Lucano resiste: per 6 mesi resta sindaco di Riace
- Postato il 10 luglio 2025
- Notizie
- Di Quotidiano del Sud
- 1 Visualizzazioni

Il Quotidiano del Sud
Lucano resiste: per 6 mesi resta sindaco di Riace
Gli avvocati di Mimmo Lucano hanno depositato il ricorso in Corte d’Appello: non è più sospeso, per sei mesi resterà sindaco di Riace
Il sindaco Lucano non è più sospeso. I suoi avvocati, Andrea Daqua e Giulio Saitta, hanno depositato il ricorso alla Corte di Appello di Reggio Calabria contro la sentenza del tribunale di Locri nei confronti di Mimmo Lucano. La sentenza di primo grado del 30 giugno scorso aveva dichiarato decaduto il sindaco di Riace in applicazione del principio della Legge Severino. Davanti al giudice civile del Tribunale locrese si era arrivati per l’azione popolare promossa dalla Prefettura di Reggio Calabria.
Il consiglio comunale di Riace, dopo la sentenza della Cassazione del febbraio scorso, che aveva confermato la condanna di Domenico Lucano a 18 mesi di reclusione, con pena sospesa, per un reato di falso materiale in atto pubblico, cioè nell’adozione di una determina quando lo stesso, negli anni passati, era stato sindaco dello stesso Comune e contestualmente responsabile gestionale dell’area amministrativa, aveva deliberato contro la presa d’atto della decadenza del sindaco dopo la sentenza definitiva della Suprema Corte.
E’ intervenuta la Prefettura con l’azione popolare, tramite l’Avvocatura dello Stato. E lo stesso Ufficio territoriale del Governo della provincia di Reggio Calabria, aveva sollecitato più volte il presidente del civico consesso riacese a riunire l’assemblea con l’ordine del giorno specifico. La sentenza della fine di giugno è arrivata dopo l’udienza che si era svolta nei primi giorni dello stesso mese, poco meno di un mese prima, a Locri. In quella data, le parti hanno discusso proprio sulla richiesta di decadenza di Domenico Lucano, sull’azione popolare. Alla base di tutto la condanna passata in giudicato per Lucano, a conclusione del processo Xenia, arrivato fino alla Cassazione.
Xenia, dall’omonima indagine della Guardia di finanza del gruppo di Locri, coordinata dalla locale Procura della Repubblica, sulla gestione dei progetti di accoglienza a Riace. Durante l’udienza dei primi di giugno, alla quale era presente anche Mimmo Lucano, le parti in causa hanno ribadito le loro posizioni. Presente anche il Procuratore capo della Repubblica di Locri, Giuseppe Casciaro.
Entrambi hanno ricostruito la posizione di Lucano dopo la sentenza definitiva dello scorso febbraio. Decadenza legittima, per il Tribunale. Al contrario la posizione dei legali dello stesso Lucano, che hanno insistito sulla inapplicabilità della relativa normativa Severino.
Gli avvocati Andrea Daqua e Giulio Saitta, che difendono il sindaco di Riace, avevano chiesto al giudice di rigettare la richiesta di decadenza nei confronti del loro assistito. La causa di decadenza per Mimmo Lucano riguarda solamente la sua carica di sindaco. Lo stesso sta svolgendo da un anno le funzioni di europarlamentare, dopo la sua elezione nella scorsa tornata nelle liste di Alleanza verdi sinistra. La sospensione di Lucano dopo la decadenza dichiarata dal Tribunale di Locri è durata fino a quando il sindaco decaduto ha presentato appello, che una volta depositato ha automaticamente consentito al sindaco di rientrare nei pieni poteri. Appello già preannunciato dallo stesso Lucano. E così fino alla Cassazione.
Il tutto con termini ridotti rispetto alle procedure giudiziarie ordinarie. Se di termini effettivamente ridotti si tratta, visto che è stata fissata per il 9 gennaio del prossimo anno l’udienza d’appello, cioè tra circa sei mesi. E se la Corte d’appello dovesse confermare la decadenza, Lucano è disposto ad arrivare fino in Cassazione. Solo se riconosciuta nell’ultimo grado, la decadenza diventa efficace, e in quel caso verrà sciolto il consiglio comunale, con la nomina di un commissario prefettizio fino a nuove elezioni. I legali di Lucano, firmando il ricorso d’appello, hanno ribadito che «l’argomento della decadenza da sindaco per Mimmo Lucano è erroneo, perché la norma individua due requisiti alla presenza congiunta dei quali scatta la decadenza: uno è collegato alla entità della condanna, cioè superiore a 6 mesi, e l’altro è collegato alla condotta, cioè deve trattarsi di reato commesso con abuso di potere o in violazione dei doveri».
Il Quotidiano del Sud.
Lucano resiste: per 6 mesi resta sindaco di Riace