Madrid, Zverev come Sabalenka: fotografa un segno per sbugiardare il falco e alza un polverone sulla terra

  • Postato il 27 aprile 2025
  • Di Virgilio.it
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Con l’introduzione delle chiamate elettroniche anche nei tornei che si disputano sulla terra rossa l’ATP credeva, o meglio, sperava di essere riuscita a eliminare una volta per tutte le polemiche sui segni dubbi o sulle mancate chiamate dei giudici di linea. Ma contrariamente a quanto sperato, a Madrid la tecnologia ha sollevato un polverone, con l’ultimo caso che ha visto protagonista Alexander Zverev, fermatosi durante il match contro Alejandro Davidovich-Fokina per fotografare un segno e sbugiardare l’occhio di falco. Il tutto a distanza di poco più di un anno dalle accese polemiche per quanto capitato a Jannik Sinner nel 2024 a Montecarlo.

Zverev si ferma per fotografare un segno, poi ironizza sui social

Quella verificatasi oggi a Madrid nel corso del match tra Alexander Zverev e Alejandro Davidovich-Fokina è una scena certamente inusuale per i campi da tennis. Sotto di un set ma avanti 5-4 in risposta nel secondo, il tedesco è convinto di essersi aggiudicato il primo 15 del game dopo un recupero dell’avversario finito in corridoio.

Nello stupore generale però non arriva la chiamata elettronica a segnalare l’uscita della pallina, facendo andare su tutte le furie Zverev, che, dopo aver guardato incredulo il segno ed essersi lamentato con il giudice di sedia, è andato a prendere il telefono per immortalare il marchio lasciato dalla pallina, incurante del warning che questa azione gli sarebbe costato.

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Terminato il match, poi vinto dal tedesco al tie-break del terzo set, Zverev ha condiviso lo scatto sul proprio profilo Instagram con questa ironica didascalia contro la chiamata della tecnologia: “Lascerò qui questa foto. Questa palla è stata valutata dentro. Una chiamata interessante”.

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Le parole di Zverev in conferenza stampa

Zverev è poi tornato sulla questione anche nella conferenza stampa post partita: “Onestamente penso ci sia stato un problema con il sistema. Sono un fan di questa nuova tecnologia ma quella palla era chiaramente fuori. Non stiamo parlando di qualche millimetro ma di quattro, cinque centimetri. Penso che ci sia stato un malfunzionamento del sistema in quel momento. Sarà interessante vedere cosa succederà ora, che genere di multa riceverò, anche se ho ragione. Non è colpa del giudice perché se per regolamento non può scendere a controllare, lui non ha nessuna responsabilità. Ma parlerò con il supervisor e con l’ATP perché, ripeto, un errore così non è normale. Quando succede una cosa del genere all’arbitro dovrebbe essere consentito di scendere. Ad oggi, invece, non può fare nulla”.

Prima di Zverev anche Sabalenka, quante polemiche contro le chiamate elettroniche

Quello di Zverev non è purtroppo un caso isolato. Già in occasione del WTA di Stoccarda di settimana scorsa Aryna Sabalenka si era prodigata in una protesta contro le chiamate elettroniche, fotografando anch’essa il segno di una pallina evidentemente uscita.

Sempre a Madrid abbiamo invece assistito allo sfogo di Arthur Fils, che dopo la sconfitta contro Francisco Comesana aveva così tuonato in conferenza stampa: “È orribile. Giochiamo con l’arbitraggio elettronico da qualche settimana. Siamo sulla terra, ci sono dei segni. Ho ricevuto un servizio due o tre centimetri fuori e quando guardi il video, ti dice che ha colpito la linea. Lo trovo orribile”.

Il mondo al contrario rispetto al 2024 e al caso Sinner a Montecarlo

La cosa che più fa riflettere è che tutte queste polemiche sono arrivate a poco più di un anno di distanza da quelle scaturite in seguito a una non chiamata da parte di un giudice di linea su una pallina platealmente andata in corridoio e che contribuì alla sconfitta di Jannik Sinner contro Stefanos Tsitsipas a Montecarlo nel 2024.

A convincere l’ATP a introdurre la chiamata elettronica anche nei tornei sulla terra rossa fu proprio quell’evento lì, ma poco più di 365 giorni dopo il mondo del tennis sembra aver ribaltato la propria opinione, dando l’impressione di preferire affidarsi ai segni visibili a occhio nudo piuttosto che a una tecnologia che in questo primo mese sulla terra non ha convinto.

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Virgilio.it

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