“Mamma, ho perso l’aereo” compie 35 anni: il ritorno al cinema del Natale più anni Novanta di sempre
- Postato il 25 ottobre 2025
- Di Panorama
- 2 Visualizzazioni

C’erano gli anni Novanta, le lucine a intermittenza e l’albero addobbato troppo presto. E poi c’era lui: Kevin McCallister, otto anni e una missione impossibile — difendere la sua casa dai ladri più sfortunati della storia del cinema. A trentacinque anni dalla sua uscita, Mamma, ho perso l’aereo torna sul grande schermo dal 4 al 10 dicembre in versione restaurata 4K, riportando in sala quell’atmosfera che solo un classico può evocare: un mix perfetto di risate, malinconia e magia natalizia.
Una settimana per tornare bambini
Nexo Studios celebra l’anniversario del film con un’iniziativa che sa di calore e nostalgia: una settimana di proiezioni-evento. L’invito? Semplice: indossare il proprio maglione di Natale più eccentrico e scattarsi un “Family Christmas Portrait” accanto al poster celebrativo del film.
E nell’attesa del ritorno in sala, la colonna sonora delle feste è già pronta: una playlist natalizia su Spotify, con le musiche più iconiche tratte dai grandi classici del periodo.
Un fenomeno pop che non invecchia
Diretto da Chris Columbus e scritto da John Hughes, Mamma, ho perso l’aereo è più di una commedia: è un rito collettivo. Campione d’incassi, candidato a due Oscar e due Golden Globe, il film divenne un simbolo degli anni Novanta grazie alla sua miscela irresistibile di slapstick, ironia e dolcezza.
Macaulay Culkin, allora poco più che un bambino, divenne in un attimo l’icona mondiale della ribellione domestica, con quel suo sguardo impertinente e la sua capacità di trasformare una casa borghese americana in un campo di battaglia creativa.
Il Natale secondo John Williams
E che Natale sarebbe senza musica? La colonna sonora di John Williams, disponibile in streaming, resta una delle più riconoscibili e intramontabili di sempre: bastano poche note di “Somewhere in My Memory” per far riaffiorare l’infanzia, il profumo di biscotti al burro e il tintinnio dei regali sotto l’albero. È un suono che non accompagna solo il film, ma che ne diventa l’anima: un’orchestra di archi e cori bianchi che trasforma ogni scena in una cartolina natalizia perfetta.
Williams — già autore delle colonne sonore di E.T., Harry Potter e Indiana Jones — con Mamma, ho perso l’aereo ha firmato una delle sue partiture più delicate, riuscendo a racchiudere in musica tutto ciò che il Natale rappresenta: la malinconia delle partenze, la dolcezza del ritorno e la meraviglia dell’attesa. Ascoltarla oggi significa ritrovare un’epoca in cui il Natale aveva ancora un suono analogico, fatto di vinili e radioline in cucina, di voci che si sovrapponevano e di risate che rimbalzavano sui muri.
È forse questo il vero segreto del film: la sua colonna sonora non accompagna la storia, la racconta. È il battito del cuore di Kevin, il ritmo delle sue trappole e il respiro di quella casa che da luogo di abbandono si trasforma in rifugio, in teatro d’affetto e d’infanzia. Un tema che, dopo 35 anni, continua a risuonare ogni volta che parte la sigla di apertura — come una campanella che ci ricorda che il Natale, quello vero, non ha mai smesso di suonare.
Trentacinque anni dopo, la stessa magia
Dal 10 novembre si aprono le prevendite — proprio nel giorno in cui, nel 1990, il film debuttava per la prima volta a Chicago. Un tempismo perfetto per riaccendere il ricordo di un’epoca in cui bastava un biglietto del cinema per sentirsi dentro una favola.
Oggi come allora, Kevin resta la metafora di un Natale che non si arrende mai: ingegnoso, tenero e un po’ sopra le righe. Perché crescere è inevitabile, ma perdere l’aereo — almeno una volta l’anno — è ancora il modo più bello per tornare bambini.





