“L’obesità è una malattia silenziosa, ti anestetizza. Ho perso 111 kg in un anno e mezzo e vado alla maratona di New York”: la storia di chef Matteo Grandi

  • Postato il 31 ottobre 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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Perdere 111 kg in un anno e mezzo (passando da 200 a 89kg) dopo una “rivoluzione interiore”. È la storia del cuoco vicentino, Matteo Grandi, titolare del ristorante stellato “Matteo Grandi in Basilica“. Come ha raccontato lo chef al Corriere del Veneto, l’obbiettivo è sostenere la maratona di New York che si terrà il prossimo 2 novembre con 42 km da percorrere per i cinque distretti della città.

“La mia maratona l’ho già vinta. – ha affermato – Il mio corpo oggi è il risultato della mia testa. Tutto è cominciato un anno fa: avevo appena iniziato a muovermi, correndo a ritmo lento, perché stavo ancora smaltendo peso. Poi a Capodanno, un amico mi dice ‘Facciamo la maratona di New York?’ e io, d’istinto, rispondo ‘certo, perché nulla è impossibile'”.

E ancora: “Quella che sembrava una battuta è diventata un obiettivo reale. A marzo abbiamo preso i pettorali. Nell’impresa, si cimenteranno come me mio fratello Enrico e gli amici Christian e Bruno. Siamo partiti in due e ci siamo ritrovati in quattro. Ed è lì che si è creato qualcosa di più grande: un gruppo affiatato, una squadra vera”.

” Ci siamo rivolti a Lorenzo Lotti, un atleta straordinario, ex campione italiano dei 100 chilometri, – ha continuato lo chef – che oggi si occupa di allenare chi vuole affrontare una maratona. Con lui abbiamo seguito un programma strutturato, schede tecniche, tabelle personalizzate. Ogni giorno un lavoro diverso: ripetute, medio, progressivo. La domenica si facevano i lunghi: 25, 30, anche 36 chilometri. Da agosto fino a una settimana fa abbiamo corso tra i 90 e i 100 chilometri a settimana. È stato impegnativo, ma anche esaltante. Il corpo ha risposto bene, la mente ancora meglio”.

Il discorso poi si sposta sul lavoro: “Il cambiamento si è riflesso anche nel ristorante. Abbiamo attirato un nuovo pubblico: persone più consapevoli, attente all’alimentazione, spesso sportive. Oggi facciamo moltissime colazioni salate, soprattutto con le uova. In carta ci sono tante proposte low carb. Ma la cosa più bella sono i messaggi delle persone. Tanti mi scrivono per raccontarmi che si sentono bloccati. E io mi rendo conto che quello in cui vivevo era un disagio profondo. L’obesità è una malattia silenziosa. Si insinua, ti anestetizza, ti convince che vada tutto bene, finché non ti svegli. Uscirne è difficile, ma possibile. E quando succede, cambia tutto”.

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