Matera piange Vincenzo Guglielmucci: ha insegnato a vivere oltre la malattia

  • Postato il 5 agosto 2025
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Matera piange Vincenzo Guglielmucci: ha insegnato a vivere oltre la malattia

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Vincenzo Guglielmucci, 22 anni, è morto a Matera dopo quattro anni di lotta contro un tumore. Ha insegnato a vivere con coraggio.


MATERA- Vincenzo Guglielmucci non ce l’ha fatta. Il giovane materano, ventidue anni appena, per ben quattro ha combattuto contro una crudele malattia. La battaglia più dura che, nonostante gli sforzi, suoi e dei medici, è terminata con l’esito peggiore. Ma, nei suoi ultimi anni, Vincenzo è riuscito a consegnare una lezione di vita andata ben oltre i confini familiari. Perché, nella forza più genuina della sua gioventù, il gravissimo male che affrontava non l’aveva mai nascosto. Se n’era fatto carico con una forza d’animo tale da essere lui stesso punto d’appoggio per chi, attorno a lui, cercava di assorbire la sofferenza e il senso di frustrazione.

Un supporto che Vincenzo ha regalato con il suo sorriso, quello di un giovane uomo innamorato della vita e desideroso di viverla in pienezza. Quello stesso desiderio che, in qualche modo, è stato anche il suo lascito, il suo invito finale: superare il dolore vivendo (e condividendo) appieno ogni momento.

LA DIAGNOSI E LA SPERANZA INFRANTA

«Quattro anni fa – ha raccontato a L’Altravoce – Quotidiano della Basilicata Francesco Paolo Festa, zio di Vincenzo –, fu diagnosticata a mio nipote una gravissima forma tumorale alla testa. Fu subito eseguito un intervento di pulizia al Besta di Milano e, per due anni, ha vissuto decentemente. Ogni tre mesi faceva delle risonanze magnetiche, e sembrava che il tumore fosse sconfitto. Eravamo comunque stati avvisati che, vista la gravità, il male avrebbe potuto ripresentarsi. Lo scorso anno, il 5 giugno, una nuova risonanza magnetica ne aveva rilevato nuovamente la presenza. Siamo stati di nuovo a Milano per una terapia, purtroppo non andata a buon fine».

Da qui, vista la difficoltà di eseguire nuove sedute di radio e chemioterapia, la decisione di intraprendere una cura sperimentale: «Si trattava di un farmaco proveniente dall’America, da somministrare nell’ambito di un nuovo ciclo di cure a Padova, un giovedì sì e uno no. Tutta la famiglia si era adoperata per accompagnarlo assieme a sua madre, facevamo dei turni».

A MATERA LA FORZA DI VINCENZO GUGLIELMUCCI E LA LOTTA FINO ALL’ULTIMO ISTANTE

E, durante uno di questi viaggi, fu proprio suo zio a trovarsi ad affrontare, da solo, uno degli episodi più gravi: un susseguirsi di crisi che, tuttavia, non potevano impedirgli di effettuare il ciclo di cure previsto. «Ricordo bene quel giorno. Anche sua mamma era stata sottoposta a un intervento e non poteva venire con noi. Quando arrivammo a Padova, Vincenzo stava malissimo, andò in coma e i dottori ci dissero che la situazione si era molto aggravata». Gli eventi si susseguirono in fretta, tra il dolore e la decisione di tentare il tutto per tutto: dalla scelta di riportare il giovane a casa all’appello disperato alla medicina, affinché si provassero nuove cure. «Una dietologa ci consigliò di una cura particolare, attraverso un apposito sistema di nutrizione.

E, nel periodo successivo, si era manifestato un netto miglioramento. Vincenzo era uscito dal coma, aveva ripreso a parlare. In qualche modo ci aveva lasciato sperare che il peggio fosse passato». Una speranza che, purtroppo, non si concretizzerà.

IL SORRISO E IL CORAGGIO DI CHI NON SI È MAI ARRESO

Ma è stato però proprio nei momenti più difficili – compreso quello che, un anno fa, aveva affrontato con la tragica scomparsa di suo padre, il maresciallo dell’Aeronautica Francesco Antonio Guglielmucci – che il giovane ha preso per mano i suoi familiari. Mostrando loro una forza insospettabile, abbastanza grande da accompagnarlo finché gli è stato concesso: «Non aveva mai perso il sorriso, la voglia di vivere. Era lui a dare supporto a noi. Un ragazzo che non ha mai parlato della sua malattia, mantenendo sempre la sua allegria innata e dimostrando una grandissima maturità. Era davvero incredibile quello che, nonostante tutto, riusciva a trasmetterci».

E questo nonostante Vincenzo, studente universitario di Farmacia, a sé stesso non abbia mai nascosto nulla: «Lui sapeva perfettamente cosa stava combattendo. Quando la malattia venne riscoperta, fu lui stesso a rivolgersi al primario, dicendosi consapevole della situazione. E il medico non gli nascose nulla, invitandolo a combattere e a vivere la propria vita nel miglior modo possibile. E lui, anche di fronte a queste frasi dirette, ha dimostrato una forza fuori del comune».

IL RICORDO DI VINCENZO NEL CUORE DELLA CITTÀ

I viaggi per le cure affrontati con il sorriso, la forza della fede e la voglia, mai persa, di essere un sostegno per i familiari: qualcosa che appartiene solo alle persone davvero speciali. «Vincenzo aveva un dono raro. Anche negli ultimi giorni ci guardava e, con il suo solito sorriso, riusciva anche a fare delle battute. E, cosa davvero incredibile per un ragazzo nelle sue condizioni, continuava a preoccuparsi per la mamma, che aveva subito un’operazione, e a chiederle costantemente come stesse. È anche difficile trovare le parole per raccontare quanta forza sia riuscito a trasmettere, a noi e ai suoi amici». Gli stessi che, assieme alla città di Matera, si sono stretti attorno alla famiglia di Vincenzo. Conservando il suo ricordo e, nel cuore, il suo dono più grande.

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