Mancini jr: ho scoperto Pogba, Kvara e Leoni, sogno di essere ds con papà allenatore per sgridarlo
- Postato il 27 agosto 2025
- Di Virgilio.it
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Ha indossato le maglie di Inter, Manchester City e Cosmos, ha lavorato con Deco al Barcellona ma prima di scrollarsi di dosso l’etichetta di figlio di papà Andrea Mancini sa di dover mangiare ancora sabbia. Il figlio dell’ex ct è tornato alla Samp come ds dopo un’esperienza al Barcellona e si confessa alla Gazzetta.
La famiglia di Mancini
In Usa uno come lui lo chiamano “the middle”, il figlio di mezzo. Secondogenito di Roberto Mancini, nato dopo Camilla e prima di Filippo (che pure ha tentato la carriera di calciatore): tutti e tre figli della prima moglie dell’ex ct Federica Morelli (dal 2016 Mancini ha una relazione con la 44enne Silvia Fortini, che lavora come avvocato presso un importante studio legale della capitale).
Era il 24 gennaio 2012 quando, accompagnato dal nonno Aldo, Mancini Junior, non ancora ventenne, firmò un contratto con l’Alma Juventus Fano, Seconda Divisione girone B e il piccolo Mancio, dopo anni passati nei settori giovanili altisonanti (Inter, Bologna e Manchester City), provò a cimentarsi con i grandi (di età) nella terra natia del padre: le Marche. Alla fine fu un’avventura senza lasciare ricordi: 7 presenze, zero gol.
I paragoni col padre
Se ti chiami Mancini è tuo papà è quel Roby lì scontato che si aspettino magie (“erano inevitabili i paragoni con mio padre. Ma i colpi di tacco non si insegnano e non si imparano, fanno parte dell’istinto. Io non avevo la sua classe ma ci ho provato lo stesso”) così dopo esperienze in Spagna con Real Valladolid, Budapest Honved e Halads (Ungheria) e negli Usa con DC United e Cosmos, Andrea ha cambiato mestiere. Dal campo alla scrivania.
Proprio a New York ha conosciuto Joe Barone e, dopo aver appeso gli scarpini al chiodo, ha intrapreso la carriera da dirigente alla Fiorentina per poi passare alla Samp, la squadra di famiglia. Inevitabile quasi per uno che è nato tre mesi dopo la finale di coppa dei Campioni persa da suo papà Roberto con la Sampdoria.
Alla Gazzetta Mancini jr rivela il suo sogno: “Fare il ds in un club con mio padre allenatore. Finalmente potrei cazziarlo io per una volta. Non so se accadrà, ma se ci riuscirò ci divertiremo insieme. Ci avevo già provato a maggio scorso, ma per tornare alla Samp non era il momento giusto”.
Le scoperte sul mercato
Che Andrea sia capace lo dimostrano esempi pratici: segnalò Kvara alla Fiorentina e Pio Esposito al Barca ed è stato tra i primi a credere in Leoni: “Andai a vedere una partita del Padova contro il Pontedera, nel dicembre 2023. Questo ragazzo mi impressionò subito, lo segnalai al mio capo scout Lorenzo Giani. L’ultimo giorno di mercato: stavo trattando Alvarez e scoprii che aveva lo stesso procuratore di Leoni. Chiudemmo l’affare in prestito con l’obbligo di riscatto a 1,5 milioni. Al primo allenamento Pirlo mi disse che era un giocatore fuori dalla norma. Ero talmente convinto del suo valore che lasciando la Samp (ci è tornato nella scorsa primavera ndr) chiamai subito De Rossi. Gli consigliai il giocatore per la Roma, lui parlò con la società ma non riuscì a convincere i dirigenti che sarebbe valsa la pena prenderlo”.
Anche al padre ha consigliati talenti diventati big: “Quando allenava lo Zenit gli dissi che avevo visto un talento assurdo nel Real Madrid Castiglia, Valverde E poi David Silva. Con la Primavera del Bologna affrontai la Under 18 del Manchester United. Chiamai subito mio padre: informati, gli dissi, ho visto un giocatore in mezzo al campo straordinario. Alto, classe immensa, colpo di testa, lancio lungo. Vallo a prendere di corsa. Sapete chi era? Paul Pogba”.