Louvre, la scoperta sconcertante: qual era la password del sistema di sicurezza
- Postato il 2 novembre 2025
- Esteri
- Di Libero Quotidiano
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Louvre, la scoperta sconcertante: qual era la password del sistema di sicurezza
Surreale, incredibile, ma tragicamente vero: le password per accedere ai sistemi di sicurezza del museo più famoso del mondo, il Louvre recentemente colpito dall'arcinota rapina, erano “LOUVRE” e “THALES”, la seconda corrispondeva al nome dello stesso sistema di sicurezza a cui si poteva accedere. Password così banali da non sembrare concepibili, data la posta in gioco, eppure autentiche, come confermano documenti ufficiali risalenti al 2014 e aggiornati fino al 2024 citati dal Corriere della Sera. Non è chiaro se siano state cambiate da allora, ma la loro scoperta getta una luce inquietante sulle falle di un sistema che avrebbe dovuto essere impenetrabile. O almeno molto più robusto. Ed è proprio in questo contesto che arrivano le parole della ministra della Cultura, Rachida Dati, oggi costretta ad ammettere che “qualcosa non ha funzionato nel sistema di sicurezza del Louvre”.
Dopo una prima reazione sulla difensiva - “i sistemi di allarme hanno funzionato” - Dati ha corretto il tiro, riconoscendo “mancanze nella sicurezza” e promettendo “chiarezza totale su lacune e responsabilità”. Una presa di posizione che arriva mentre il ministro, candidata alle elezioni municipali di Parigi con il sostegno della destra, è sotto pressione per il furto del 19 ottobre, il colpo spettacolare avvenuto in pieno giorno nel cuore della capitale francese.
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Mentre l’inchiesta amministrativa è in corso, il quotidiano Libération ha riesaminato vecchi documenti relativi a gare d’appalto e ispezioni, scoprendo che le vulnerabilità del sistema di sicurezza del Louvre risalgono a molto tempo fa. Nel dicembre 2014, su richiesta del museo, tre esperti dell’Agenzia nazionale per la sicurezza dei sistemi informatici avevano analizzato la rete che collega videocamere, allarmi e controlli d’accesso. Le conclusioni, riportate nel loro rapporto, erano già allarmanti: “Chi riuscisse a prendere il controllo della rete informatica del museo potrebbe rendere più facile il furto di opere d’arte”.
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Nei documenti consultati, come accennato, si legge che la password per entrare nel server di videosorveglianza era semplicemente “LOUVRE”, mentre quella per un software realizzato da Thalès - colosso transalpino della difesa e della sicurezza - era, appunto, “THALES”. Dettagli francamente sconcertanti e che rendono sempre più indifendibile la posizione del museo francese.
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