L’Onu: “Fame in Ciad a un punto di rottura catastrofico”. E il colera a 10 km dai campi profughi

  • Postato il 14 giugno 2025
  • Cronaca
  • Di Blitz
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La situazione alimentare in Ciad sta raggiungendo “un punto di rottura catastrofico” mentre continua l’afflusso degli sfollati sudanesi che fuggono dalla guerra che persiste in Sudan. Lo denuncia l’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha), secondo cui nel Paese dell’Africa centrale, una delle regioni più fragili ed esposte ai cambiamenti climatici del mondo, si sta verificando una “catastrofe umanitaria”.

Sono 3,3 milioni le persone che oggi nel Paese fanno fatica a sfamarsi, ha dichiarato il rappresentante delle Nazioni Unite e coordinatore umanitario in Ciad, François Batalingaya, con un aumento “sbalorditivo del 400%” nell’ultimo decennio, rispetto alle 660.000 persone del 2015.

Schock climatici e profughi dal Sudan

Le cause sono chiare. Gli shock climatici si stanno intensificando, con impatti devastanti”, ha aggiunto Batalingaya che ha sottolineato come il Ciad stia subendo il peso maggiore del conflitto armato che sta devastando il vicino Sudan dal 2023. Di fronte al massiccio afflusso di rifugiati in fuga dagli scontri, la situazione umanitaria sta diventando sempre più preoccupante.

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L’Onu: “Fame in Ciad a un punto di rottura catastrofico”. E il colera a 10 km dai campi profughi (foto Ansa-Blitzquotidiano)

Dall’inizio della guerra in Sudan, più di 850.000 rifugiati sudanesi sono entrati in Ciad, aggiungendosi ai 400.000 rifugiati sudanesi già presenti, arrivati a ondate negli ultimi 15 anni e triplicando il loro numero in soli due anni.

“I sopravvissuti alla guerra, arrivano traumatizzati, affamati e senza niente – spiega il rappresentante Onu -. Raccontano storie di massacri, violenze sessuali e intere comunità distrutte”.

Presenza di colera rilevata a El Geneina

E nonostante le sue difficoltà, il Ciad ha mantenuto aperti i suoi confini: “Uno straordinario atto di generosità perchè il Ciad – dice ancora Batalingaya – si trova ad affrontare le sue stesse sfide umanitarie e di sviluppo”.

E a peggiorare una situazione già allo stremo, una nuova minaccia si profila all’orizzonte: il colera è stato rilevato a El Geneina, a soli 10 chilometri dalla città ciadiana di Adré, epicentro della crisi dei rifugiati. “In condizioni di sovraffollamento e di scarsa igiene, una potenziale epidemia potrebbe essere devastante”, conclude il rappresentante Onu.

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Blitz

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