi anni ha perso molto del suo appeal proprio per via di una collocazione nel calendario annuale che finisce per penalizzarlo sotto molteplici aspetti.

Primo, proprio per un fatto di inserimento temporale: stritolato ormai tra la stagione delle classiche e quella che precede il Tour, la cosa rosa è divenuta una sorta di “ripiego” per quei corridori che in Francia non andranno per niente, o nel caso lo farebbero solo come gregari (scordatevi il Pogacar del 2024: lì c’era un piano ben definito, ma è stata l’eccezione che ha confermato la regola).

E poi perché a maggio spesso e volentieri risulta problematico (per non dire impossibile) salire sulle vette alpine o dolomitiche, col maltempo che la fa da padrone e molte tappe accorciate o “deturpate” delle scalate più attese. A fine agosto questo problema non si porrebbe, e per questo in molti spingono per lo spostamento dopo il Tour. “Ma anche in Spagna a maggio può esserci brutto tempo, ha subito replicato Guillen, mettendo le mani avanti.

Perché nessuno ha compreso le ragioni di Pogacar

Quando 30 anni fa si presentò l’opportunità di cambiare abitudini (la Vuelta si correva ad aprile, appena prima del Giro), in Spagna compresero che spostarsi in avanti di 5 mesi avrebbe offerto loro l’opportunità di aprirsi un mondo. Se oggi la Vuelta è il secondo GT per importanza (a livello di parterre ormai il sorpasso è stato certificato) è proprio in virtù di quella decisione coraggiosa, ma necessaria.

Chiaro che correre in Spagna a maggio non sarebbe poi così diverso che farlo a inizio settembre, mentre in Italia cambierebbero tanti fattori (meteo su tutti). Per questo i corridori spingono per questa soluzione, che di per sé non significherebbe automaticamente riportare il Giro ai fasti di un tempo, ma certamente lo renderebbe più “praticabile” con minori rischi legati a tagli di tappa e quindi maggiore sicurezza.

Quello che Pogacar intendeva dire quando parlava di opportunità per invertire le corse nel calendario era proprio questo: correrle in condizioni migliori. È quello che fa la gente “matura” e intelligente: cerca soluzioni che possano migliorare le situazioni contingenti. La chiusura totale di RCS e ASO però dimostra che ci sono anche interessi che vanno oltre, e naturalmente (e principalmente) di natura economica.

La “rotazione” lanciata da Nibali e il problema del calendario

Vincenzo Nibali nei giorni scorsi ha lanciato un’altra proposta, forse più complicata ma non meno meritevole di attenzione: alternare e ruotare tutti e tre i grandi giri nel calendario annuale. “Credo però che questa sia meno buona soprattutto per i tifosi”, ha aggiunti Guillen, “perché hanno bisogno di sapere con precisione quando si corrono determinate gare. La sequenza Giro, Tour e Vuelta così come è oggi va bene, non ha senso modificare il programma”.

Il problema di fondo però è sempre lo stesso: un calendario ingolfato di gare, che adesso comincia a gennaio in Australia (e prosegue in Medio Oriente a febbraio) e che finisce addirittura in Estremo Oriente e ottobre inoltrato. E a forza di spremere i ciclisti, poi non ci si può aspettare che corrano tutte le corse più importanti.

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Virgilio.it

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