Manovra, cosa è cambiato rispetto alla bozza: Irpef al 33%, cambia la norma sugli affitti brevi

  • Postato il 22 ottobre 2025
  • Economia
  • Di Blitz
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Il disegno di legge di bilancio di previsione dello Stato per il 2026, insieme al bilancio pluriennale, ha ricevuto la bollinatura della Ragioneria di Stato e il via libera per l’invio alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Lo ha comunicato ufficialmente il Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef). Il testo definitivo conta 154 articoli, un numero superiore rispetto alla prima bozza di 137 articoli circolata nei giorni precedenti.

Si tratta del documento cardine della prossima manovra economica (qui il PDF), che delinea le priorità del governo in materia di fisco, welfare, sanità e finanza pubblica. Il testo definisce anche gli interventi correttivi per assicurare equilibrio di bilancio e rispetto dei vincoli europei, oltre a introdurre misure strutturali per sostenere famiglie, lavoratori e imprese in una fase economica ancora incerta.

Affitti brevi, Irpef e pensioni: le principali modifiche fiscali e sociali

Una delle novità più rilevanti riguarda la norma sugli affitti brevi. L’aumento della cedolare secca al 26% si applicherà solo a chi si affida a intermediari o piattaforme digitali, mentre resterà al 21% per chi gestisce autonomamente i propri contratti. Secondo la relazione tecnica, il 90% dei locatori continuerà a utilizzare le piattaforme online, generando un get­tito aggiuntivo stimato in oltre 102 milioni di euro l’anno.

Confermato anche il taglio dell’Irpef dal 35% al 33% per i redditi tra 28.000 e 50.000 euro, misura che coinvolgerà circa 13,6 milioni di contribuenti. Per i redditi superiori a 200.000 euro è prevista una riduzione delle detrazioni fiscali pari a 440 euro.

Sul fronte previdenziale, il ministro Giancarlo Giorgetti ha chiarito che l’aumento delle pensioni minime di 20 euro al mese interesserà circa 1,1 milione di pensionati, con una spesa complessiva di 295 milioni di euro annui dal 2026. Confermata la continuità per chi beneficia dell’Ape sociale, senza rischio di nuovi “esodati”.

Cultura e sanità: riduzioni e nuovi investimenti

Nel settore culturale, si riducono i tagli al Fondo per il cinema e l’audiovisivo, che passano da 190 a 150 milioni nel 2026, e da 240 a 200 milioni nel 2027. Il fondo rimarrà comunque superiore ai 500 milioni di euro annui.

Più consistente l’intervento in campo sanitario: il finanziamento del fabbisogno nazionale crescerà di 2,4 miliardi di euro nel 2026 e di 2,65 miliardi dal 2027, con risorse destinate a prevenzione, nuove assunzioni e potenziamento della “farmacia dei servizi”.

In particolare, 238 milioni di euro annui verranno dedicati allo screening preventivo dei tumori della mammella, del colon-retto e del polmone, con un’estensione delle fasce d’età coinvolte.

Nuove entrate fiscali: Rottamazione-Quinquies e aumento dell’Irap

La manovra introduce la Rottamazione-Quinquies, che consentirà di dilazionare i pagamenti fiscali in un massimo di 54 rate bimestrali. Il gettito complessivo stimato è di 9 miliardi di euro tra il 2026 e il 2036.

Previsto anche un aumento temporaneo dell’Irap per banche e assicurazioni: dal 4,65% al 6,65% per gli istituti di credito e dal 5,90% al 7,90% per le compagnie assicurative. Questa misura garantirà oltre 4 miliardi di euro di entrate nel quinquennio 2026-2030.

Parallelamente, la tassa sui redditi esteri per chi rientra in Italia sale da 200.000 a 300.000 euro, mentre per ogni familiare incluso nel regime agevolato l’importo passa da 25.000 a 50.000 euro.

Fondi straordinari e spending review dei ministeri

Nel testo è istituito un fondo da 2,2 miliardi di euro per coprire eventuali contenziosi legali e infrazioni europee, come il rimborso dovuto a Mediolanum dopo la sentenza della Corte di giustizia Ue sulla doppia tassazione dei dividendi.

Contestualmente, viene avviata una spending review ministeriale: circa 7 miliardi di euro di tagli in tre anni, di cui 2,2 miliardi nel 2026. Tra i dicasteri più interessati figurano il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti (oltre 520 milioni), il Mef (450 milioni) e il Mase (370 milioni). Anche Palazzo Chigi contribuirà, versando 50 milioni di euro l’anno a partire dal 2026.

 

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Blitz

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