L’Italia dei farmaci: boom di psicofarmaci e anti-obesità, allarme antibiotici al Sud

  • Postato il 12 novembre 2025
  • Di Panorama
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L’Italia assume quasi due dosi di farmaci al giorno per abitante, spende di più (+2,8% nel 2024), ma non sempre li usa nel modo migliore. È la fotografia tracciata dal Rapporto OsMed 2024 dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), pubblicato ieri, che analizza l’uso dei medicinali nel nostro Paese.
Un quadro in chiaroscuro: da un lato la stabilità dei consumi complessivi, dall’altro la crescita di due categorie – psicofarmaci e farmaci anti-obesità – e un terzo elemento che continua a preoccupare: l’abuso di antibiotici, soprattutto nel Sud Italia. Secondo il Rapporto, ogni italiano nel 2024 ha assunto mediamente 1,9 dosi di farmaco al giorno, in linea con l’anno precedente. La spesa farmaceutica complessiva ha toccato 37 miliardi di euro, di cui 24,5 miliardi a carico del Servizio sanitario nazionale.
L’incremento maggiore si è registrato nella componente pubblica (+7,7%), segno che i farmaci innovativi e specialistici pesano sempre di più sui conti del SSN. La variabilità regionale resta ampia, così come la preferenza per i farmaci di marca rispetto ai generici, ancora poco utilizzati nel Mezzogiorno.

Psicofarmaci: un segnale che inquieta

Uno dei dati più discussi riguarda l’uso di psicofarmaci, soprattutto nei bambini e negli adolescenti.
Nel 2024 oltre 0,5% dei minori italiani ha ricevuto almeno una prescrizione di farmaci psichiatrici, quasi il doppio rispetto a otto anni fa. Le confezioni distribuite sono passate da 20 a 59 per 1.000 bambini, con un picco del 1,17% nella fascia 12–17 anni. «Questo aumento deve far riflettere: i disturbi psicologici in età evolutiva non possono essere affrontati solo con le terapie farmacologiche», ha sottolineato il presidente dell’AIFA, Robert Nisticò, presentando il rapporto. L’Italia resta comunque sotto i livelli di altri Paesi occidentali – in Francia la prevalenza è dell’1,6%, negli Stati Uniti supera il 20% – ma la crescita è significativa e chiama in causa la rete dei servizi di salute mentale. In generale, le benzodiazepine sono la categoria farmaceutica di classe C per la quale in Italia si spende di più: 371 milioni di euro nel solo 2024.
Gli esperti ricordano che le terapie psicologiche e psico-educative dovrebbero affiancare o precedere la prescrizione di psicofarmaci, non sostituirla.

Farmaci anti-obesità: la corsa al dimagrimento farmacologico

Altro capitolo emergente è quello dei farmaci per l’obesità e le malattie metaboliche.
Gli analoghi del GLP-1, nati come antidiabetici, sono oggi tra i medicinali più richiesti. La Semaglutide, in particolare, ha visto un aumento di quasi il 60% nei consumi e oltre il 58% nella spesa rispetto al 2023.
Il Rapporto segnala che «i nuovi antidiabetici, efficaci anche nella riduzione del peso corporeo, sono un’area di forte attenzione». La spesa pubblica per gli antidiabetici ha raggiunto 1,64 miliardi di euro, +13,2% rispetto all’anno precedente. Dietro questi numeri c’è il riflesso di un cambiamento culturale: l’obesità è riconosciuta come malattia cronica e trattata con strumenti sempre più sofisticati.

Antibiotici: il primato (negativo) del Sud

Se psicofarmaci e anti-obesità rappresentano le nuove frontiere, gli antibiotici restano il vecchio problema irrisolto.
L’Italia è tra i Paesi europei con i consumi più alti, e il Rapporto OsMed conferma che la situazione non migliora: circa il 40% degli italiani ha assunto almeno un antibiotico nel 2024, spesso senza necessità clinica reale.
La differenza territoriale è marcata: nelle regioni del Sud e delle Isole il consumo è fino al 50% superiore rispetto al Nord. In Calabria, Sicilia e Campania, la media supera 25 dosi al giorno per 1.000 abitanti, contro le 12–15 delle regioni settentrionali. Le cause, spiega l’AIFA, sono note ma difficili da correggere: prescrizioni inappropriateautomedicazionepressione dei pazienti sui medici e scarso rispetto dei protocolli antibiotici.
Un uso eccessivo di questi farmaci favorisce il fenomeno dell’antibiotico-resistenza, che l’OMS considera una delle maggiori minacce globali per la salute pubblica. «La sfida non è solo ridurre i consumi – si legge nel rapporto – ma migliorarne la qualità, favorendo la consapevolezza di medici e cittadini». In altre parole, gli antibiotici vanno usati meno, ma meglio.

Tra innovazione e sostenibilità

Il quadro complessivo che emerge dal Rapporto OsMed 2024 è quello di un Paese che consuma molti farmaci, ma con profonde disuguaglianze regionali e criticità di appropriatezza.
Da un lato la disponibilità di terapie sempre più avanzate, dall’altro la difficoltà di gestire la sostenibilità economica.
L’AIFA ribadisce tre priorità per il futuro: innanzitutto appropriatezza, cioè garantire che i farmaci siano prescritti solo quando servono, secondo linee guida aggiornate. E poi equità territoriale: ridurre il divario Nord-Sud, sia nei consumi che nella qualità della spesa. Infine, educazione sanitaria, quindi promuovere un uso consapevole dei medicinali, in particolare psicofarmaci e antibiotici.Il messaggio conclusivo è chiaro: l’Italia non ha un problema di quantità, ma di qualità nell’uso dei farmaci.
Serve più prevenzione, più monitoraggio e più informazione.
Gli psicofarmaci segnalano un disagio crescente, gli anti-obesità un nuovo paradigma terapeutico, gli antibiotici un vizio antico difficile da estirpare. Nel mezzo, un sistema sanitario che deve coniugare innovazione e sostenibilità, cura e prudenza.

Autore
Panorama

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