L’UE dice basta ai nomi della carne per i prodotti vegetali: addio a “veggie burger” e salsicce veg

  • Postato il 9 ottobre 2025
  • Di Panorama
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Dopo il 7 ottobre 2025 non si potrà più ordinare una bistecca di soia nel menu plant based di un ristorante, né pescare un veggie burger dallo scaffale dei supermercati. Il Parlamento Europeo ha segnato una svolta nelle regole di etichettatura alimentare: con 532 voti favorevoli, 78 contrari e 25 astenuti, è stato approvato un emendamento del PPE, il Partito Popolare Europeo, che vieta l’uso di termini riconducibili alla carne per i prodotti a base vegetale.
Nomi come “veggie burger”, “salsiccia di tofu” o “uovo vegetale” non potranno più comparire sugli scaffali dei supermercati europei, almeno sulla carta.

L’UE dice basta ai nomi della carne per i prodotti vegetali: addio a “veggie burger” e salsicce veg
L’UE dice basta ai nomi della carne per i prodotti vegetali: addio a “veggie burger” e salsicce veg
L’UE dice basta ai nomi della carne per i prodotti vegetali: addio a “veggie burger” e salsicce veg

La riforma dell’OCM

La disposizione si inserisce in una più ampia riforma del regolamento dell’OCM, l’Organizzazione Comune dei Mercati che gestisce il commercio e la produzione del settore agricolo in Europa. Il pacchetto di modifiche è nato nel 2024, quando i trattori degli agricoltori si erano riversati nelle piazze europee per rivendicare migliori condizioni contrattuali, ed ora si è evoluto per sostenere la produzione agroalimentare e la sicurezza alimentare.

Un’inversione di tendenza

La decisione del Parlamento di Strasburgo segna un cambio di rotta rispetto alla sentenza della Corte di Giustizia del 2024, quando si era espressa a favore del cosiddetto meat sounding, ossia l’accostamento di termini legati alla carne a prodotti vegetali.
La Corte aveva riconosciuto il diritto dei produttori di usare denominazioni tradizionalmente associate ai prodotti animali per quelli vegetali, a condizione che il consumatore non fosse tratto in inganno sulla natura dell’alimento. Gli Stati membri, quindi, non potevano vietarne l’uso individualmente, motivo per cui si è ritenuto necessario l’intervento dell’Europarlamento.

Le denominazioni riservate alla carne

La nuova posizione del Parlamento UE è più rigida e restrittiva, e privilegia la tutela delle denominazioni tradizionali.
La lista delle definizioni riservate esclusivamente ai prodotti di origine animale è lunga e dettagliata: parole come “bistecche”, “scaloppine”, “salsicce”, “burger”, “hamburger”, “albumi” e “tuorli d’uovo” potranno essere utilizzate soltanto per descrivere “parti commestibili di animali”.

Le reazioni in Europa e in Italia

L’eurodeputata francese del PPE Céline Imart denuncia «l’aspetto ingannevole nell’uso di queste denominazioni», perché «un hamburger è un hamburger: dobbiamo chiamare le cose con il loro nome».
Una semplice chiarezza, quindi: associare termini vegetariani o vegani alla carne può creare confusione nei consumatori riguardo alle caratteristiche nutrizionali e alla composizione degli alimenti.
In Italia, a fianco della posizione di Imart, si sono schierate associazioni di categoria come Coldiretti per proteggere la tradizione alimentare di fronte alla crescita dei prodotti a base vegetale.

Il percorso è però ancora lungo: l’emendamento, approvato a Strasburgo, deve ora passare al vaglio del Consiglio dell’Unione Europea per diventare operativo.
La misura entrerà in vigore solo dopo i negoziati e la ratifica degli Stati membri, per poi essere adattata alle normative nazionali.

Ci vorranno ancora alcuni mesi, forse, prima di rivedere i pranzi della domenica e cenoni di Capodanno più tradizionali.

Autore
Panorama

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