Mediobanca, cade il fortino di Nagel: l’assemblea apre la strada all’arrivo di Mps

  • Postato il 21 agosto 2025
  • Di Panorama
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Il fortino di Mediobanca è caduto. Ad aprire le porte il voto dei soci che ha il sapore della resa. L’ultima linea difensiva di Alberto Nagel, il manager che sognava di diventare campione del wealth management sposando Banca Generali, si è sbriciolata per volontà  degli azionisti.

L’operazione da 6,3 miliardi – lo scambio del 13,2% di Generali in portafoglio a Mediobanca con la totalità delle azioni Banca Generali – non vedrà mai la luce. I numeri dell’assemblea parlano chiaro: i favorevoli si sono fermati a 35% su un totale di presenti del 78% , mentre contrari e astenuti hanno toccato il 42%. Tra i no spicca il 10% del gruppo Caltagirone; tra gli astenuti il 20% di Delfin, il 5% delle casse previdenziali (Enasarco, Enpam, Cassa Forense), il 3% dei grandi fondi come Amundi, Anima e Tages, il 2% di Edizione e un altro 2% di Unicredit. Unipol, che fino a giugno era pronta a votare sì, ha venduto le azioni in estate e si è sfilata dal campo. Risultato: l’operazione naufraga e con essa l’ultima scommessa di Nagel.

Il mercato ha reagito senza pietà: Banca Generali ha perso il 3,33% (49,30 euro), Mediobanca lo 0,94% (21,08 euro). Generali, paradossalmente, ha chiuso in lieve rialzo (+0,09% a 34,46 euro).

Nagel, ha rilasciato un commento amaro mentre si diffondono le voci di possibili dimissioni: una stoccata: “Un’opportunità mancata per effetto del voto espresso, in particolare, da azionisti che hanno manifestato un evidente conflitto di interesse”. Tradotto: il dito è puntato contro Delfin e Caltagirone, proprio quelli che stanno spalancando la strada all’Ops di Mps su Mediobanca.

Ma qui sta il punto: l’ad continua a definire l’offerta di Siena “non adeguata”, ostinandosi a difendere un piano industriale ormai in frantumi. La verità è che l’assemblea ha decretato la fine di un’epoca: il progetto Mediobanca–Banca Generali è archiviato, la leadership di Nagel è ferita, e l’Ops di Rocca Salimbeni – in scadenza l’8 settembre – sembra avere davanti a sé una strada liscia, quasi asfaltata.

Il manager che voleva blindare Piazzetta Cuccia per renderla inattaccabile ha visto crollare il suo baluardo proprio nel giorno decisivo. Mediobanca non è più un fortino: è terra di conquista. E i nuovi padroni hanno già un indirizzo preciso, quello di Siena.

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Panorama

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