Maratea, il sindaco Albanese attacca la Regione per il porto
- Postato il 11 luglio 2025
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Il Quotidiano del Sud
Maratea, il sindaco Albanese attacca la Regione per il porto
Porto, Comune Maratea contro Regione: il sindaco Cesare Albanese: «Maratea è di tutti e deve rimanerlo». La giunta vuole ricorrere al Tar.
MARATEA (POTENZA)- porto turistico di Maratea non può essere ceduto e privatizzato come un qualsiasi bene in commercio: in estrema sintesi è questo il messaggio che vuole diffondere il sindaco, Cesare Albanese, nel lungo comunicato inviato ieri. Con delibera di giunta, avantieri l’amministrazione comunale di Maratea ha dato mandato al sindaco di ricorrere al Tar di Basilicata, per impugnare il provvedimento del dirigente generale dell’Ufficio demanio marittimo della Regione Basilicata che ha rigettato i motivi di opposizione all’avviso pubblico relativo all’affidamento dell’intero porto turistico della Perla del Tirreno, nonché gli atti presupposti e conseguenti.
«Si tratta – è scritto nella nota – di un atto necessario, preso all’unanimità dalla giunta e con il consenso convinto e granitico di tutto il gruppo di maggioranza, a salvaguardia degli interessi preminenti della comunità marateota, che si vedrebbe spogliata del suo principale asset, strategico per il suo sviluppo e complementare all’istituenda Area Marina protetta, oltre che a tutela dell’interesse pubblico nella sua più ampia connotazione.
LE ASPETTATIVE DEL COMUNE DISATTESE
La speranza era quella di veder annullato in autotutela dalla Regione Basilicata l’avviso pubblicato il 23 dicembre 2024, già solo per la macroscopica forzatura di voler ridurre le 12 concessioni di punti ormeggio esistenti a un’unica concessione portuale e di quintuplicare la superficie in concessione (da 16 mila a oltre 73 mila metri quadri) sino a ricomprendere l’intera infrastruttura portuale (intero specchio acqueo, molo nord, molo sud, banchine, spiagge e camminamenti).
Sembrava trattarsi di un atto meramente tecnico, nell’imminenza della scadenza delle concessioni esistenti, in uno scenario normativo repentinamente mutato, necessario al fine di fronteggiare la stagione estiva 2025, con le dovute e necessarie proroghe ai vecchi concessionari, per poi ridiscuterne, nei dovuti tempi e con la partecipazione almeno dei soggetti pubblici più direttamente interessati (cioè il Comune di Maratea e la Capitaneria di Porto), su quali fossero le scelte migliori per il locale porto e per il territorio. Così non è stato». «Il Comune di Maratea – spiega il primo cittadino – si è formalmente opposto al rilascio della concessione dell’intera infrastruttura portuale, chiedendo l’annullamento della procedura, illegittima sotto più profili».
LE CONTESTAZIONI DEL MUNICIPIO GUIDATO DAL SINDACO ALBANESE SUL PORTO DI MARATEA
Ed ecco le contestazioni del Municipio: «La manifesta illegittimità della procedura, poiché, non trattandosi della concessione di meri punti di ormeggio, ma dell’intera infrastruttura portuale, la Regione non è l’autorità competente al rilascio; la privatizzazione dell’intera infrastruttura portuale, conseguente al rilascio di una concessione comprendente l’intero specchio acqueo e la gran parte delle opere a terra (moli, spiagge, banchina eccetera); la sottrazione di spazi alla fruizione pubblica, essendo ricompresi nella concessione la grandissima parte degli spazi da sempre oggetto di libera fruizione da parte della collettività (moli, piazze, spiagge e banchina); la violazione della destinazione vincolata del molo nord, che non può essere oggetto di concessione, stante la tipologia di imbarcazioni che vi ormeggiano, gratuitamente e per legge; l’aver ignorato le criticità infrastrutturali esistenti, connesse all’ordinanza interdittiva dell’avamporto.
