Marche: Ricci, indagato per corruzione, attacca la destra, ma gli alleati cominciano a sfilarsi

  • Postato il 24 luglio 2025
  • Di Panorama
  • 3 Visualizzazioni

Brutto periodo per il Pd. Se da una parte le inchieste milanesi fanno tremare dalle fondamenta l’amministrazione milanese guidata da Beppe Sala, anche nelle Marche il partito di Elly Schlein ha le sue gatte da pelare. Qui il problema è legato al nome di Matteo Ricci, eurodeputato Pd e candidato alle prossime regionali per il campo largo della sinistra (5 Stelle inclusi).

Ricci, che dal 2014 al 2024 ha ricoperto la carica di sindaco di Pesaro, è stato raggiunto nei giorni scorsi da un avviso di garanzia in quanto indagato per presunte irregolarità in affidi del Comune di Pesaro. L’inchiesta, ribattezzata Affidopoli, vede 24 indagati, di cui 16 per “corruzione”, Ricci incluso.

Secondo l’accusa sarebbe esistito un presunto patto tra l’ex sindaco Ricci, il suo collaboratore Massimiliano Santini e il referente di due associazioni no profit, Stefano Esposto. Per la Procura di Pesaro i tre ne avrebbero tratto vantaggi: denaro e viaggi per Santini, ingenti guadagni per Esposto, e per Ricci una crescita in popolarità e consenso politico, considerata una “utilità non patrimoniale” rilevante.

Lungi dall’essere scalfito dall’avviso di garanzia (facendo scaricabarile sui suoi collaboratori), Ricci è subito passato al contrattacco. Parlando da un evento elettorale a Fermo, il candidato dem alla Regione Marche ha tuonato: «Qualcuno è davvero tanto preoccupato di perdere le elezioni che pensa di far politica così? Sono impauriti, e più sono impauriti più sono cattivi». Ci sarebbe quindi la destra secondo l’ex sindaco indagato dietro all’avviso di garanzia recapitatogli dalla Procura, una visione dei fatti molto curiosa (e poco sensata).

Ricci ha proseguito: «Se credono di intimorirmi non hanno capito di che pasta sono fatto: io ho fatto l’amministratore con la massima trasparenza. Avranno l’effetto contrario, per loro sarà un boomerang che ricorderanno per la vita». Non è chiaro il legame fra rivali politici della destra e indagini giudiziarie, visto i non certo idilliaci rapporti fra governo e magistratura, ma chissà, forse per il candidato dem (e solo per lui) tutto ha perfettamente senso.

Fatto sta che l’attuale governatore delle Marche, Francesco Acquaroli (FdI), ricandidato per il centrodestra alle elezioni di settembre, ha chiarito durante un suo evento elettorale che l’indagine che coinvolge Ricci «non ci interessa, non ci riguarda e soprattutto non sarà oggetto di campagna elettorale»

Ma torniamo all’evento del candidato dem, al termine del suo intervento è arrivata una promessa: «Loro hanno paura, noi vinceremo». Subito dopo la fine del suo intervento il Ricci ha dribblato le domande dei cronisti presenti, inclusa quella su un eventuale ritiro dell’appoggio dei 5 stelle.

Gli alleati sembrano però sfilarsi, almeno fino al 30 luglio, giorno in cui Ricci verrà sentito in Procura. Avs ha rimandato l’incontro di Ricci con Bonelli e Fratoianni, previsto per il 25 luglio, al primo agosto, ovvero dopo che Ricci avrà parlato con i pm; il Movimento 5 stelle ha invece sospeso la campagna elettorale, Conte ha fatto sapere di voler «comprendere se gli venga mossa una semplice contestazione per spese del Comune non corrette o se vi siano gli elementi di una condotta disonesta, che ha portato a indebiti vantaggi personali. Condotta questa che sarebbe incompatibile con i nostri principi e i nostri valori».

La linea dell’ex sindaco è chiara già da qualche giorno: «Non ho mai messo becco su affidamenti e lavori in 15 anni da amministratore. Mi sono fidato del mio collaboratore, che ho scelto tra i giovani che hanno preso tanti voti. Se lui ha sbagliato, io che c’entro? Io sono parte lesa».

Senza entrare nei meriti dell’indagine, a Ricci va certamente la presunzione d’innocenza, eppure che un candidato alla presidenza regionale che sostiene come «amministrare significa cambiare la vita delle persone, cambiare il mondo ogni giorno», affermi al contempo di “non aver mai messo becco su affidamenti e lavori in 15 da amministratore” fa quantomeno sorridere. Delle due l’una, amministrare o non amministrare? Questo è il dilemma.

Autore
Panorama

Potrebbero anche piacerti