Ma siamo davvero sicuri che in Iran tolto Khamenei si andrà verso una democrazia scandinava? Dicevano così anche in Iraq e in Afghanistan

  • Postato il 19 giugno 2025
  • Politica
  • Di Blitz
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In Libia c’era Gheddafi. Ora non c’è più Gheddafi e non c’è più neanche la Libia. In quella che prima chiamavamo Libia c’è una guerra civile costante e uno scontro continuo tra tribù. Dopo l’11 settembre, gli Stati Uniti invasero l’Iraq per — virgolettato — “esportare la democrazia”. Bene: in Iraq, dopo la presunta liberazione a stelle e strisce (con tanto di casus belli falso sulle armi di distruzione di massa) e dopo la condanna a morte di Saddam Hussein, negli anni si sono alternati fondamentalisti vari, l’Isis e poi gli amici dell’Iran. Anche in Afghanistan, George Bush voleva costruire una sorta di “Svizzera”. Bene: alla fine hanno vinto i Talebani. E ora, da quelle parti, è vietata perfino la musica. A Gaza, neanche a dirlo: lì, dal 2006, grazie alle ottime strategie occidentali, governa Hamas. Non proprio dei socialdemocratici danesi. In Siria è anche difficile tracciarne la cronologia e le varie tappe. E ormai anche i confini. In Egitto siamo passati da Hosni Mubarak ai Fratelli Musulmani e ora a quel pacifico di Al Sisi. Siamo sicuri — ma siamo davvero sicuri — che, impiccato Khamenei (86 anni) sul palo più alto (sempre se si riuscirà), e crocifissi i vertici militari, in Iran, dopo qualche settimana di bombe, si andrà verso una democrazia scandinava? Speriamo almeno che, in qualche stanza del Pentagono, qualcuno abbia idee più chiare rispetto al passato.

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Blitz

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