Magistrati, Corte dei Conti, Corte Costituzionale: il vizio del centrodestra di attaccare tutti i giudici a prescindere dai fatti

  • Postato il 31 dicembre 2025
  • Politica
  • Di Blitz
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In Italia esiste una lunga tradizione che vede la politica contrapporsi alla Giustizia. Cominciò a farlo in maniera sistematica Bettino Craxi, proseguì Berlusconi che è rimasto impantanato, durante tutta la sua carriera politica, in un lungo e lacerante scontro con i giudici. Ora ci prova l’attuale compagine di Governo, in molti casi per masceherare i propri fallimenti. E si attacca tutti senza fare distinzioni sul ruolo che si ha, sia che si tratti di magistratura ordinaria sia si tratti di giudici legati ad organi costituzionali.

Albania, Ponte sullo Stretto, pedaggi autostradali

A titolo di esempio basta citare tre casi emblematici di scontro con la magistratura: i centri in Albania, il Ponte sullo Stretto e ultimo, i pedaggi autostradali.

In Albania la magistratura ha bloccato più volte il trasferimento nei centri di migranti a causa della mancanza dei presupposti per applicare le procedure accelerate, principalmente a causa dell’impossibilità di riconoscere i paesi di provenienza dei migranti come “Paesi sicuri” e per la carenza di norme di attuazione chiare in Albania. Ciò ha portato all’illegittimità del trattamento, ordinando allo stesso tempo il rientro in Italia.

Nulla da eccepire alla magistratura: ha solo applicato la legge. E infatti il governo è corso ai ripari su vare questioni, in primis quella dei “Paesi sicuri”, e spera ora di risolvere l’empasse in tempi brevi avendo ricevuto anche un non tanto aspettato sostegno europeo sul delegare ad altri Paesi la questione migranti. Bisogna inoltre ricordare che la magistratura si è mossa dopo che sono stati presentati dei ricorsi da parte dei migranti stessi.

Il secondo caso è la Corte dei Conti che ha bocciato (almeno per ora) il Ponte sullo Stretto. La magistratura contabile ha infatti negato il “visto di legittimità” alla delibera del governo contestando irregolarità procedurali, carenze nella documentazione, violazioni delle direttive europee su ambiente, appalti e costi non giustificati, rendendo la procedura così com’è illegittima dal punto di vista contabile e impedendo quindi l’avvio dei lavori senza una nuova formale approvazione politica.

Anche qui nulla da eccepire: i giudici della Corte dei Conti hanno appicato la legge e, come reazione da parte del Governo, si sono beccati una bella riforma che limita i loro poteri. In questo caso i giudici hanno agito in quanto costretti a verificare sempre che gli appalti di questa portata siano compatibili o meno con i conti dello Stato. Non si è quindi trattato di una mossa guidata dalla volontà politica ma un preciso obbligo di legge. 

Il terzo caso è legato agli aumenti delle tariffe autostradali. La Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimi i rinvii dei rincari decisi dal Governo, perché alteravano i contratti con i concessionari e violavano l’equilibrio contrattuale. I blocchi delle tariffe sono stati giucati non più sostenibili anche perché avrebbero inoltre violato la tanto cara “libertà d’impresa”.

Anche in questo caso è meglio poi ricordare che la Corte Costituzionale si è pronunciata a seguito di un ricorso presentato da uno dei concessionari che ha in gestione alcune tratte autostradali italiane.

Sono tre casi (ma se ne potrebbero citare altri) in cui la magistratura ha fatto solo il suo dovere. Se poi si vuole arrivare al controllo assoluto di questo potere dello Stato, che in questo modo non avrebbe più la possibilità di intervenire, beh questo è un altro discorso.

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Autore
Blitz

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