L’Italbasket batte la Spagna, è agli ottavi degli Europei e sogna: le pagelle degli azzurri
- Postato il 3 settembre 2025
- Sport
- Di Il Fatto Quotidiano
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Prima la falsa partenza (che ormai è la costante di questo Europeo), poi la risalita e la vittoria in volata. Già certa di una qualificazione agli ottavi di finale ancora prima di scendere in campo grazie alla vittoria della Georgia contro Cipro, l’Italbasket non si risparmia e batte anche la Spagna di Sergio Scariolo 67-63. In una serata in cui Simone Fontecchio e Nicolò Melli performano sotto la media, i protagonisti della rimonta giocano nella Virtus Bologna. Saliou Niang prima (che poi non rientra più nell’ultimo quarto causa infortunio) e Momo Diouf poi regalano il terzo successo consecutivo. Nel mezzo, la panchina – con Marco Spissu e Giampaolo Ricci – è ancora un fattore. E finalmente anche Gabriele Procida fa il suo esordio. È una Nazionale dai mille protagonisti e dal grande cuore. Con una qualificazione in più e l’ultima partita del girone da giocare contro il Cipro, il primo posto è un’opportunità ancora aperta.
Le pagelle di Italia-Spagna
Gallinari 6 – Mettersi a disposizione del gruppo. Fa il suo (benino) in campo, poi si accomoda in panchina e inizia a dare consigli a tutti i giovani. A uno a uno. Su tutti Diouf. E se il risultato è questo, Gallinari può continuare a parlare quanto vuole.
Melli 5 – Il suo voto come i falli commessi durante la partita. Difficile e indecifrabile: si prende un giorno di riposo, ma l’Italia vince lo stesso. Non era assolutamente scontato.
Fontecchio 6 – Contro la Bosnia era Re Mida, contro la Spagna il canestro è un puntino nero piccolo piccolo.
Thompson 5,5 – Limitato dai falli fin da subito, la sua gestione forzata è un dentro-fuori che non gli permette di entrare mai davvero in partita. Sicuramente un’occasione in più per imparare i dialetti (e non solo) della lingua italiana tra un aiuto in difesa mancato e una palla persa di troppo.
Ricci 7 – Non è il più atletico e nemmeno il più talentuoso, ma non lo sa e continua a segnare dalla sua mattonella dall’arco come se stesse tirando da sotto canestro. In scioltezza e con fiducia invidiabile. Specialista (a sorpresa) se ce n’è uno.
Spagnolo 5 – Entra due minuti, poi esce. Poi rientra e segna un canestro da tre punti di rara importanza e che gli può dare fiducia. Ma nel secondo tempo è anonimo. Troppo poco.
Procida 6,5 – Dopo 147 minuti in panchina Pozzecco lo butta nella mischia in un momento delicato del terzo quarto. Risultato? Primo tiro: tripla. Azione successiva: si butta per recuperare un pallone. Personalità.
Niang 8,5 – Se dovessimo scegliere una colonna sonora per i suoi highlights per il suo Europeo sarebbe “Salirò” di Daniele Silvestri. Segna, stoppa, prende qualsiasi rimbalzo. Sono 10 punti e 10 rimbalzi in 15’: definizione di giocatore totale. Poi, lo stop forzato per una brutta caduta. Tutti tifano per Saliou Niang, spagnoli compresi.
Spissu 7,5 – È il più basso, ma l’ultimo a mollare. Con lui in campo, il tiro libero è una sentenza. Da veterano, nel momento che conta, la mano non trema. Marco Spissu non ha paura di niente.
Diouf 8 – Miglior marcatore (14 punti) e premio di MVP alla fine della partita. L’Italia ha finalmente un centro e questa è una bellissima notizia. Piccole cose, ma tutte efficaci: Diouf è la scossa emotiva del secondo tempo azzurro: domina l’area, la difesa spagnola e si porta a casa i ferri della Limassol Arena.
Pajola 6 – Generoso (e impreciso) in attacco, commovente in difesa. Ogni squadra si meriterebbe uno come Alessandro Pajola. Ma ora gioca per l’Italia e Pozzecco se lo tiene stretto.
Akele n.e.
Ct Pozzecco 5.5 – La sua grinta e la sua passione valgono il 10 in pagella. I suoi limiti in partita, però, sono evidenti. Gestione rivedibile e fase offensiva mediocre sono la costante negativa di questo Europeo. A preoccupare è la lucidità nei momenti di difficoltà. Il timeout chiamato durante la partenza horror è questo: “Giochiamo…giochiamo…No allora, giochiamo…”. Insieme alla squadra, per poter sognare qualcosa di grande, dovrà crescere anche lui.
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