Manovra, Giorgetti espone la legge di bilancio in CdM, venerdì ulteriore esame

  • Postato il 15 ottobre 2025
  • Di Panorama
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«Oggi chiudiamo i numeri, poi le norme si perfezioneranno giovedì o venerdì», questa le tempistiche annunciate ieri dal ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, interpellato sulla legge di bilancio del 2026. Nel pomeriggio di martedì, il ministro dell’Economia ha illustrato in Consiglio dei Ministri i punti cardine della nuova manovra, e proprio durante il cdm è stato approvato il Documento di programmazione di bilancio, che contiene le tabelle con tutti i numeri della manovra e va inviato a Bruxelles entro il 15 ottobre.

La manovra 2026 si delinea come un intervento da circa 18 miliardi di euro, con un impatto pari allo 0,7% del PIL, rappresenta la legge di bilancio più contenuta dal 2014, un altro segno della volontà del governo Meloni di mantenere in ordine i conti pubblici.

Taglio dell’IRPEF per il ceto medio

Il cuore della manovra risiede nella riforma dell’IRPEF, con la riduzione dell’aliquota del secondo scaglione dal 35% al 33% per i redditi compresi tra 28mila e 50mila euro. Questa misura, che avrà un costo di circa 2,5 miliardi di euro, rappresenta la continuazione della riforma fiscale avviata nel 2025 con l’accorpamento dei primi due scaglioni IRPEF.​

I benefici della riduzione fiscale si articolano in modo progressivo: chi guadagna 30mila euro annui vedrà un risparmio di 40 euro, mentre per un reddito di 35mila euro il beneficio sarà di 140 euro annui. Il vantaggio massimo di 440 euro spetterà a chi percepisce 50mila euro o più, traducendosi in circa 37 euro mensili aggiuntivi in busta paga.​

Secondo le elaborazioni dei Consulenti del Lavoro, il taglio fiscale raggiungerà circa 10 milioni di contribuenti, includendo lavoratori dipendenti, autonomi e pensionati.

L’Abi conferma il contributo straordinario delle banche

L’Associazione Bancaria Italiana (Abi) ha annunciato mercoledì sera di aver approvato all’unanimità di proseguire in via straordinaria con i contributi pluriennali al Bilancio dello Stato, replicando l’impostazione concordata con il governo lo scorso anno.

Ancora da concordare la cifra, che dovrebbe aggirarsi intorno ai 4,5 miliardi, passando attraverso la tassa sugli extraprofitti del 2023, poi evitata dagli istituti bancari che però si sono impegnati a mettere a riserva 6,3 miliardi di euro. Questa cifra potrà ora essere svincolata pagando un contributo straordinario attorno al 26-27% (molto più basso del 40% previsto inizialmente).

Pacchetto di misure per le famiglie

Dovrebbe anche esserci lo stanziamento di circa 1 miliardo di euro destinato al sostegno della natalità, vero e proprio cruccio dell’Italia, che ormai da anni è in continua contrazione demografica.​

Tra le misure confermate nella manovra spicca il congedo parentale indennizzato all’80% della retribuzione per tre mesi. La misura, già operativa nel 2025, verrà rinnovata con termini slittati in avanti di un anno.​

Il bonus mamme lavoratrici subirà un potenziamento, mantenendo l’esonero contributivo per le lavoratrici con contratto a tempo indeterminato. Si ipotizza inoltre l’introduzione di nuovi incentivi per i neonati, inclusa la possibilità di un fondo pensione dedicato ai nuovi nati, sul modello dell’iniziativa già sperimentata in Trentino-Alto Adige.​

Investimenti nella sanità

Il settore sanitario beneficerà di un incremento sostanziale del Fondo Sanitario Nazionale, che raggiungerà 143 miliardi di euro nel 2026, con un aumento di 6 miliardi complessivi, di cui 2,3 miliardi aggiuntivi rispetto alle previsioni già stabilite.​

Il piano straordinario di assunzioni costituisce l’elemento più rilevante degli investimenti sanitari. Sono previste 27mila nuove assunzioni nel triennio 2026-2028. La distribuzione temporale prevede un incremento dell’1,5% degli organici nel 2026 con 420 milioni di euro, crescendo al 3% nel 2027 con 845 milioni, fino al 6% a regime dal 2028 con 1,6 miliardi annui.​

Aumento delle spese militari

Un aspetto particolarmente rilevante della manovra riguarda l’aumento della spesa per la difesa, che prevede un incremento di 12 miliardi di euro nel triennio 2026-2028, subordinato all’uscita dell’Italia dalla procedura europea per disavanzo eccessivo.​

La progressione degli investimenti militari seguirà una traiettoria graduale: 0,15% del PIL nel 2026 (circa 3,3 miliardi), 0,3% nel 2027 e 0,5% nel 2028. Questo percorso porterà la spesa militare italiana dall’attuale 2% del PIL al 2,5% entro il 2028, in linea con gli impegni assunti verso la NATO.​

Le prossime tappe

Dopo l’invio del Documento programmatico di bilancio a Bruxelles entro il 15 ottobre, il governo dovrà presentare ufficialmente la manovra al Parlamento entro il 20 ottobre.​

A novembre arriveranno le previsioni economiche della Commissione UE e il primo parere di Bruxelles sulla manovra. L’iter parlamentare si intensificherà quindi nelle settimane di novembre e dicembre, quando si tratterà su modifiche ed emendamenti.​

La scadenza finale rimane fissata al 31 dicembre 2025, data entro la quale la legge di bilancio dovrà essere approvata da entrambi i rami del Parlamento per entrare in vigore il 1° gennaio 2026.

Autore
Panorama

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