Massoneria, primato della Calabria: almeno 3500 “fratelli” e un centinaio di logge
- Postato il 24 aprile 2025
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Massoneria, primato della Calabria: almeno 3500 “fratelli” e un centinaio di logge
Almeno 3500 “fratelli” e un centinaio di logge, primato della Calabria nella massoneria. Ecco la mappa provincia per provincia
CATANZARO – Ben 3500 massoni calabresi raccolti in 94 logge. Novantasei, se si conteggiano altre due che stanno per innalzare le proprie colonne. Il dato, assolutamente parziale, si riferisce alle due obbedienze principali, il Grande Oriente d’Italia e la Gran loggia regolare d’Italia. E la dice lunga su quanto sia elevata la concentrazione di massoni in una regione con meno di due milioni di residenti, ma che è la più popolosa d’Italia se si contano cappucci e grembiuli. Una regione in fondo a tutte le classifiche economiche ma che, non a caso, ha espresso un anno fa il gran maestro del Goi, Antonio Seminario, di Rossano, anche se le elezioni sono state sospese in seguito al ricorso del romagnolo Leo Taroni. Il Quotidiano è in grado di tracciare una mappa aggiornata delle logge calabresi, provincia per provincia.
Ma bisogna tenere presente che molti massoni neanche figurano negli elenchi ufficiali. Sono i “sussurrati all’orecchio”. Bisogna ricordare che quelli che contano davvero negli elenchi nemmeno figurano, a volte. E ricordare anche che molte inchieste delle Dda di Reggio Calabria e Catanzaro hanno svelato che la massoneria ha infiltrato la ‘ndrangheta (e non viceversa). «L’inglobamento dei vertici dei clan è stato messo in atto dalla componente gelliana fin dai primi anni Settanta», scrive Ferruccio Pinotti in “Potere massonico”, monumentale volume sulla “fratellanza” che comanda. Ma i calabresi sono ovunque. Oggi i massoni del Lazio sono in gran parte calabresi. E tanti calabresi trapiantati al Nord tengono le fila dell’organizzazione. Specie a Milano.
MASSONERIA E LOGGE IN CALABRIA, L’IDENTIKIT DEL MASSONE
L’identikit del massone calabrese non è difficile tracciarlo. Uno spunto viene dal lavoro svolto dalla Commissione parlamentare antimafia presieduta da Rosi Bindi, che condusse un’inchiesta sulle logge calabresi e siciliane. Già allora venne fuori che la Calabria superava la più grande isola del Paese in termini di iscritti alla massoneria. Le categorie professionali prevalenti sono quelle dei professionisti, come avvocati, commercialisti, medici e ingegneri. Ma numerosi sono anche i dipendenti pubblici. Presenti pure in numero rilevante impiegati nel settore bancario, farmaceutico e sanitario, nonché imprenditori nei più diversi settori, in primis quello edile. Così pure non mancano coloro i quali hanno rivestito cariche pubbliche: sindaci, assessori, consiglieri comunali.
Un aspetto che potrebbe sorprendere è che molti giovani si avvicinano alla massoneria. Forse perché pensano che sia un modo per accedere più facilmente ad ascese professionali e ad incarichi più o meno rilevanti. La speranza di un vantaggio alligna in territori depressi in cui agenzie di servizi di varia natura suppliscono allo Stato assente. Un conoscitore di questo mondo afferma che «le logge funzionano oggi come funzionavano i partiti una volta». Del resto, lo diceva anche Gramsci che la massoneria è stato il partito che la classe borghese ha avuto per molto tempo.
MASSONERIA, LA MAPPA DELLE LOGGE IN CALABRIA
Sono passati più di 30 anni da quando Giuliano Di Bernardo si dimise da gran maestro del Goi dopo aver denunciato infiltrazioni criminali. Allora le logge del Goi in Calabria erano 32. Ora sono triplicate, e c’è chi è pronto a sostenere che alcune funzionano come centri di potere. Un esercito di fratelli calabresi ha scalato i vertici della massoneria italiana grazie alla sua capacità di penetrazione ramificata e articolata.
Ma ecco come si delinea la geografia calabrese delle due principali obbedienze. Cosenza e Reggio sono le città della Calabria a più alta densità massonica. Le denominazioni delle logge evocano una storia e una simbologia tutte da decifrare. A volte corrispondono a nomi di storici massoni calabresi, come quella intitolata a Ettore Loizzo nel capoluogo bruzio. Oppure richiamano la simbologia pitagorica, specie a Crotone, dove il filosofo di Samo fondò la sua Scuola. Altre volte si ispirano a cattedratici come Paolo Ungari, che non fece mai fatto mistero della sua “fratellanza” e a cui si deve l’elaborazione del testo della legge Spadolini-Anselmi.
