Medio Oriente, obiettivo de-escalation. Cosa ha detto Tajani nell’audizione al Parlamento
- Postato il 14 giugno 2025
- Esteri
- Di Formiche
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“Il governo italiano lavora alla de-escalation”. Così il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha aperto il suo intervento durante l’audizione alle commissioni Esteri e Difesa di Senato e Camera, che ha avuto luogo alle 11 di questa mattina, mettendo subito dopo in chiaro la posizione del governo: “Di fronte ad una minaccia nucleare non può esserci nessuna ambiguità. L’Iran non può avere la bomba atomica”. Nel suo intervento Tajani ha fornito un resoconto della situazione sul campo e delle dinamiche di attacco e risposta tra Israele ed Iran, oltre che della situazione dei connazionali al momento presenti nella regione mediorientale.
L’operazione militare israeliana, ha spiegato Tajani, è stata motivata da «precise informazioni di intelligence» relative allo sviluppo nucleare e missilistico iraniano. Secondo quanto riferito dal ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa’ar, Teheran sarebbe stata in grado, entro sei mesi, di produrre fino a dieci bombe atomiche e oltre duemila missili balistici. Un rischio considerato «una minaccia esistenziale imminente» per Israele. Il recente rapporto dell’Aiea, che denuncia la violazione da parte dell’Iran degli obblighi sull’arricchimento dell’uranio, confermerebbe queste preoccupazioni. Tajani ha infine ricordato che “l’attacco non era stato preannunciato”, ma che il governo italiano “aveva contemplato tutte le possibilità”. Una prudenza che oggi si traduce in una mobilitazione diplomatica a tutto campo, con l’obiettivo dichiarato di evitare che la spirale di violenza travolga ulteriormente la regione, e con essa la stabilità globale.
Il ministro ha parlato però anche della situazione a Gaza, che ha definito come “strettamente interconnessa” alla crisi in corso. Una visione che ha condiviso nei colloqui con le principali figure internazionali, tra cui il Segretario generale della Nato Mark Rutte e i suoi omologhi nel formato Weimar Plus (Germania, Polonia, Francia, Regno Unito e Spagna). Anche questi ultimi, ha rivelato Tajani, non erano stati informati preventivamente da Israele dell’attacco all’Iran: “Una comune fortissima preoccupazione” è stata registrata a livello europeo per un’escalation inattesa, sebbene temuta.
Il ministro ha avviato in mattinata colloqui telefonici con il presidente israeliano Isaac Herzog e con il primo ministro dell’Autorità Nazionale Palestinese, Muhammad Mustafa. Al capo di Stato israeliano ha ribadito le condoglianze per le vittime civili e rinnovato con fermezza l’appello a sospendere le operazioni militari a Gaza, che continuano a colpire duramente la popolazione civile, ricevendo da parte di Herzog la disponibilità di Israele ad accettare la proposta di cessate il fuoco avanzata da Stati Uniti, Egitto e Qatar, in attesa di una risposta definitiva da parte di Hamas. Nel colloquio con il premier Mustafa, Tajani ha assicurato il continuo sostegno italiano all’Anp, sia nelle sedi multilaterali sia sul piano umanitario. Il leader palestinese ha espresso gratitudine per le recenti evacuazioni sanitarie, che hanno permesso il trasferimento in Italia di 150 minori palestinesi, insieme a oltre 650 accompagnatori e parenti.
Lo stesso Tajani aveva preso parte nella giornata di ieri a un vertice in videoconferenza presieduto dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, per valutare le conseguenze dell’escalation militare in Medio Oriente. Oltre Tajani, hanno preso parte al vertice il vicepresidente e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, il ministro della Difesa Guido Crosetto, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, i sottosegretari Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari, oltre che i vertici dell’architettura di intelligence italiana. Nel corso della riunione, sono stati discussi rapporti dell’Aiea che hanno trovato l’Iran in violazione dei suoi obblighi secondo il Trattato sulla non proliferazione delle armi nucleari, ed è stato riaffermato il pieno sostegno ai negoziati tra Stati Uniti e Iran per un accordo sul programma nucleare iraniano, come testimoniato dalle due tornate negoziali ospitate a Roma, e sottolineato come una soluzione diplomatica debba restare l’obiettivo prioritario.
Dopo il vertice, la presidente del Consiglio ha intrattenuto un lungo pomeriggio di telefonate con numerosi leader internazionali, dal Presidente Usa Donald Trump alla Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen e al cancelliere tedesco Friedrich Merz, dal principe ereditario dell’Arabia Saudita al re di Giordania e al sultano dell’Oman; Meloni ha avuto un colloquio telefonico anche con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.
Nel corso della conversazione con il premier israeliano, Meloni ha condiviso “la necessità di assicurare che l’Iran non possa in alcun caso dotarsi dell’arma nucleare, auspicando al contempo che gli sforzi condotti dagli Stati Uniti per giungere ad un accordo possano ancora avere successo”. La premier ha ribadito ancora una volta al leader israeliano l’urgenza di garantire l’accesso dell’assistenza umanitaria alla popolazione civile della Striscia di Gaza.