Mammografie ignorate, allarme nazionale: donne mai richiamate e screening oncologici nel mirino
- Postato il 23 ottobre 2025
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- Di Blitz
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L’allarme nazionale per la sanità: mammografie ignorate, donne mai richiamate dopo gli screening. Cosa sta succedendo.
Un allarme investe la sanità dopo la scoperta che migliaia di donne non sono mai state richiamate per i risultati sospetti delle loro mammografie.
Questa grave negligenza ha portato a diagnosi tardive di tumori mammari in fase avanzata, facendo emergere un fallimento istituzionale che scuote politica e opinione pubblica.
Il fallimento dello screening oncologico: cosa è successo
L’associazione Amama, che riunisce donne operate di cancro al seno, ha svelato che centinaia, forse oltre duemila pazienti, non sono mai state convocate per accertamenti successivi dopo mammografie con referti sospetti. Molti risultati anomali sarebbero rimasti bloccati nei sistemi informatici o non trasmessi ai medici di riferimento, causando ritardi letali nelle diagnosi. Il programma di screening oncologico per il tumore al seno, fondamentale per la prevenzione, prevede mammografie biennali gratuite per donne tra 50 e 69 anni, con l’obbligo di richiamare le pazienti in caso di anomalie.
Tuttavia, in Andalusia, regione sud della Spagna, questa procedura è stata compromessa da carenze di personale e inefficienze burocratiche, come confermato da testimonianze di radiologi dell’ospedale Virgen del Rocío di Siviglia. Inizialmente, la Junta de Andalucía, guidata dal presidente Juan Manuel Moreno Bonilla , ha definito la situazione un “errore tecnico” minimizzando l’entità del problema. Ma la pressione mediatica e le proteste pubbliche hanno costretto il governo regionale a un cambio di rotta. Le dimissioni della consigliera alla Salute, Rocío Hernández, hanno segnato un punto di svolta, accompagnate dall’annuncio di un piano straordinario di investimenti per 12 milioni di euro.
Il piano prevede l’assunzione di 65 nuovi radiologi e l’estensione degli orari di apertura dei centri di screening nei weekend per rispondere all’emergenza accumulata. Moreno Bonilla ha sottolineato l’impegno a risolvere la crisi con “serietà e trasparenza”, ma le opposizioni denunciano da tempo un progressivo smantellamento della sanità pubblica a favore del settore privato.

Negli ultimi anni, la gestione della sanità andalusa da parte del PP ha introdotto riforme che hanno permesso al personale medico pubblico di lavorare anche in strutture private, contribuendo a un sistema sanitario duale. I sindacati e i partiti di opposizione come PSOE, Adelante Andalucía e Sumar accusano il governo di aver favorito il privato a discapito della sanità pubblica, privando quest’ultima di risorse essenziali e competenze. Le proteste si sono moltiplicate davanti agli ospedali principali di Siviglia, Granada e Málaga, con slogan emblematici come “La sanità non si vende, si difende” e “I nostri corpi non sono numeri”. Questo malcontento riflette una crisi profonda non solo nel settore oncologico, ma anche in tutta la gestione sanitaria regionale.
Secondo fonti interne al Servicio Andaluz de Salud (SAS), anomalie simili potrebbero riguardare anche altri programmi di screening oncologici, come quelli per il cancro al colon e alla cervice uterina. Se confermato, questo comporterebbe un allarme ancora più grave, con ripercussioni significative sull’intero sistema di prevenzione sanitaria in Andalusia. La vicenda sottolinea la necessità di riforme strutturali, tra cui il potenziamento del personale, il miglioramento dei sistemi informatici e una maggiore coordinazione tra i vari livelli di assistenza sanitaria, per evitare che casi di negligenza come questo si ripetano in futuro.
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