Mario Vespasiani: l’artista “imprendibile”. Un compleanno a pieni giri
- Postato il 6 luglio 2025
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- Di Paese Italia Press
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Il paddock dell’arte contemporanea, il 2 luglio affollato di piloti di quella che potrebbe definirsi la loro Formula 1. Il motore di Mario Vespasiani è a pieni giri, come la sua arte che negli anni non si è mai accontentata delle posizioni raggiunte, per spingersi in una perenne ricerca del limite, dell’equilibro tra controllo assoluto e audacia. Osservare il suo percorso non è come guardare una singola gara, ma un intero campionato del mondo, dove ogni stagione, ogni circuito, ogni condizione atmosferica diventa l’occasione per dimostrare una padronanza totale della guida, capace di “avanzare su ogni tipo di terreno”.
Nel giorno del suo compleanno ripercorrere la carriera di Vespasiani è un’emozione fin dalla prima della curva, decisione e istinto guidano il suo gesto pittorico, che si imprime sulla tela e richiama la precisione millimetrica con cui un pilota imposta le traiettorie. Non c’è esitazione, solo la fiducia assoluta nel proprio “manico”, in quel “sentimento pittorico” che gli permette di sapere esattamente quando frenare l’intelletto e quando accelerare con l’emozione. Questa capacità di essere presente nel momento decisivo, che è poi il primo segno di uno che ha saputo sempre spingersi e condurre oltre.
Poi c’è la velocità, non solo di esecuzione, ma di pensiero e di evoluzione. Mentre molti si specializzano su un unico tracciato, Vespasiani cambia circuito con una disinvoltura che disorienta. Passa dalle arene assolate dell’Impero Romano (“Amphitheatrum Vespasiani”) ai paesaggi letterari di “Eschatology”, dalle megalopoli immaginarie di “Fuori Campo” alle costellazioni mistiche dell’Empireo. Questa capacità di adattamento e di performance costante su “terreni” così diversi è alimentata da un motore eccezionale, un’unità di potenza che non è fatta di cilindri e pistoni, ma di un’intelligenza vorace e di una cultura intesa come un’esigenza erotica. La sua conoscenza della storia, della filosofia e delle scienze è il telaio aerodinamico che gli permette di affrontare le angolazioni più complesse a velocità impensabili, senza mai perdere aderenza con il suo centro.
Una guida sostenuta da una grinta inflessibile, da un’abnegazione e da un lavoro incessante che si svolge ai box, lontano dagli occhi del pubblico è lì che affina la sua tecnica fino a renderla invisibile, fino a raggiungere quella sprezzatura che è il suo vero e proprio controllo di trazione: un sistema che gli permette di scaricare tutta la potenza del suo cuore che romba, mostrando una guida che è il risultato di una preparazione maniacale.
Ma ciò che lo distingue veramente è il suo rapporto con l’eccesso, Vespasiani infatti “guida” tra più dimensioni, la sua non è la ricerca della forma, ma della rivelazione e sa che questa si trova solo lì, sul confine ultimo, nel punto esatto in cui la macchina sta per perdere aderenza e la fisica lascia il posto a qualcosa che assomiglia alla magia. Egli “testa i suoi limiti” emotivi, gestuali e mentali non per un gusto del rischio fine a se stesso, ma perché sa che solo spingendo la propria anima alla massima velocità si possono percepire le verità più profonde.
E noi, spettatori? Noi non siamo seduti in tribuna. La grande abilità di Vespasiani è quella di invitarci dentro, di farci allacciare le cinture e di renderci partecipi del suo viaggio. Vivere una sua opera, una sua mostra, è come entrare nel suo abitacolo, avvolti dalla sua poetica, sentiamo le vibrazioni del suo “motore”, la vertigine della sua velocità. Perché in una “realtà da vertigine”, la sua guida è così credibile, il controllo pieno ma riconoscendo la sicurezza di essere nelle mani di un maestro.
Alla fine del suo Gran Premio, ciò che resta è la scia della traiettoria perfetta, la memoria di un sorpasso impossibile, la sensazione di aver assistito a qualcosa che ridefinisce i limiti. Mario Vespasiani è questo: un pilota dell’anima, che procede non per vincere contro gli altri, ma per superare se stesso, lasciando dietro di sé, giro dopo giro, la propria testimonianza di bellezza, coraggio e rivelazione.
Emblematico fu l’augurio della musa Mara al suo esordio come artista: Mario benvenuto nel mondo dell’arte, che è come un gran premio di Formula 1 e tu sei chiamato a onorare il tuo talento al fine di ottenere il massimo risultato, senza risparmiarti o facendo strategia, ma spingendo al massimo il tuo cuore. Ricorda, questa non è una gara contro gli altri, non c’è nessuno da battere perché semplicemente non c’è nessuno come te. Non devi dar peso al giudizio o alla critica, a chi ti sembra più avanti. Il tuo unico obiettivo è quello di essere imprendibile. Dove uno pensa di trovarti, tu sei già altrove.
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