Macron e Riccardi, cena romana e strategie per il prossimo conclave

  • Postato il 29 aprile 2025
  • Di Panorama
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L’iperattivismo di Andrea Riccardi in vista del conclave non si limita più ai media, ma si estende ai rapporti internazionali. Venerdì sera, il fondatore della Comunità di Sant’Egidio ha cenato a Roma con Emmanuel Macron. Proprio il presidente francese, secondo quanto riferito da Le Figaro, il giorno successivo ha incontrato alcuni cardinali elettori francesi a Villa Bonaparte. È lecito chiedersi se, in quell’occasione, non siano state impartite indicazioni in vista del futuro conclave. Sempre Le Figaro riporta che Macron auspicherebbe l’elezione dell’arcivescovo di Marsiglia, Jean-Marc Aveline.

Nella serata di sabato, Riccardi, ospite a Porta a Porta, ha citato un episodio storico che molti hanno letto come un segnale. «Il generale de Gaulle riunì i cardinali francesi a Villa Bonaparte e disse che la Francia aveva interesse all’elezione del cardinal Roncalli», ha raccontato, evocando il conclave del 1958.

Macron in campo contro Robert Sarah

Secondo rivelazioni attribuite al cardinale ungherese Peter Erdo e riportate dalla Tribune Chrétienne, Macron sarebbe in contatto con i porporati francesi nel tentativo di «contrastare» la candidatura del cardinale Robert Sarah. La motivazione? Macron teme l’appoggio che Sarah riceve da settori rilevanti della Chiesa statunitense e il suo legame culturale con l’ex colonia francese della Guinea. Inoltre, Sarah rappresenta una linea teologica vicina a Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, distante dall’attuale pontificato.

Un’alleanza consolidata nel tempo

Il legame tra Macron e Riccardi è tutt’altro che recente. Nel marzo 2020, il presidente francese ricevette il fondatore di Sant’Egidio all’Eliseo. Due anni dopo, nell’ottobre 2022, entrambi parteciparono all’evento romano «Il grido della pace», assieme al presidente Sergio Mattarella e al cardinale Matteo Zuppi. I legami si estendono anche ad Aveline: nel dicembre 2023 celebrò la messa per i 55 anni della Comunità a Parigi e, nel maggio precedente, partecipò a un evento nella sede romana di Sant’Egidio. Creato cardinale da Francesco nel 2022, Aveline ha ricevuto anche la Legion d’Onore da Macron.

Un fronte comune per un conclave “di continuità”

Sarah si oppone apertamente alle politiche migratorie di Francesco, mentre Aveline, da questo punto di vista, si colloca in continuità con il papa defunto. Questo tratto appare particolarmente gradito a Macron e Riccardi, entrambi sensibili alla tematica. La scelta di un candidato come Aveline garantirebbe anche la continuità con l’attuale linea vaticana sulla Cina, una prospettiva diplomatica che Riccardi ha sempre sostenuto e che lo stesso Macron guarda con favore in funzione antiamericana.

Il blocco francese e l’ipotesi Riccardi

Va considerato che i cardinali elettori francesi sono appena sei. Per questo, è plausibile che Macron voglia appoggiarsi a Riccardi per formare un fronte più ampio in conclave, capace di sostenere Aveline. Riccardi, a sua volta, potrebbe contare sul sostegno francese per promuovere una figura vicina alla Comunità di Sant’Egidio e alla linea di Francesco. I nomi che circolano nel suo orizzonte restano Zuppi, Tolentino de Mendonça e Aveline stesso.

I segnali e i malumori dentro la Chiesa

Riccardi, da giorni, ripete ovunque che non si può «tornare indietro». Lunedì, intervistato da Repubblica, alla domanda se l’emozione ai funerali di Giovanni Paolo II non fosse stata «enorme» come quella per Francesco, ha risposto: «Forse quella fu più organizzata, questa più spontanea. Qui i fedeli sono accorsi perché è stata toccata dalla sua fede sincera, non catechistica». E ha tenuto a precisare che «Macron era un grande estimatore di Bergoglio».

Strategia o mossa della disperazione?

Sarah resta un nome forte. La sua candidatura inquieta i progressisti, ma non è priva di consensi anche in ambienti insospettabili. I porporati di nomina bergogliana, infatti, non costituiscono un blocco monolitico. E i malumori verso alcuni tratti del pontificato di Francesco – dalla centralizzazione del potere alle ambiguità dottrinali – sono più diffusi di quanto si racconti. In questo scenario, l’asse tra Macron e Riccardi potrebbe rivelarsi meno una strategia raffinata e più una mossa dettata dalla necessità.

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Panorama

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