L’orribile incesto (involontario) tra madre e figlio con la morte unica via per la liberazione: “Edipo a Colono” al Teatro Greco di Siracusa da standing ovation

  • Postato il 11 maggio 2025
  • Cultura
  • Di Il Fatto Quotidiano
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“Non nascere, ecco la cosa migliore, e se si nasce, tornare presto là da dove si è giunti. Quando passa la giovinezza con le sue lievi follie, quale pena mai manca? Invidie, lotte, battaglie, contese, sangue, e infine, spregiata e odiosa a tutti, la vecchiaia”. Parole sagge quelle pronunciate da Edipo, scritte da un Sofocle ormai 90enne, al Teatro Greco di Siracusa. Si è tenuta ieri sera la prima di “Edipo a Colono”, la seconda delle tragedie classiche scelte per la 60esima edizione della stagione dell’Istituto Nazionale del Dramma Antico.

L’opera è stata applaudita per oltre dieci minuti, un trionfo meritato, dai 4.300 presenti. È la storia di un uomo ormai mendicante in esilio cieco, disprezzato da tutti e lontanissimo dall’eroe coraggioso e spregiudicato di un tempo. Edipo ha preso ricchezze e potere per una sciagurata concatenazione di eventi: senza saperlo ha ammazzato il padre Laio, per poi vivere una passione travolgente e fare figli con Giocasta, che scoprirà poi essere sua madre.

“Un ex eroe che sta per diventare santo” – La trasposizione è curata dal regista Robert Carsen che già con grande successo aveva diretto “Edipo Re” nel 2022. Parte del cast di quella fortunata edizione è stato richiamato sul palco. Scelta vincente che ha consentito agli attori di entrare ancora di più nella dimensione intima ed emotiva che si richiede. “Dopo tutti questi anni dalla scoperta del terribile incesto, – ha dichiarato il regista Robert Carsen – Edipo ha elaborato le cose che sono accadute ed è pronto ad andare avanti c’è qualcosa di santo in lui. Assistiamo a qualcuno che sta diventando santo e si libera da ambizioni e politica…Si rende conto dell’importanza di diventare tutt’uno con la natura e quello che lo circonda”.

“Non c’è la sete di violenza e forza” – “Nel 2022 ho avuto la fortuna di interpretare Edipo in Edipo Re – ha spiegato Giuseppe Sartori – e ritorno ad interpretare lo stesso personaggio, c’è stata da parte di Carsen la straordinaria perizia sulla lettura del testo. Il dramma del passato rimane una costante in questo personaggio. In lui si è attutita la forza della violenza e della forza, ma tutto costantemente glielo ricorda anche nel non vedere, nella sua cecità”.

“Accompagna il padre verso la morte fino all’ultimo” – “Edipo nel suo vagabondare è accompagnato dalla figlia Antigone, che è interpretata da Fotinì Peluso, al suo convincente nel mondo del teatro, dopo un percorso cinematografico, “Antigone mi piace perché c’è il fatto che accompagna suo padre – ha rivelato – non solo fisicamente verso la morte, ma trasmettendogli i colori e i suoni che lei vive e vede. Trovo questo rapporto meraviglioso lei si è sacrificata per questa persona che ama profondamente e che deve lasciare andare, una condizione tipica dell’essere umano”.

Il Messaggero fanciullesco nel comunicare la morte – Nel percorso verso la morte e la liberazione sono tanti i personaggi che Edipo incontra: Teseo (Massimo Nicolini) che gli accorda ospitalità e protezione, il figlio Polinice (Simone Severini, sul palco potente e vigoroso) a supplicare (invano) il padre di appoggiarlo per averla vinsta sull’altro fratello Eteocle nella lotta per il potere, l’altra figlia Ismene (Clara Bortolotti perfettamente calata nella parte e dalla dizione perfetta), lo zio Creonte nonché fratello di Giocasta (un virile Paolo Mazzarelli) e infine il Messaggero, interpretato dal convincente Pasquale Montemurro che riesce a dare una versione fanciullesca, delicata e a tratti malinconica delle parole tristi che annunciano la morte di Edipo. “Piangevano tutti e tre (Edipo e le figlie Antigone con Ismene), a dirotto, restando abbracciati. Poi il pianto si spense non si alzava più un gemito c’era solo silenzio”. È uno dei passaggi più belli e cruciali delle parole del Messaggero.

Applausi meritati e convinti – Insomma la standing ovation è più che meritata e non solo per la validissima prova dei protagonisti e due due cori (quello maschile e quello femminile), ma anche per il colpo di scena finale, la firma del regista Robert Carsnen che ha voluto nell’atto finale, quando le luci dei riflettori iniziavano a spegnersi, far “rivivere” Edipo, non più cieco, sorridente, con un lungo abito verde a danzare sulle ali della felicità. Un espediente che il regista ha voluto fermamente e che ha commosso tutti alla prima lettura collettiva del copione.

Dal 9 maggio al 6 luglio in cartellone le due tragedie di Sofocle, “Elettra” (che poi sbarcherà Pompei il 11, 12 e 13 luglio) e “Edipo a Colono”, la commedia di Aristofane, “Lisistrata” e la nuova creazione originale di Giuliano Peparini tratta dall’”Iliade” da Omero. Dopo i due debutti al Teatro Greco di Siracusa, domenica 11 maggio, prende il via la XXIX edizione del Festival Internazionale del Teatro classico dei giovani che vedrà protagonisti fino al 3 giugno, sul palco del Teatro Greco di Palazzolo Acreide, gli studenti e le studentesse di 85 scuole da tutta Italia e da Francia, Grecia e Tunisia.

(Foto di Michele Pantano)

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