INSIDIOSA PERFEZIONE
Almeno secondo quanto riferì Di Bernardo alla Commissione parlamentare antimafia presieduta da Nicola Morra che, su proposta della senatrice Margherita Corrado, approvò la relazione sui “Rapporti tra la criminalità organizzata e le logge massoniche, con particolare riferimento alle misure di contrasto al fenomeno dell’infiltrazione e alle doppie appartenenze”. «(Ungari) mi dice che quella legge, che è stata voluta per impedire la formazione delle logge coperte, in realtà le tutela».
Una «insidiosa perfezione» che si anniderebbe nel fatto che l’articolo 1 della legge 17 del 25 gennaio 1982 consta di due parti, una che vieta le logge, l’altra che le ritiene condannabili soltanto a condizione che tramino contro lo Stato. Ungari, a quanto pare, se la rideva con soddisfazione, avendo concorso come tecnico alla redazione di quel testo. «Della legge del 1982… voglio vedere quando si accorgeranno!». Quarant’anni dopo alcuni se ne sono accorti, proponendo sanzioni più gravi. Ma non sono stati ascoltati.
MASSONERIA, LE LOGGE DEL GRANDE ORIENTE IN CALABRIA
Ad ogni loggia corrisponde un numero. Nella provincia di Reggio Calabria sono 20 quelle del Goi, di cui quattro a Palmi e undici nel capoluogo. Sono quelle denominate Ettore Ferrari, Pitagora-Ventinove Agosto, Benjamin Franklin, Papilio (Palmi). Mazzini-Mori (Gioia Tauro). Giovanni Bovio, Pitagora, Giuseppe Logoteta, Giuseppe Mazzini, La Concordia, Rhegion, Giuseppe Garibaldi, Albert Schweitzer, Eadem Resurgo, San Giorgio, Domenico Romeo (Reggio). Michele Bello, Armonia (Siderno). Pietro Mazzone-G.Ruffo (Roccella Jonica). Figli di Zaleuco (Gioiosa Jonica), I Cinque Martiri-Giovanni Becciolini (Locri).
Nella provincia di Vibo Valentia si contano cinque logge del Goi, tutte nel capoluogo. Le loro denominazioni: Michele Morelli, Giosuè Carducci, Monteleone, Gioacchino Murat, Benedetto Musolino. «Vibo Valentia è l’epicentro della massoneria sia legale che di quella deviata», ha riferito agli inquirenti il pentito Cosimo Virgiglio, ex venerabile.
Nella provincia di Catanzaro sono 16 le logge del Goi, di cui dieci nel capoluogo regionale, peraltro humus fertile per la presunta cupola coperta che sarebbe stata dedita ad appianare processi, secondo l’ex magistrato Marco Petrini, almeno prima che ritrattasse le sue scottanti rivelazioni. Ecco le denominazioni: Tommaso Campanella, Il Nuovo Pensiero, Italia Nuova, Giordano Bruno, La Fenice, Placido Martini, San Giovanni, Antonio Jerocades, Francesco De Luca, Melchisedek (Catanzaro). La Sila – Dionisio Ponzio (Decollatura). Giovanbattista Martelli (Soverato). Fratellanza Italiana, Federico II (Lamezia Terme). Gli Eccellenti di Menesteo (Squillace). Martiri delle Grazie-Peppino Anania (Curinga).
A Crotone, lacittà di Pitagora, le logge del Goi sono tre: I Pitagorici, Mediterraneo, Tetractys. A Cosenza 27, di cui dodici nel capoluogo e tre a Rossano, la terra del gran maestro Seminario. Si chiamano: Francesco Saverio Salfi, Bernardino Telesio, Bertrand Russell, Bereshith, Fratelli Bandiera, Prometeo, Ettore Loizzo, Risorgimento, Eduard Eugeen Stolper, Fenice Bruzia, Gli Argonauti, Gaetano De Rose (Cosenza). Luigi Minnicelli, Federazione Achea, Francesco Galasso (Rossano). Oreste Dito, I Figli del Silenzio (Scalea), XX Settembre 1870, Monti D’Arete (Amantea), Giuseppe Garibaldi (Paola). Umanità e Patria, Randolfo Pacciardi (San Marco Argentano). Uomini Liberi (Acri). Paolo Ungari (Trebisacce). Le Colonne d’Ercole (Cetraro). Libero Pensiero (Rende). Carlo Maria L’Occaso (Castrovillari).
GRAN LOGGIA
Sono quattro le logge della Glri a Cosenza. Una a Soverato. Sette a Reggio Calabria. Due a Palmi. Una a Marina di Gioiosa Jonica. Poi c’è la loggia di Gioia Tauro che si riunisce ancora a Reggio Calabria. Nella Glri il gran maestro Fabio Venzi non permette il proliferare di logge e affiliazioni, a differenza di quanto accade nel Goi. Ma ci sono anche altre obbedienze. E altre logge non censite. La fratellanza calabrese è un fenomeno ancora più complesso.
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