L’incompatibilità della concessione dell’intera infrastruttura portuale con l’istituenda Area Marina Protetta, poiché la concessione dell’intero specchio d’acqua dell’area portuale impedirebbe o, comunque, limiterebbe le attività dei mezzi nautici, a cominciare da quelli dell’ente gestore della riserva marina;; l’assenza di pianificazione degli ormeggi all’interno dell’area portuale, considerato che le vecchie concessioni sono sorte “spontaneamente” nei decenni scorsi ed ora sarebbe stato il momento di pianificare seriamente i punti di ormeggio.
IL RIGETTO DELLE OSSERVAZIONI
«L’Ufficio demanio marittimo, con il contestato provvedimento del 20 giugno scorso – prosegue Albanese – ha rigettato le osservazioni con clausole evidentemente di stile, perdendo di vista il faro dell’azione amministrativa della tutela dell’interesse pubblico, arrivando addirittura a esprimere giudizi, non previsti, non richiesti, non dovuti e ancor meno graditi sull’istituenda Area marina protetta, che, invece, ha ricevuto il plauso unanime, tra gli altri, della III commissione consiliare permanente della Regione. E’ evidente che l’amministrazione comunale non può rimanere inerme e ha deciso di impugnare tutti gli atti emanati dall’Ufficio in questione».
«Siamo di fronte a un clamoroso caso di estromissione totale del territorio dai processi decisionali – commenta ancora il sindaco della cittadina tirrenica – e di disprezzo dell’interesse pubblico in generale. Si tratta di una vera e propria “occupazione” del territorio. La stessa scelta di affidare ad un privato l’area portuale, quand’anche non fosse affetta dai profili di illegittimità di cui sopra, sarebbe una scelta miope, in totale controtendenza rispetto a quanto accade in tutti i porti pubblici italiani, affidati ai Comuni rivieraschi.
I PROGETTI IN ATTO DEL COMUNE
Da decenni, ormai, il Comune di Maratea realizza opere sull’infrastruttura portuale, anche senza avere il trasferimento delle relative risorse, supplendo alle deficienze dell’Ufficio demanio marittimo, che si arroga solo il diritto di assumere decisioni sulla “pelle” della Città». Il sindaco spiega i progetti in atto: «In queste settimane – afferma – stiamo ultimando i lavori del primo lotto di messa in sicurezza del molo nord e stiamo per realizzare l’impianto antincendio nell’avamporto, la cui persistente mancanza avrebbe provocato l’impossibilità per circa duecento natanti di essere accolti in porto. Stiamo per approvare i lavori del secondo lotto della messa in sicurezza di entrambi i moli e di realizzazione di una passeggiata panoramica, da sempre agognata dai residenti e dai turisti.
Nei prossimi mesi dovremmo ricevere, da altri uffici regionali, il finanziamento per realizzare un’isola ecologica meccanizzata, che risolva i problemi della raccolta dei rifiuti in ambito portuale, e dovrebbe uscire il bando per la realizzazione, sul molo nord, dei tanto attesi ripari di pesca per la nostra flotta di pescatori». «Quanto sopra – ammonisce Albanese – è incompatibile con la concessione dell’infrastruttura portuale ad un privato. Dopo aver investito una decina di milioni di euro di soldi pubblici per la messa in sicurezza ed il miglioramento dell’unico porto pubblico della nostra regione, lo si vorrebbe dare in concessione ad un privato per un paio di centinaia di migliaia di euro all’anno, sottraendolo all’uso pubblico».
L’APPELLO: «MARATEA DEVE RIMANERE DI TUTTI»
«Maratea è di tutti e deve rimanere di tutti», avverte. «Tutto ciò non è tollerabile. Di quanto sta accadendo abbiamo informato Il Presidente della Giunta regionale e gran parte dei gruppi consiliari di maggioranza, trovando la loro comprensione, oltre che la non condivisione dell’idea di privatizzare il nostro porto. Confidiamo a questo punto, non tanto nella via giudiziaria, che rimane sempre l’extrema ratio, ma in un pronto intervento del presidente Bardi e della sua giunta, formalmente investiti della questione, con il vivo auspicio che si possa evitare di arrivare al prevedibile durissimo scontro tra la comunità di Maratea e la Regione Basilicata», conclude Albanese.
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Maratea, il sindaco Albanese attacca la Regione per il porto