Lo stallo con i cinesi rischia di frenare Pirelli. L’allarme dell’ad Casaluci

  • Postato il 24 maggio 2025
  • Economia
  • Di Formiche
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Andrea Casaluci, amministratore delegato di Pirelli, suona l’allarme: lo stallo con gli azionisti cinesi di Sinochem in consiglio, che hanno bocciato bilancio 2024 e trimestrale, “sta mettendo a rischio lo sviluppo futuro del gruppo”.

Lo fa in un’intervista al Corriere della Sera, spiegando che “quello del 2024 è il bilancio migliore della storia del gruppo e anche la trimestrale appena esaminata presenta conti record”. Lo stallo nasce dopo la dichiarazione di decadenza del controllo di Sinochem su Pirelli, con la società che cerca una soluzione che le garantisca “di operare in tutti i mercati del mondo, in particolare quello Usa, senza vincoli e restrizioni”.

La questione chiave, dice, è la proprietà: “Il tema non è il rapporto con la Cina ma la presenza nella struttura azionaria e nella governance di Pirelli di un socio cinese controllato dal governo e con una quota rilevante”, fattore che può impedire di operare con alcuni prodotti negli Stati Uniti e “nessuna casa auto svilupperebbe un veicolo con una tecnologia che in Usa è bandita per le sue caratteristiche tecniche e per la governance della società che la produce”, facendo riferimento al Cyber Tyre. Casaluci spiega di aver “proposto a Sinochem una soluzione, nell”interesse di tutti gli azionisti, per consentire a Pirelli di rispettare le normative negli Stati Uniti, perché gli impatti ci sono già su un mercato che vale il 40% del segmento High-Value”. Ma, come Pirelli ha già comunicato, “Sinochem ha rifiutato la proposta e ci ha invece informato di averne presentata una propria direttamente al Golden Power, senza coinvolgere la società, neanche successivamente su nostra sollecitazione, e che ancora oggi non conosciamo”.

Giovedì Marco Tronchetti Provera, vicepresidente esecutivo di Pirelli e a capo di Camfin (che è salita ieri al 27% del gruppo della Bicocca), era intervenuto sulla vicenda al Festival dell’Economia di Trento. “La prima cosa che perseguiamo da tanti anni è di avere una autonomia local for local della nostra produzione. In Cina produciamo per la Cina e per i mercati limitrofi. In Europa produciamo essenzialmente per l’Europa, con un po’ di esportazione. Negli Stati Uniti siamo cresciuti anche attraverso il Messico, prima parte del Nafta e ora Usmca. Ora negli Usa abbiamo un progetto che parte dalla nostra fabbrica a Rome, in Georgia, una base tecnologica già esistente e sofisticata ma con volumi ridotti”. Negli Stati Uniti, ha ribadito, “vogliamo fare un grosso investimento per continuare a crescere in un quadro geopolitico in continuo movimento e in cui la strategia local for local è fondamentale”. Tronchetti ha poi sottolineato di voler evitare che i “progetti in America entrino nelle dinamiche geopolitiche. A oggi ci riusciamo, stiamo perseguendo l’obiettivo, abbiamo ancora qualche ostacolo perché la normativa americana è ostile ovviamente a quello che è considerato l’avversario strategico che è la Cina. Noi cerchiamo di crescere in entrambi i Paesi. In Cina abbiamo ottimi rapporti, poi ci sono, diciamo, situazioni con un singolo socio”, ovvero Sinochem. “Comunque troveremo una soluzione” per rispettare le norme americane, ha assicurato.

Autore
Formiche

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