Mark Carney, l’economista mago delle crisi promette “gomiti alti” anche con Trump: chi è il nuovo premier canadese
- Postato il 29 aprile 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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La sua immagine è agli antipodi rispetto a Justin Trudeau. Nessuna laurea in letteratura o passione per le scienze umanistiche, ma solo numeri. La sua immagine non è cool come quella dell’ex premier, esploso sulla scia dell’era Obama. Quando la nave è in tempesta, però, le mani sul timone sono spesso quelle di Mark Carney, economista e banchiere 60enne di marca Liberale che il Canada ha scelto come nuovo primo ministro dopo l’addio del compagno di partito. Economia e finanza sono il suo ring, l’altro è il campo da hockey, sport nel quale primeggiava da universitario. Lo scontro, quindi, è il suo pane quotidiano e non è un caso che, con Donald Trump in vena di minacce di dazi e annessioni, lo slogan vincente della sua campagna elettorale sia stato “Elbows up“, “gomiti alti“.
Lo ha detto lui stesso: “Sono l’uomo giusto per tempi di crisi, molto più di quanto lo sia per tempi di pace”. E ha già rassicurato i suoi concittadini: “So gestire le crisi, in questa situazione serve esperienza e capacità di negoziazione”. In effetti, dopo la laurea a Harvard, un master e un dottorato a Oxford, oltre a tredici anni in Goldman Sachs, sono cominciati gli incarichi pubblici. Ed è qui che Carney ha saputo costruire la sua carriera basandola, oltre che sulla competenza, sulla capacità di rimboccarsi le maniche e prendere in mano situazioni di crisi, anche estrema. Così, dopo essere stato nel Dipartimento delle Finanze del Canada fino al 2007 e vicedirettore della Banca Centrale nel 2003-2004, ne diventa governatore nel 2008, proprio nell’anno in cui deflagra la crisi finanziaria globale.
È la prima grande prova per il neoeletto primo ministro che, fino a quando nel 2013 lascerà l’incarico, riceverà numerosi riconoscimenti per come è riuscito ad attutire l’impatto del crollo finanziario nel suo Paese, rendendo il Canada il Paese del G7 che meno di tutti ha accusato le conseguenze della grande crisi. Tanto che è stato nominato come uno dei cinquanta, secondo il Financial Times, che indicheranno la via da seguire ed è stato selezionato nella classifica TIME 100 del 2010. A ottobre 2012, poi la rivista Euromoney lo ha nominato Governatore della Banca centrale dell’anno 2012.
Emergenza finita? Nemmeno per sogno. Così, quasi in parallelo alla Presidenza del Financial Stability Board (2011-2018), dal 2013 al 2020 assume, primo non britannico, l’incarico di governatore della Banca d’Inghilterra. Sette anni nel corso dei quali dovrà gestire le turbolenze dell’uscita del Regno dall’Unione europea, dall’inizio delle contrattazioni dopo il referendum del 2016 fino all’uscita definitiva del gennaio 2020.
Adesso la carriera politica, ma le previsioni danno ancora mare in tempesta. Le minacce del vicino a stelle e strisce preannunciano anni di sballottamenti che richiedono una presa ferma sul timone. Carney si prepara a una nuova sfida contro un peso massimo come The Donald. Ma più che con pugni e guardia alta, la affronta come farebbe qualsiasi ex giocatore di hockey: “Gomiti alti”.
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