Marilyn, i segreti di un mito sempre attuale
- Postato il 8 novembre 2025
- Di Panorama
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A cent’anni dalla nascita di Norma Jeane, la bambina che avrebbe fatto di sé stessa la bionda più sexy del mondo, si continua a parlare di lei. Perché quella giovane donna che prese il nome di Marilyn Monroe incarna la figura di un’icona intramontabile e preziosa.
Tanto che nel maggio 2022, Shot Sage Blue Marilyn, uno dei quattro ritratti che fece di lei Andy Warhol, si è aggiudicato il titolo di opera più cara di sempre mai battuta all’asta: 195 milioni di dollari. Così hanno riportato le cronache del 13 maggio di quell’anno, parlando dell’asta dedicata alla collezione di Thomas e Doris Amman in cui il gallerista Larry Gagosian ha acquistato l’iconico ritratto.
Quel primo piano della bellissima, reinterpretato a tinte pastello, è negli occhi di tutti noi e il prezzo incredibilmente elevato a cui Mr. Gagosian se lo è aggiudicato, è giustificato: quella serigrafia è una tessera del puzzle che compone l’immaginario collettivo planetario, tanto che la Monroe è stata spesso accostata per popolarità alla Gioconda.
E ora i preparativi per festeggiare il centenario di Norma Jeane – Marilyn Monroe il primo giugno del 2026 prevedono mostre, libri e altri eventi in giro per il mondo. Chiara Pasqualetti Johnson la racconta nel libro appena uscito in Italia e in altri sei Paesi per la casa editrice White Star, dal titolo Marilyn Monroe. Dea, diva, donna, corredato da oltre 120 fotografie straordinarie. «Troppo spesso», spiega l’autrice, «i biografi, per lo più uomini, si sono concentrati sul giallo della sua morte. Io mi voglio occupare della vita», di quei 36 anni incredibili che hanno trasformato una bimba dall’infanzia infelice e tormentata in un fenomeno planetario, emblema di una femminilità inedita. La storia comincia nella più tenera età di Norma Jeane, in un viaggio fatto di affetti e abbandoni, alla continua ricerca di una famiglia che non avrà mai. Ma perché scrivere un libro su Marilyn oggi, quale impatto ha nella società attuale?
«Come tutti i miti, anche quello di Marilyn è fatto per essere riletto in epoche diverse. E lei è la dea, in senso classico, definita secondo i paradigmi diversi che hanno caratterizzato le decadi. Il mio contributo vuole essere quello di fare luce su un elemento importante: la costruzione di un alter ego pubblico, come succede oggi sui social, in tempi decisamente precoci», risponde Chiara Pasqualetti. «Marilyn rappresenta il potere di costruire ciò che si vuole essere. Ha usato la femminilità in un modo moderno e ha inventato un nuovo modo di essere sexy, che fosse equidistante dall’idea della pericolosa dark lady così come dalla fatina buona e ottima moglie. Marilyn è la bionda sexy da proteggere, libera di mostrarsi sensuale e fragile insieme. Appare pura, candida».
Un esempio? «La storia del calendario. Aveva posato nuda, da giovanissima, e le sue foto popolavano le autofficine di tutta America. Quando la Fox si rese conto che i manifesti dei suoi film ritraevano il volto di quella stessa modella, scoppiò uno scandalo. Ma lei fu capace di disinnescarlo candidamente. Disse che quelle foto le fece da giovane e per bisogno di soldi, ma le rivendicava: la sua bellezza allietava chi voleva guardarla e quegli scatti erano stati realizzati con la moglie del fotografo sempre presente sui set».
Ma non è tutto: «Marilyn fa un gesto dirompente per l’epoca, denunciando in interviste pubbliche il comportamento sessista di registi e produttori a Hollywood, quindi apre la propria casa di produzione. Solo una donna prima di lei aveva provato a farlo e questa scelta si rivelerà strategicamente vincente». E poi? Le storie sono moltissime. Per esempio quella dell’arte che si ispira, per generazioni, al personaggio Marilyn Monroe.
Lo racconta bene una mostra che il 4 giugno prossimo aprirà alla National portrait gallery di Londra, Marilyn Monroe: A Portrait. Ospiterà i lavori di Andy Warhol, Pauline Boty, Marlene Dumas, James Gill, Rosalyn Drexler e Audrey Flack, gli scatti di fotografi del calibro di Cecil Beaton, Philippe Halsman, Bernard of Hollywood, Andre de Dienes, Eve Arnold, Inge Morath, Alfred Eisenstaedt, Milton Greene e Richard Avedon, insieme a oggetti, libri, scritti e abiti appartenuti alla star.
Che viene raccontata anche a Brescia (fino al 27 febbraio presso la Paci Contemporary Gallery, via Borgo Pietro Wuhrer 53) nell’esposizione dedicata a Bert Stern, il celebre fotografo di Hollywood autore di 2.571 foto di Marilyn Monroe all’Hotel Bel Air di Los Angeles per un servizio per Vogue (da cui abbiamo tratto le immagini nelle due pagine precedenti). Diventerà universalmente noto come The Last Sitting: fu l’ultimo per l’attrice, che morirà pochi giorni dopo. Los Angeles non poteva non onorare la sua dea e l’Academy museum of motion pictures propone Hollywood Icon (dal 31/5/26), un percorso espositivo di costumi originali, oggetti personali e materiali d’archivio; Haarlem, in Olanda, darà il via a un festival, MM100 (dal 30/5 al 7/6), tra musica, arte e teatro dedicate al mito. Buon compleanno in anticipo, Marilyn!






