Macron rompe con Washington: la Francia riconoscerà lo Stato di Palestina

  • Postato il 25 luglio 2025
  • Di Panorama
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Emmanuel Macron ha annunciato che la Francia riconoscerà lo Stato di Palestina all’Assemblea generale delle Nazioni Unite. “Fedele al suo impegno storico per una pace giusta e duratura in Medio Oriente, ho deciso che la Francia riconoscerà lo Stato di Palestina”, ha dichiarato. “Farò questo solenne annuncio all’Assemblea generale delle Nazioni Unite il prossimo settembre”, ha aggiunto. Una posizione, quella dell’inquilino dell’Eliseo, che ha irritato notevolmente Washington. “Gli Stati Uniti respingono fermamente il piano di Emmanuel Macron di riconoscere uno Stato palestinese all’Assemblea generale delle Nazioni Unite”, ha affermato il segretario di Stato americano, Marco Rubio. “Questa decisione sconsiderata non fa che alimentare la propaganda di Hamas e ostacola la pace. È uno schiaffo in faccia alle vittime del 7 ottobre”, ha proseguito.

Insomma, la mossa dell’Eliseo ha determinato una significativa tensione tra Parigi e Washington. Non si tratta d’altronde di una novità. Da quando sono iniziate le trattative commerciali tra l’Ue e gli Stati Uniti, la Francia è uno dei Paesi che ha spinto maggiormente per la linea dura nei confronti della Casa Bianca. Era inoltre marzo scorso, quando Macron, durante un vertice dei volenterosi convocato a Parigi, derise de facto il processo diplomatico sulla crisi ucraina, portato avanti dall’attuale presidente americano. D’altronde, il disallineamento tra Francia e Stati Uniti non è qualcosa sorto dopo il ritorno di Donald Trump nello studio ovale. Nell’aprile 2023, quando il presidente americano era Joe Biden, Macron, in occasione di una visita in Cina, disse che gli europei avrebbero dovuto cessare di essere dei “seguaci dell’America”. Era invece gennaio 2022, quando l’inquilino dell’Eliseo sostenne che il Vecchio Continente avrebbe dovuto dialogare autonomamente con la Russia, senza passare dagli Stati Uniti. Si è trattato di una serie di posizioni che, neanche a dirlo, irritarono notevolmente Washington.

La questione è del resto strutturale. L’obiettivo di Macron è sempre stato quello di indebolire le relazioni transatlantiche per candidare la Francia a punto di riferimento degli europei sulle questioni geopolitiche e della Difesa. È stata per esempio proprio Parigi a premere affinché nel piano Readiness 2030 fosse inserita la clausola del “Buy European”: un fattore che mette in rotta di collisione Bruxelles con la Casa Bianca. È sempre in quest’ottica che l’inquilino dell’Eliseo non vede di buon occhio la politica estera di Giorgia Meloni che ha sempre puntato molto su una energica sponda tra Roma e Washington. Allargando il quadro, si potrebbe d’altronde andare oltre lo stesso Macron. La politica estera francese ha infatti spesso creato degli attriti nelle relazioni transatlantiche proprio per cercare di garantire a Parigi maggior peso geopolitico nel Vecchio Continente. Era per esempio il 1966, quando Charles de Gaulle non solo fece ritirare la Francia dal comando militare della Nato ma siglò anche la Dichiarazione congiunta franco-sovietica.

Le mosse di Macron hanno quindi come principale obiettivo quello di tutelare gli interessi di Parigi. E sono molti, in Italia, coloro che auspicano di aggrapparsi al suo carro. Il punto è capire se una tale prospettiva sarebbe realmente utile al nostro Paese. La risposta non può che essere negativa. Innanzitutto la Francia ha interessi strutturalmente divergenti rispetto a quelli di Roma nel Mediterraneo: basti pensare alla crisi libica del 2011. In secondo luogo, la Francia è al momento attraversata da una grave crisi politica: dal 2022 a oggi, il Paese ha visto avvicendarsi ben quattro premier diversi. In terzo luogo, la Francia è caratterizzata da notevoli problemi di natura sociale. Infine, anche sul piano della Difesa, l’Esagono non può dormire sonni tranquilli: negli ultimi anni, ha infatti perso significativa influenza politico-militare su vasta parte del Sahel. Mali, Burkina Faso e Niger sono ormai stabilmente entrati nell’orbita russa. Ecco, alla luce di tutto questo, chi, a casa nostra, consiglia di seguire la linea antiamericana di Macron, dovrebbe forse essere un poco più cauto. Il velleitarismo geopolitico francese non è solo contrario ai nostri interessi nazionali. Ma è anche probabilmente destinato a risolversi in una gigantesca bolla di sapone. La Francia è ormai da tempo un gigante dai piedi d’argilla: una situazione complessiva che, durante la presidenza di Macron, non ha fatto che peggiorare.

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Panorama

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