L'Unrwa attacca Israele: "Tratta gli abitanti di Gaza come flipper umani"
- Postato il 27 maggio 2025
- Di Agi.it
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L'Unrwa attacca Israele: "Tratta gli abitanti di Gaza come flipper umani"
AGI - I raid israeliani sulla Striscia di Gaza hanno causato la morte di almeno 81 persone dalle prime ore di ieri, di cui 53 a Gaza City. Il bilancio di fonti mediche palestinesi viene rilanciato da Al Jazeera. I raid delle ultime ore hanno preso di mira Jabalia e Beit Lahiya, nella parte settentrionale della Striscia, e l'area di Khan Younis (sud), uccidendo almeno cinque persone secondo fonti sanitarie di Gaza, citate dai media, anche israeliani.
Alla luce degli ultimi sviluppi drammatici, l'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa) è tornata a denunciare l'esodo forzato da parte di Israele, che tratta gli oltre 2 milioni di abitanti di Gaza come "flipper umani", costretti continuamente a "fuggire in cerca di una sicurezza che non esiste". In un post sui social media, l'Unrwa ha affermato di essere "senza parole per rendere giustizia alle sofferenze" che la popolazione di Gaza è costretta a sopportare.
"Dopo quasi 20 mesi di guerra, le persone sono esauste, disorientate, addolorate e costantemente nella paura. Questa difficoltà e incertezza devono finire", ha dichiarato l'agenzia Onu. Secondo la stessa fonte, a causa dei "bombardamenti costanti", solo sei dei 22 centri sanitari dell'Unrwa rimangono operativi nella Striscia di Gaza, con 37 punti medici, ma le forniture mediche essenziali rimangono "criticamente scarse".
"È urgentemente necessario un accesso senza ostacoli per fornire aiuti salvavita, inclusi medicinali e forniture mediche di base", ha chiesto l'Unrwa. Altre voci critiche sono giunte, inoltre, dopo la prima distribuzione di pacchi di aiuti della Gaza Humanitarian Foundation (Ghf), capitanata da Israele e Usa. Secondo Chris Gunness, ex portavoce dell'Unrwa, questo nuovo schema per la distribuzione di aiuti a Gaza è un "aid washing".
"Si tratta semplicemente dell'uso degli aiuti umanitari per giustificare la militarizzazione dell'assistenza umanitaria, ma anche per giustificare la pulizia etnica e il genocidio", ha denunciato Gunness, paventando il rischio di altre gravi conseguenze nell'attuazione del piano.
"Il subappalto degli aiuti ai mercenari e' il destino disastroso che abbiamo visto con la 'strage della farina' nel febbraio dello scorso anno, quando oltre 100 persone sono state uccise da persone inesperte che hanno portato i camion", ha affermato la stessa fonte.
Francesca Albanese, relatrice delle Nazioni Unite sui diritti umani nei territori palestinesi occupati, ha dichiarato, inoltre, di non riuscire più a guardare il fuoco dopo aver visto "così tante persone, così tanti bambini" bruciare vivi negli attacchi israeliani a Gaza, in particolare dopo la devastazione alla scuola-rifugio a Gaza City. "Non riesco più a guardare il fuoco senza sentirmi male allo stomaco. Che i palestinesi ci perdonino", ha scritto la funzionaria delle Nazioni Unite in un post sui social media, visualizzato più di 470.000 volte.
Sfollate 180mila persone in pochi giorni
La nuova offensiva militare israeliana ha costretto allo sfollamento di quasi 180.000 persone negli ultimi 10 giorni. Lo afferma l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, mentre Israele persegue una nuova offensiva volta a prendere il controllo della maggior parte del territorio. In una dichiarazione a nome del Global Camp Coordination and Camp Management Cluster, sostenuto dalle Nazioni Unite, il gruppo esprime profondo allarme e denuncia gli attacchi diretti ai rifugi, che secondo lui sono diventati "comuni".
Quasi 616.000 persone sono state sfollate dalla fine del cessate il fuoco il 18 marzo, si legge nella dichiarazione. Durante il cessate il fuoco, circa mezzo milione di palestinesi sono stati in grado di tornare a casa, ma "quel fragile progresso e' stato ora invertito".
"Con il blocco degli aiuti in corso, non c'e' stata alcuna garanzia di riparo, assistenza o protezione per i civili. Le costanti restrizioni di movimento e gli attacchi indiscriminati alle infrastrutture civili, tra cui rifugi, scuole, ospedali e tende, negli ultimi 19 mesi hanno continuamente esposto i civili a un pericolo immenso e sollevano gravi preoccupazioni", afferma l'OIM.
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