“Mancano i chip, lo stop alla produzione è imminente”: le fabbriche europee di auto vicine al collasso
- Postato il 29 ottobre 2025
- Economia
- Di Il Fatto Quotidiano
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I semiconduttori stanno finendo e così le fabbriche europee di automobili sono a un passo dalla chiusura forzata. L’Acea, l’associazione continentale dei costruttori, parla ormai di “imminente interruzione”, con il settore che sta raschiando il fondo del barile “attingendo alle scorte di riserva” mentre le forniture “stanno rapidamente diminuendo”. Diverse case automobilistiche, ha ricordato l’Acea, “prevedono già un imminente arresto delle linee di assemblaggio” mentre – è la critica rivolta alla Commissione Europea – “la controversia politica con la Cina rimane irrisolta”.
Il comparto automotive, già nel pieno della bufera per le regole sulla transizione, si ritrova quindi a dover affrontare un nuovo, tragico problema che dimostra come la filiera, al di là della motorizzazione delle vetture, sia legata mani e piedi a Pechino. La sirena d’allarme è infatti scattata negli uffici dei gruppi dopo la decisione del governo olandese sull’azienda Nexperia, colosso controllato dalla cinese Wingtech che detiene circa un’ampia quota di mercato globale dei semiconduttori. I Paesi Bassi hanno deciso di riprendersi il controllo di Nexperia, che produce wafer semiconduttori poi spediti in Cina per confezionamento e test prima di essere rimandati in Europa.
La mossa olandese è stata insufflata dagli Usa, che hanno minacciato di non rimuovere i dazi sui suoi prodotti fino a quando l’amministratore delegato di Nexperia fosse rimasto l’azionista di controllo di Wingtech Zhang Xuezheng. Dpo l’azione del governo dei Paesi Bassi, Pechino ha deciso di bloccare l’uscita dalla Cina della maggior parte dei prodotti finiti di Nexperia. La separazione delle attività, ha avvisato il portavoce di Wingtech interpellato dal Financial Times, provocherebbe il collasso delle attività in terra olandese.
A pagare le spese di questa guerra sull’asse Washington-Aia-Pechino sono i costruttori, già allo stremo. Basti pensare che ogni veicolo prodotto contiene da 1.000 a 3.000 chip in media. Negli scorsi giorni, Volkswagen aveva annunciato lo stop all’assemblaggio della Golf e un raffreddamento della produzione è allo studio anche da parte di Seat/Cupra e Audi. Alcuni fornitori delle case automobilistiche – come Valeo che fa parte della filiera di Stellantis – stanno cercando di trovare nuovi canali di approvvigionamento, ma i tempi non sono rapidi perché ogni pezzo deve rispondere agli standard di sicurezza del settore.
Bruxelles, intanto, non riesce a smuovere politicamente la situazione. Il commissario Ue al Commercio Maros Sefcovic ha sostenuto di essere “stato in contatto questa settimana sia con funzionari cinesi che con quelli olandesi” per “trovare una rapida soluzione a questo problema”, che è “serio”. Giovedì una delegazione tecnica cinese arriverà in Belgio, per incontrare i funzionari della Commissione nella giornata di venerdì e, con ogni probabilità, le due parti cercheranno di iniziare a trovare una soluzione alla guerra de chip che sta fermando le fabbriche di auto.
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