L'ultimo giorno in divisa e una tavola imbandita per festeggiare. Chi era Carlo Legrottaglie

  • Postato il 12 giugno 2025
  • Di Agi.it
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L'ultimo giorno in divisa e una tavola imbandita per festeggiare. Chi era Carlo Legrottaglie

L'ultimo giorno in divisa

Lo aspettavano a pranzo oggi. La tavola imbandita, la gioia di un giorno atteso per una vita intera: l'ultimo in divisa, l'ultimo turno prima della licenza e poi la pensione, i pomeriggi con la moglie Eugenia, le passeggiate con le figlie gemelle, appena 14enni, Carla e Paola. Il 25 giugno avrebbe festeggiato 33 anni di matrimonio. Invece, su quella tavola è arrivata la notizia più atroce: il brigadiere capo Carlo Legrottaglie non c'è più. È morto a 59 anni - ne avrebbe compiuti 60 il prossimo 5 luglio - colpito durante un inseguimento nelle campagne di Francavilla Fontana, in provincia di Brindisi. Il suo nome si aggiunge, tragicamente, a quelli dei militari caduti nell'adempimento del dovere. Stava cercando di fermare due banditi in fuga, il 69enne Michele Mastropietro (poi deceduto) e il 67enne Camillo Giannattasio (arrestato), quando uno di loro gli ha sparato. È riuscito a rispondere al fuoco, ferendo uno dei due aggressori, ma non ce l'ha fatta. Lascia la sua famiglia e una comunità intera che, come racconta all'AGI il sindaco di Ostuni Angelo Pomes, "lo ricorda come una persona per bene, a modo, sobria, semplice, che si faceva voler bene. Il coro unanime è che fosse un carabiniere integerrimo. Aspetteremo gli esiti delle indagini, ma nel giorno dei funerali proclamerò il lutto cittadino".

Una vita tra servizio e sacrificio

Legrottaglie prestava servizio al nucleo radiomobile della compagnia di Francavilla Fontana. Ogni giorno percorreva in auto pochi chilometri dalla sua abitazione di via Caduti di Nassiriya, a Ostuni - una via che porta il nome della strage del 2003 in cui morirono 12 carabinieri, quasi un destino beffardo - fino alla caserma. Era un militare esperto, affidabile, rispettato. Francavilla Fontana, dove ha perso la vita, è un luogo che già in passato ha pianto per un altro caduto dell'Arma. Il 14 luglio del 2000, proprio lì, fu ucciso in servizio il maresciallo 33enne Antonio Dimitri, colpito da sette colpi alla schiena durante una rapina a una banca. E ancora, in Puglia, il 13 aprile 2019, a Cagnano Varano, in provincia di Foggia, il maresciallo 47enne Vincenzo Di Gennaro venne ucciso in pattuglia da un pregiudicato armato, Giuseppe Papantuono, oggi condannato all'ergastolo. Anche Legrottaglie è morto così: in stradain servizio, mentre tentava di impedire che altri innocenti potessero cadere nel mirino di uomini armati. Aveva promesso alla sua famiglia che, con la pensione, avrebbe rallentato: ma non si è sottratto alla sua ultima e tragica corsa.

Il generale Minicucci, "non ha esitato a fare il suo dovere"

"Si tratta di un collega che avrebbe fatto le ultime ore di lavoro, perchè il 5 luglio sarebbe andato in pensione. In questo momento, al di là di tutto, la cosa importante è la dimostrazione di un servitore dello Stato che, a pochi giorni dalla quiescenza, non ha esitato a fare il suo dovere fino alla fine". Lo ha detto il generale di corpo d'armata Marco Minicucci, vicecomandante generale dell'Arma dei Carabinieri, arrivato a Francavilla Fontana (Br) sul luogo dell'omicidio del brigadiere Legrottaglie. Si tratta di una "storia che si ripete ogni giorno - ha aggiunto - dove gli appartenenti alle forze dell'ordine, a prescindere dai colori della casacca, non evitano di dare sicurezza ai cittadini mettendo a rischio la propria vita". 

Il generale Luongo, "esempio di straordinaria dedizione"

"Con un dolore che ci stringe il petto, a nome di tutta l'Arma e mio personale, esprimo il più profondo cordoglio e la più sentita solidarietà alla famiglia del brigadiere capo Carlo Legrottaglie, un valoroso carabiniere dell'Aliquota Radiomobile di Francavilla Fontana, strappato alla vita in provincia di Brindisi da un atto di vile violenza, mentre compiva il suo dovere al servizio della comunità. A voi, un abbraccio commosso che sa di gratitudine e rispetto". A dichiararlo è il comandante generale dei Carabinieri, Salvatore Luongo. "Il suo sacrificio è un esempio fulgido di straordinaria dedizione al dovere e di impavido impegno per la sicurezza dei nostri cittadini - continua il comandante generale - Ogni risorsa, ogni energia è stata concentrata per le ricerche dei due malfattori e lo sforzo congiunto con le altre forze di polizia ha consentito di raggiungere l'obiettivo". 

 

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Agi.it

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