Manovra, Tajani e Salvini ancora contro la norma sugli affitti brevi. Il leader di Fi: “Decide la politica, non i grand commis”

  • Postato il 23 ottobre 2025
  • Politica
  • Di Il Fatto Quotidiano
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“Mi pare che a volte ci sia qualche grand commis al ministero delle Finanze che ha voglia di punire, reintegrare le tasse. Ma decide la politica, non i grand commis“. Il leader di Forza Italia Antonio Tajani torna a scagliarsi contro l’aumento della tassazione sugli affitti brevi previsto nel ddl di bilancio, con la “cedolare secca” – la flat tax per i redditi da locazione – che tornerà al 26% senza più la riduzione al 21% introdotta lo scorso anno. Dopo le polemiche di Tajani e dell’altro vicepremier, il segretario leghista Matteo Salvini, la misura è stata leggermente rivista: non riguarderà chi affitta da privato a privato, senza appoggiarsi a intermediari o piattaforme come Airbnb o Booking. Questi casi però sono oramai molto rari, e infatti il ministro degli Esteri non si accontenta affatto: “Per quanto riguarda gli affitti, noi abbiamo detto che siamo contrari a qualsiasi tassa. È stata in parte modificata la proposta, che non era stata discussa in Consiglio dei ministri. E adesso in Parlamento faremo di tutto perché si possa tornare allo stato attuale, nessuna tassa né per chi affitta senza intermediario né per chi affitta con le piattaforme. Non credo che sia giusto attaccare ancora una volta la casa, quindi presenteremo emendamenti al Senato per eliminare questa tassa”, annuncia a margine del vertice del Partito popolare europeo a Bruxelles.

La manovra, che ieri ha ricevuto il via libera (la “bollinatura”) della Ragioneria generale dello Stato, è stata trasmessa mercoledì sera al Senato, da dove inizierà il suo iter parlamentare. In un’intervista al Messaggero Veneto, Tajani ribadisce che Forza Italia non voterà “alcuna tassa aggiuntiva” sulle case e annuncia emendamenti anche sull’aumento dell’imposizione dei dividendi incassati dalla società, nonché sui mancati aumenti salariali a militari forze dell’ordine. Ma il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani lo frena: “Ogni partito deve cercare di rivendicare le proprie posizioni, ma l’impostazione della finanziaria è già chiusa“, dice l’esponente di FdI a margine di una conferenza stampa alla Camera. “Poi in Parlamento discuteremo dei dettagli, ma il grosso è chiuso. I gruppi parlamentari hanno tutto il diritto di fare emendamenti, la manovra non è stata blindata, ma i certo non si possono mettere in discussione i saldi di bilancio e il quadro complessivo”, avverte.

Anche Salvini, però, torna a dichiarare guerra all’aumento della cedolare secca: “È una tassa sciocca con un gettito minimo che lede l’iniziativa privata e la proprietà privata, che inavvertitamente è entrata in manovra perché non ne abbiamo parlato. Quindi il destino è di venire cancellata tramite il voto parlamentare che è sovrano”, promette, intervistato da Mario Sechi a un evento organizzato dal quotidiano Libero a Roma. Il leader del Carroccio torna poi a rivendicare l’intervento sulle banche, su cui invece la posizione della Lega è opposta a quella di Forza Italia: “Più le banche si lamentano più presentiamo emendamenti per aumentare il prelievo. Ogni lamentela porterà a un 1% di Irap in più e con quei soldi faccio sei piani casa”, afferma. Il tutto mentre Tajani sottolinea che gli istituti di credito “non sono un nemico” e “un atteggiamento arrogante fa danni alle imprese e spaventa gli investitori”.

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