Maura Bico e il crack da 5 milioni, il racconto shock: “Ho pensato al suicidio. Ha rovinato la vita a tante persone”
- Postato il 25 ottobre 2025
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- Di Il Vostro Giornale
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Albenga. “Non ci ha rubato ‘solo’ i soldi, ci ha rovinato la vita. Per noi non ha commesso ‘solo’ una truffa: ci ha ucciso dentro”. È un virgolettato forte, che non lascia spazio ad interpretazioni.
Un grido di dolore lanciato da due padri che, con il peso di mutui e l’onere di crescere figli piccoli, hanno visto in un attimo vaporizzarsi tutto ciò che avevano, rispettivamente 100 e 800mila euro, a causa di quello che la Procura di Savona e la Guardia di Finanza ritengono essere lo “schema Ponzi” orchestrato da Maura Bico, ex consulente finanziaria arrestata ad Albenga, oggi agli arresti domiciliari.
La storia di queste due persone, che chiameremo Paolo e Fabrizio (nomi fittizi per garantire loro l’anonimato), è sicuramente tra le più drammatiche emerse nel contesto di “una truffa che avrebbe coinvolto 112 clienti“, come contestato dalla Finanza.
Paolo e Fabrizio sono padri separati, con figli piccoli, entrambi con un mutuo da pagare. E Fabrizio ha anche una mamma malata a cui badare. Hanno contattato la redazione di IVG per parlare della loro storia e la telefonata è risultata difficile da sostenere, non solo per il tono spezzato della voce, ma per un racconto umano che si è rivelato più devastante di quanto la cronaca giudiziaria potrebbe mai descrivere.
“Chiediamo a chi legge di mettersi nei nostri panni: hai una sicurezza economica, che hai faticato a costruire. Decidi di investire per te e, soprattutto, per il futuro di tuo figlio, e ti ritrovi a perdere tutto di colpo, – hanno affermato. – Una situazione talmente grave che spingerebbe tanti a compiere un gesto estremo”.
E, nel corso della chiamata, Fabrizio ha anche ammesso di “aver pensato più volte al suicidio negli ultimi mesi”, ma di “non averlo mai commesso pensando proprio al futuro della mamma malata e del figlio piccolo”.
Una situazione da pelle d’oca. Un dramma che si aggiunge a quello di altre famiglie, come quella della mamma che ieri ha contattato a sua volta IVG, dichiarando di “aver perso i risparmi messi da parte per i suoi figli”.
Quello che accomuna tutti coloro che ci hanno chiamato, affermando di essere stati truffati, è la dinamica che sarebbe stata utilizzata dall’ex consulente finanziaria, 70enne formalmente in pensione e cancellata dall’albo dei consulenti dal 2014, descritta da tutti come “un meticoloso lavoro per conquistare la fiducia delle vittime”.
“Anche noi purtroppo siamo caduti nella sua rete di falsa fiducia, – hanno proseguito nel loro racconto Paolo e Fabrizio. – Una donna che è sempre apparsa buona, ‘una buona cattolica’ diceva di essere. E invece usava ogni mezzo per carpire la tua fiducia. Ci è stata presentata, attraverso il passaparola, da amici fidati che, come lo ‘schema Ponzi’ da lei utilizzato prevedeva, inizialmente si erano trovati bene, vedendo realizzate le promesse che faceva”.
Il meccanismo sarebbe stato proprio quello di creare credibilità per spingere a investire sempre di più: “Ti rimborsava i primi investimenti, per farti capire che il sistema funzionava e che ti potevi fidare. Poi, man mano, la situazione cambiava radicalmente. All’inizio prometteva interessi normali, diciamo ‘credibili’, 5-7%. Poi sempre più alti, anche per spingerti a investire ancora”.
Un tradimento reso ancor più amaro dalla confidenza che si era venuta a creare: “Da una parte c’è il dolore di aver perso tutto, dall’altro la rabbia di esserci fidati di una persona che ci ha preso in giro dall’inizio alla fine, in ogni modo possibile: conosceva bene le nostre situazioni, gliene avevamo parlato. Diceva addirittura che i nostri guadagni sarebbero stati ‘puliti’ (netti) perché le tasse le avrebbe pagate lei, ‘mettendosi una mano sulla coscienza per via delle nostre situazioni di vita’. Insomma, ci faceva credere di capirci e volerci aiutare, ma erano tutti strumenti della truffa”, hanno aggiunto ancora.
Quando i due padri hanno cominciato a “fiutare la fregatura”, la consulente avrebbe iniziato a temporeggiare: “Abbiamo cominciato a chiederle indietro i soldi e lì ha iniziato ad accampare scuse: diceva di ‘essere molto addolorata’, ma di ‘non riuscire a darceli perché l’istituto a cui si era rivolta per gli investimenti non le dava mai l’ok per bonificare’ e altre scuse simili, che ha tirato avanti per mesi”.
E il risultato finale è stato devastante: “Per colpa sua abbiamo perso tutto: un tracollo economico e due vite distrutte. E, come noi, anche tanti altri”.
Per quanto riguarda la cronaca della vicenda, la Guardia di Finanza di Savona ha arrestato e posto ai domiciliari l’ex consulente finanziaria Maura Bico contestandole, a vario titolo insieme ai suoi familiari prossimi congiunti, i reati di abusivismo finanziario, truffa aggravata, riciclaggio e autoriciclaggio. L’indagine ha rivelato movimentazioni sospette per oltre 5 milioni di euro, che sarebbero stati “raccolti” attraverso i risparmi di 112 clienti, con prospetti d’investimento falsificati, facendo confluire il denaro sui propri conti: le Fiamme Gialle hanno sequestrato liquidità, un’auto e 23 immobili nel ponente ligure.