Madagascar, il presidente Andry Rajoelina è fuggito con un aereo militare francese

  • Postato il 13 ottobre 2025
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Il presidente del Madagascar, Andry Rajoelina, è fuggito dal paese a bordo di un aereo militare francese dopo settimane di proteste e la denuncia di “un tentativo di presa del potere illegale”. A dare la notizia è stata l’emittente francese Rfi, sottolineando che “le autorità francesi precisano che non stanno intervenendo in alcun modo nella crisi del Paese”. Rajoelina è salito alla ribalta come leader di transizione del Madagascar dopo il colpo di Stato del 2009. È stato eletto presidente per la prima volta nel 2018 ed è stato rieletto per un secondo mandato nel 2023. Il suo ruolo è stato messo in discussione dalle proteste delle giovani generazioni ed è poi rimasto isolato con la perdita del controllo delle forze armate del Madagascar.

Un accordo diretto tra presidenti avrebbe permesso questa esfiltrazione e Macron, secondo fonti a conoscenza della vicenda, ha autorizzato questa partenza. La tempistica sarebbe stata ricostruita da Rfi: ieri domenica 12 ottobre, un elicottero avrebbe portato il presidente malgascio all’Ile Sainte-Marie, sulla costa orientale del Madagascar. Da lì, Rajoelina si sarebbe imbarcato su un aereo militare francese per l’isola della Reunion, prima di partire per un’altra destinazione con la sua famiglia. Una cosa è certa: secondo le fonti di RFI, non si trova più sull’isola di Reunion. Destinazione probabile: Dubai.

Dal 25 settembre il Paese è scosso da manifestazioni giovanili contro le interruzioni nelle forniture di acqua e di elettricità, che hanno causato almeno 22 morti e decine di feriti. Le mobilitazioni si sono trasformate in proteste contro la corruzione del governo con la richiesta di dimissioni del capo dello Stato, in modo simile a quanto successo in Nepal ad inizio settembre. Nella giornata di sabato 11 ottobre, un’unità dell’esercito nota come “Capsat” si è unita alle proteste contro la presidenza, marciando accanto ai manifestanti con i loro mezzi blindati. L’unità in questione, riporta il Guardian, ebbe un ruolo chiave nel colpo di stato del 2009 durante l’ascesa di Rajoelina alla presidenza, dopo che le proteste di massa avevano costretto il suo predecessore Marc Ravalomanana a lasciare il potere. Il corpo militare ha lanciato un appello ai soldati e unità di sicurezza a “unire le forze” e a “rifiutare l’ordine di sparare” sui manifestanti. “Uniamo le forze, militari, gendarmi e polizia, e rifiutiamo di essere pagati per sparare ai nostri amici, ai nostri fratelli e alle nostre sorelle”.

Il potere dei “Capsat” si è rafforzato con la nomina di un loro ufficiale a nuovo capo dell’esercito. Il generale Demosthene Pikulas è stato insediato come capo di Stato maggiore dell’esercito durante una cerimonia presso il quartier generale dell’esercito, alla quale ha partecipato anche il ministro delle forze armate, Manantsoa Deramasinjaka Rakotoarivelo. Dopo la cerimonia di nomina, Pikulas ha detto ai giornalisti che gli eventi degli ultimi giorni sono stati “imprevedibili”, dunque l’esercito “ha la responsabilità di ripristinare la calma e la pace in tutto il Madagascar”.

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Il Fatto Quotidiano

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