Marsiglia, De Zerbi rivela tutta la verità sulla rissa Rabiot-Rowe: mai vista una cosa simile

  • Postato il 22 agosto 2025
  • Di Virgilio.it
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Ci sarebbe la partita da giocare ma in casa Marsiglia il tema è sempre lo stesso, la maxirissa negli spogliatoi che ha visto coinvolti Rabiot e Rowe, la decisione del club di cacciarli e le polemiche infinite tra avvocati, procuratori e madri dei giocatori. Un caos di cui avrebbe fatto volentieri a meno Roberto De Zerbi che spiega cosa è successo.

La versione di De Zerbi

Il tecnico dell’Om racconta la sua verità: “Ho giocato a calcio per molto tempo; sono nel mondo del calcio da oltre 30 anni. Sono abituato a parlare di quello che succede nello spogliatoio. Ma penso che dovremmo fare un po’ di ordine, è necessario. In qualsiasi posto di lavoro, se due dipendenti litigano, come in un pub, con un compagno di squadra che era a terra perché aveva perso conoscenza (Darryl Bakola), cosa dovrebbe fare il datore di lavoro? Sospensione o licenziamento”.

Il pugno duro del Marsiglia

La decisione non è stata immediata. Spiega De Zerbi: “Mehdi Benatia, Pablo Longoria e io ci siamo sentiti al telefono questo fine settimana e abbiamo aspettato fino a lunedì prima di comunicare una decisione chiara: rimuovere questi due giocatori dalla squadra in attesa di capire se uno dei due provasse qualche rimorso. In una società calcistica, in un ambiente di lavoro, ci deve essere una gerarchia, e la società deve venire prima di loro. È stata una scelta obbligata, e giusta. Una scelta temporanea per capire come sarebbero andate le cose in seguito. Le guardie del corpo hanno dovuto comunque separare i giocatori.”

La difesa di Longoria e Benatia

De Zerbi difende Longoria e Benatia e aggiunge: “Mehdi Benatia ha davvero aiutato Adrien nella sua vita personale e nelle cose di cui aveva bisogno. Lui è andato oltre il suo ruolo di direttore sportivo, quindi mi dà fastidio quando sua madre attacca il presidente e il direttore sportivo. Quando leggo che sua madre dice che a Greenwood è stata data una seconda possibilità, è falso; stiamo parlando della sua vita privata. Io stesso avevo deciso di nominare Adrien capitano a Parigi.

Ho difeso suo figlio. E in un anno, ho prestato più attenzione a suo figlio che a mio figlio. Ora questa decisione di mettere fuori gioco i due giocatori sarà “benefica” nel “lungo termine”. Io la appoggio la decisione del club, è stata una vera rissa, una rissa come non ne avevo mai viste in tanti anni di carriera. Mentre Darryl Bakola era a terra e privo di sensi…”

De Zerbi non vuol lasciare buchi neri o passaggi incompleti in questa vicenda: “L’ho detto, in campo bisogna mostrare il proprio coraggio. Le proprie palle, come si dice qui. Ma non colpendo il compagno di squadra. Nello spogliatoio ascolto tutti, cerco sempre di mettermi nei panni di tutti. Ma nessuno può calpestarmi, né io né la società. Sapete che rispondo a ogni domanda con onestà, devo anche difendere la mia società e, soprattutto, la verità”.

Il tecnico poi conclude così: Sono l’allenatore, un po’ come il padre dei giocatori. Non mi ha scioccato perché queste cose le ho viste per strada quando ero più giovane. Ma mi ha fatto davvero arrabbiare. Se Adrien fosse stato mio figlio, avrei fatto la stessa cosa. Adrien è dispiaciuto. Pensa che la decisione sia stata troppo seria, troppo importante. Ma gli ho detto quello che ho appena detto a voi: che se fosse stato mio figlio, avrei fatto la stessa cosa. Ora vedrà cosa vuole fare, è possibile che andrà via. Non volevamo una rottura del genere ma ci sono delle regole; l’anarchia in una squadra di calcio non esiste. Devi essere forte per giocare per l’OM. Devi essere abituato a queste montagne russe. E a proposito, no, non ho pensato a dimettermi”.

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