L’Italia spende come un anno fa, ma una famiglia su tre taglia sul cibo

  • Postato il 11 ottobre 2025
  • Di Panorama
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L’Italia non ha smesso di spendere, ma ha dovuto imparare a spendere meno. Nel 2024 le famiglie italiane hanno speso in media 2.755 euro al mese. Stessa cifra praticamente del 2023 quando gli euro erano 2.738. La fotografia scattata dall’Istat parla di un Paese che spende quanto un anno fa, ma rinunciano a qualcosa: una famiglia su tre (31,1%) ha ridotto la quantità o la qualità del cibo acquistato, segnale che il potere d’acquisto continua a erodersi nonostante la frenata dell’inflazione. Si amplia inoltre il divario Nord-Sud e i single pagano un prezzo più alto.

Spesa stabile in Italia nel 2024 ma potere d’acquisto in calo: una famiglia su tre taglia il cibo

Il rallentamento dei rincari alimentari (+2,5% contro il +10,2% del 2023) non è bastato a restituire respiro ai bilanci familiari. Molti italiani hanno continuato a “fare economia” sulla spesa quotidiana, scegliendo prodotti più economici o diminuendo gli acquisti di alcuni alimenti. Restano in crescita solo alcune voci, come oli e grassi (+11,7%) e frutta (+2,7%). Secondo il Codacons, il quadro delineato dall’Istat conferma che “gli italiani continuano a tagliare la spesa, anche sui beni primari”. Rispetto al 2019, infatti, la spesa media è salita solo del 7,6%, mentre i prezzi sono aumentati del 18,5%: in sostanza, si spende di più ma si compra meno. Sul fronte abitativo, affitti e mutui continuano a pesare fortemente. Il 18% delle famiglie vive in affitto con un canone medio di 423 euro al mese, che sale a 450 euro nel Nord e scende sotto i 400 nel Mezzogiorno. Chi ha un mutuo (il 19,5% delle famiglie proprietarie) paga in media 581 euro al mese, con punte di 618 euro nei centri metropolitani. La voce più sacrificata resta abbigliamento e calzature, tagliata dal 47,5% delle famiglie, con picchi superiori al 57% nel Sud. Rimangono invece stabili le spese per i consumi essenziali come sanità, carburanti e cura personale.

Nord ricco, Sud parsimonioso e single e famiglie benestanti più penalizzate dall’inflazione

L’Italia del 2024 è sempre più divisa in due. La spesa media mensile delle famiglie del Nord-est tocca i 3.032 euro, contro i 2.199 euro del Sud, una differenza del 37,9%. Le famiglie del Nord spendono di più in ristoranti, viaggi e cultura, mentre al Sud una fetta maggiore del bilancio è assorbita da alimentari e bollette. A livello regionale, i record di spesa spettano al Trentino-Alto Adige (3.584 euro) e alla Lombardia (3.162 euro), mentre Calabria (2.075 euro) e Puglia (2.000 euro) restano in fondo alla classifica. A Bolzano, una famiglia spende quasi il doppio rispetto a una pugliese: 3.990 euro contro 1.999. E chi vive nelle grandi città spende mediamente 2.999 euro al mese, contro i 2.638 euro dei piccoli comuni sotto i 50 mila abitanti. Pesa anche la composizione familiare. I single, nel 2024, hanno speso 1.932 euro al mese, pari al 68% della spesa delle coppie e al 58% di quella delle famiglie con tre componenti. Alcune spese, come affitto o utenze, pesano di più sul portafoglio di chi vive solo, mentre diventano più sostenibili in nuclei più grandi. Interessante anche la distribuzione delle voci di spesa: per una persona sola, casa e utenze assorbono il 43,9% del bilancio, contro appena il 28,6% nelle famiglie numerose.
L’Istat segnala inoltre che nel 2024 l’inflazione ha pesato più sulle famiglie benestanti che su quelle con redditi bassi: +1,6% per il quinto più ricco contro +0,1% per il più povero. La ragione sta nella diversa composizione dei consumi: le famiglie abbienti spendono di più in servizi, la cui inflazione è rimasta più sostenuta, mentre i rincari energetici, che colpiscono di più i redditi bassi, si sono attenuati.

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Panorama

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