L'ira di Tusk: "Mai così vicini a una guerra dal 1945"
- Postato il 10 settembre 2025
- Estero
- Di Agi.it
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L'ira di Tusk: "Mai così vicini a una guerra dal 1945"
AGI - Un risveglio difficilissimo per la Polonia, un campanello d'allarme che è risuonato forte e chiaro su tutta l'Europa. Il passaggio e l'abbattimento di droni russi sul territorio polacco ha ricordato - ancora una volta - al Vecchio Continente e al mondo intero quanto Mosca sia vicina e quanto il suo raggio d'azione pericolosamente lungo. Per il 68enne premier Donald Tusk non ci sono dubbi: "Questa situazione ci avvicina più che mai a un conflitto aperto dalla seconda guerra mondiale", ha scandito davanti al parlamento.
Vicino e non dentro, e questo il premier polacco ha tenuto a chiarirlo: "Oggi non c'è motivo di affermare che siamo in uno stato di guerra".
Tusk ha riunito d'emergenza all'alba i vertici della difesa e il presidente Karol Nawrocki, da cui lo divide la politica ma con cui ha risposto compattamente a quella che considera un'aggressione pianificata e voluta, poco prima che la presidente della commissione europea, Ursula von der Leyen, come ogni anno tracciasse a Strasburgo lo stato e il futuro dell'Ue.
La risposta della NATO e dell'UE
La reazione è dovuta essere giocoforza all'altezza della sfida e l'intera Nato, così come l'Ue, è scesa in campo per serrare i ranghi attorno a Varsavia e contro la Russia.
L'articolo 4 e il sostegno degli Stati Uniti
Il governo polacco ha invocato l'articolo 4 della Nato, che impegna gli alleati a consultarsi ed eventualmente ad agire insieme davanti a una minaccia a un membro dell'alleanza. E questa volta senza nessuna esitazione si sono schierati anche gli Stati Uniti.
"Siamo al fianco dei nostri alleati Nato di fronte a queste violazioni dello spazio aereo e difenderemo ogni centimetro del territorio della Nato", ha scritto su X l'ambasciatore alla Nato, Matthew G. Whitaker, facendo eco al segretario generale dell'Alleanza atlantica, Mark Rutte.
La reazione di Mosca
Lenta, lentissima, la reazione di Mosca che ci ha messo quasi mezza giornata a tentare di assicurare che non c'erano obbiettivi polacchi nel suo radar la notte scorsa, solo ucraini. Prima il Cremlino ha preso le distanze: "Non spetta a noi commentare, ma al ministero della Difesa", ha spiegato il portavoce Dmitri Peskov. Poi è uscito finalmente allo scoperto il ministero della Difesa per dire che i piani militari prevedevano bombardamenti su Ivano-Frankivsk, Khmelnytsky, Zhytomyr, nonché sulle città di Vinnytsia e Leopoli. Non sulla Polonia. Del resto, ha tenuto a sottolineare, "l'autonomia dei droni utilizzati, che avrebbero attraversato il confine con la Polonia, non supera i 700 km". Comunque il ministero "è pronto a tenere consultazioni con il ministero della Difesa polacco".
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