Maria Amelia Monti e “Strappo alla regola”: quando dal grande schermo si fugge… verso il teatro
- Postato il 28 ottobre 2025
- Di Panorama
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Dal 28 ottobre al 9 novembre, al Teatro Manzoni di Milano andrà in scena “Strappo alla regola”, brillante commedia scritta e diretta da Edoardo Erba, portata meravigliosamente sul palcoscenico dalla sempre spumeggiante Maria Amelia Monti (nonché sua consorte) e dall’altrettanto talentuosa Cristina Chinaglia.
Se, aperto il sipario, avrete la sensazione di trovarvi nel luogo sbagliato, di essere in un cinema a guardare un film horror degli anni Settanta, anziché a teatro, nessun timore, è tutto scritto nel copione. Perché è proprio nello schermo di un cinema, che Orietta (Maria Amelia Monti), troverà un modo per sfuggire al proprio destino. Nella pellicola, infatti, Orietta, personaggio secondario del film, sta per essere raggiunta da un misterioso assassino e durante la fuga, scopre un provvidenziale strappo nello schermo, piombando sul palcoscenico del teatro! Catapultata in questo nuovo mondo, incontra Moira, maschera che lavora proprio in quel cinema e che, tra l’incredulo e il preoccupato, cerca in tutti i modi di farla rientrare nel film.
Orietta è una donna degli Anni Settanta, femminista, tanto da aver portato avanti le battaglie del Sessantotto, ma anche femminile, non abbandona mai borsetta, pettinino, limetta e profumo. E proprio parlando con Moira, si chiede che fine abbiano fatto tutte le energie spese per le battaglie femministe! Perché Moira è una donna disillusa, dal carattere duro, una donna che ha scelto quel lavoro per affrancarsi da una vita quotidiana difficile e da una relazione disfunzionale, quella che oggi definiamo tossica. L’incontro con Orietta, rivoluzionerà la vita a Moira, perché quella signorina dall’apparenza svampita e ingenua, le insegnerà la possibilità di cambiare, di trovare il proprio “strappo” nella vita e uscire da una situazione scomoda, se non addirittura pericolosa. Una commedia che grazie a una leggerezza calviniana, attraversa temi delicati.
Il palcoscenico sarà abitato solo da queste due donne, che però interagiscono con i protagonisti del film, come Asia Argento, Marina Massironi, Sebastiano Somma. Perché il film si ferma sul fotogramma in cui Orietta esce, e qui si incrociano personaggi (poliziotti, assassini, sensitive), disorientati e confusi, perché la trama è stata interamente stravolta.
I cinefili più attenti troveranno una similitudine tra questo spettacolo e “La rosa purpurea del Cairo”, film del 1985 scritto e diretto da Woody Allen. In effetti, Edoardo Erba ammette di essersi parzialmente ispirato al sofisticato umorista newyorkese, e proprio come il regista americano aveva costruito il personaggio di Cecilia, influenzato dalle caratteristiche della moglie Mia Farrow, lo sceneggiatore italiano ha eccellentemente cucito il personaggio di Orietta sulla personalità della moglie Maria Amelia. Ma c’è una grande differenza: mentre ne “La rosa purpurea del Cairo” il personaggio esce dal cinema per entrare in un altro film, qui, fuori dalla pellicola c’è il teatro, con la gente vera, e la differenza non è solo a livello scenografico.
Come dice la stessa Maria Amelia Monti: “in questo mondo ormai dominato dai social, dagli schermi, dall’intelligenza artificiale, il teatro resta ancora l’unica isola da cui non si può scappare, uno dei pochi, forse unici, posti dove si ha la certezza di non avere davanti un fake, ma delle persone in carne e ossa.”