Mattarella ricorda Willy a 5 anni dall’omicidio: “Un italiano esemplare. Il diverso da sé visto come un nemico”
- Postato il 16 settembre 2025
- Politica
- Di Il Fatto Quotidiano
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Willy Monteiro Duarte era “un italiano esemplare”, il cui gesto di “coraggio” e “altruismo”, pagato con la vita, non va dimenticato. A cinque anni dall’omicidio del giovane di Colleferro, ammazzato di botte in piazza, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è andato nel paese romano per commemorare il 21enne di origine capoverdiana, pestato a morte da Gabriele e Marco Bianchi e Mario Pincarelli per aver tentato di difendere un suo amico. “Non vogliamo dimenticare”, ha esordito il capo dello Stato che ha anche incontrato la madre e la sorella del giovane.
“La storia di una comunità è segnata da eventi felici e da lutti e lacerazioni e sacrifici che scuotono le coscienze, Willy è un italiano esemplare per questo è stato insignito alla memoria della medaglia d’oro al valor civile in riconoscimento del suo gesto di coraggio e altruismo a lui il ricordo e dolore di tutti”, ha ricordato Mattarella definendo Willy “un nostro ragazzo ucciso da una violenza cieca e insensata e brutale mentre cercava di difendere un amico”. Voleva – ha sottolineato – “evitare una violenza e la violenza è esplosa contro di lui”.
In questo momento storico, ha detto ancora il presidente della Repubblica, nelle società “ritorna un clima di avversione e rancore di reciproco rifiuto che spesso sfocia nella violenza e giunge all’omicidio”. Viviamo un periodo in cui, sui social e non solo, ha continuato, “vengono amplificate parole di odio che vengono accompagnate da una narrazione per generare sfiducia per provocare conflitti, divisioni e scontri”. E al contrario “sono rifiutate la realtà, il rispetto delle opinioni, la critica civile il diverso da se stessi viene visto come un nemico, un nemico da combattere e abbattere, lungi dal considerare la diversità di opinione una sfida all’approfondimento si ritiene che gli altri debbano essere annientati”.
In questo clima, ha ammonito il presidente della Repubblica, “si rischia che la violenza diventi ordinaria e banale e c’è chi ne arriva a fare una ragione di vanto”. Quindi ha citato Benedetto Croce e Martin Luther King, ricordando che la “violenza non è forza ma debolezza” e che “l’odio moltiplica l’odio e la violenza moltiplica la violenza”, quando invece “i giovani meritano maggiore rispetto e richiedono grande attenzione”, motivo per cui “dobbiamo offrire loro un orizzonte di speranza”. E ancora: “Chi crede che crede di affermarsi con la violenza è una persona che è destinata al fallimento. È così all’interno delle società e nel mondo la pace anche livello internazionale nasce da questo modo di pensare. L’umanità celebra da sempre le persone che con i loro gesti hanno diffuso l’umanità e tra loro c’è Willy”.
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