Mamma e figlia 15enne morte a Campobasso, il papà trasferito allo Spallanzani di Roma: è grave. Le ipotesi: “Botulino, listeria, epatite fulminante o una intossicazione chimica”
- Postato il 29 dicembre 2025
- Cronaca
- Di Il Fatto Quotidiano
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Una cena consumata in casa, martedì 23 dicembre, poi i primi sintomi: forti dolori addominali, vomito persistente, accessi ripetuti al pronto soccorso e dimissioni. Infine, nel giro di poche ore, la morte. È la drammatica sequenza ricostruita da la Repubblica per spiegare quanto accaduto a Sara Di Vita, 15 anni, deceduta nella tarda serata di sabato, e a sua madre Antonella Di Ielsi, 50 anni, morta poche ore dopo. Entrambe vivevano a Pietracatella, piccolo comune montano della provincia di Campobasso. Il padre, Gianni Di Vita, 55 anni, è stato invece trasportato d’urgenza in elisoccorso allo Spallanzani di Roma, dove si trova ricoverato in Rianimazione in condizioni gravi.
I sintomi dopo la cena e i due accessi al pronto soccorso
Secondo quanto riportato da Repubblica, i primi malesseri sarebbero comparsi dopo una cena consumata in casa martedì scorso, prima delle festività natalizie. Sara e la madre si sarebbero recate due volte al pronto soccorso dell’ospedale Cardarelli di Campobasso, il 25 e il 26 dicembre, venendo in entrambe le occasioni dimesse. Si ipotizzava inizialmente una gastroenterite. Poi, l’improvviso peggioramento delle condizioni cliniche, il nuovo ricovero e il decesso.
Il cibo sotto esame: “Forse pesce o funghi”
La famiglia Di Vita è molto conosciuta in paese. Gianni Di Vita è stato sindaco di Pietracatella per due mandati ed è commercialista per molti esercizi della zona. La moglie Antonella collaborava con lui nello studio a Campobasso. Sara frequentava il liceo classico nel capoluogo molisano. La coppia ha anche una figlia maggiore, di 18 anni, che è stata portata in ospedale a Roma solo a scopo precauzionale, non avendo manifestato sintomi. Secondo i primi accertamenti, la ragazza non avrebbe partecipato alla cena del 23 dicembre, ma solo ai pranzi più allargati della vigilia e di Natale. Per questo motivo, spiegano gli inquirenti, sotto esame è finito il cibo consumato quella sera in casa, “forse pesce o funghi”. “Ingredienti molto consumati qui in paese, fanno parte del menu tradizionale natalizio”, raccontano alcuni cittadini a Repubblica.
“Pensava che la cura sarebbe bastata”
A parlare sono anche gli amici di Sara: “Avevamo sentito Sara per l’ultima volta a Santo Stefano, al telefono”, raccontano Giovanna e Donatella D. e Giuseppe S., amici della ragazza fin dall’infanzia. “Pensava che la pesante cura che le avevano dato in ospedale sarebbe bastata, non pensava assolutamente che le condizioni si sarebbero potute aggravare”. E aggiungono: “Avevamo programmato alcune feste tra amici proprio in questi giorni. Ieri saremmo dovuti andare insieme a un compleanno. Diceva che si sarebbe risolta presto”.
Il medico: “Un’evoluzione clinica rarissima”
Le cause precise dei decessi non sono ancora chiare. Tra le ipotesi al vaglio: botulino, listeria, epatite fulminante o una intossicazione chimica. A spiegare la gravità del quadro clinico è Vincenzo Cuzzone, responsabile della Rianimazione del Cardarelli di Campobasso: “I quadri clinici hanno avuto un’evoluzione veramente rara che ha portato rapidamente al decesso nonostante le forme di supporto intensive che abbiamo messo in atto”. E aggiunge: “Hanno cominciato ad avere i sintomi dopo un pasto, ma sono notizie frammentarie. C’è stata un’insufficienza epatica e poi una cascata di eventi, uno dopo l’altro, con una rapidità veramente unica che ha portato a un’insufficienza multiorgano”.
L’inchiesta della Procura
La Procura di Campobasso ha aperto un’inchiesta a carico di ignoti. Le indagini sono affidate alla Squadra mobile, guidata da Marco Graziano. Gli investigatori hanno acquisito le cartelle cliniche, ascoltato le persone informate sui fatti e sequestrato i cibi presenti in casa, che saranno sottoposti ad analisi di laboratorio. L’autopsia sui corpi di madre e figlia è stata disposta per mercoledì.
Il paese in lutto: “Non si può morire così”
Pietracatella, poco più di mille abitanti, è avvolta dal silenzio. “Una tragedia che ci lascia senza parole”, dichiara il sindaco Antonio Tommasone. “Il paese adesso è vuoto. Siamo tutti in casa, non sappiamo che dire”. Il primo cittadino ha proclamato il lutto cittadino nel giorno dei funerali e ha annullato tutte le iniziative natalizie. “Conosco Gianni Di Vita da molti anni, ora è consigliere comunale. Parlo a fatica. Sono ore di grande dolore per tutti noi”. Nei bar del paese, oltre allo sgomento, emerge la rabbia. “Vogliamo capire il motivo dell’intossicazione, ma soprattutto se i medici avrebbero potuto salvarle e perché siano state rimandate a casa più volte”, dicono alcuni conoscenti a Repubblica. “Non si può morire in questo modo”.
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