L'assunzione prolungata di un integratore di largo uso per favorire il sonno - la melatonina - potrebbe essere collegata a effetti negativi sulla salute del cuore. Una ricerca ancora preliminare (e non sottoposta a revisione tra pari), presentata alle sessioni scientifiche dell'American Heart Association a New Orleans, suggerisce che la sicurezza per il cuore dell'utilizzo prolungato di melatonina vada indagata con maggiore attenzione, data la popolarità dell'integratore per dormire, a basse dosi considerato sicuro.. Lo studio è una revisione di 5 anni di dati sanitari di oltre 130.000 adulti con insonnia cronica, che avevano usato melatonina per addormentarsi più facilmente per almeno un anno. Queste persone correvano un rischio maggiore di incorrere in insufficienza cardiaca (l'incapacità del cuore di fornire sangue in quantità adeguate all'organismo), di essere ricoverate per questa condizione o di morire per qualunque causa, rispetto a un pari numero di insonni che non avevano usato melatonina.. Melatonina: che cos'è e perché si usa. La melatonina è un ormone prodotto dalla ghiandola pineale, che si trova alla base del cervello. Serve a regolare il ciclo sonno-veglia: le sue concentrazioni iniziano ad aumentare con la comparsa dell'oscurità e diminuiscono con l'esposizione alla luce.
Gli effetti collaterali degli integratori a base di melatonina sono considerati pressoché nulli. Se lo studio venisse confermato così com'è anche dopo i processi di revisione, varrebbe quindi la pena approfondire gli aspetti di sicurezza della melatonina per la salute del cuore, e verificare che l'associazione trovata non dipenda invece da altri fattori.. Cautele necessarie. Lo studio, che è stato presentato sotto forma di abstract ed è ancora in attesa di essere pubblicato su una rivista scientifica, è stato coordinato dal SUNY Downstate Health Sciences University (Primary Care) Program Brooklyn, di New York e non riflette le posizioni ufficiali dell'American Heart Association, un'organizzazione che si occupa di ridurre le morti causate da problemi cardiaci e ictus.
Il lavoro si limita a rilevare un'associazione tra l'uso continuativo a lungo termine di melatonina, assunta per 12 mesi o più mediante prescrizione medica (come avviene in alcuni Paesi) e un'incidenza aumentata di insufficienza cardiaca nel corso dei 5 anni documentati dai dati dei pazienti.
Chi aveva assunto l'integratore per dormire per un anno o più aveva avuto un rischio più elevato del 90% di avere un episodio di insufficienza cardiaca, e un simile risultato (più 82% di rischio) si è avuto quando i ricercatori hanno analizzato un diverso campione, ossia persone che avevano avuto almeno 2 prescrizioni di melatonina ad almeno 90 giorni di distanza.. Una seconda analisi suggerisce che i partecipanti che avevano preso melatonina per oltre un anno avessero avuto un rischio 3,5 volte più elevato di essere ricoverati per insufficienza cardiaca rispetto a chi non ne aveva assunta, e un rischio quasi doppio di morte per ogni causa rispetto al gruppo di controllo nel corso dei 5 anni considerati.. Consumatori assidui di melatonina e pazienti del gruppo di controllo sono stati abbinati per età, sesso, etnia, malattie cardiache o del sistema nervoso e farmaci assunti per trattarle, pressione sanguigna e indice di massa corporea.. Un'associazione da approfondire. Nei pazienti con insonnia cronica potrebbero esserci fattori a monte che incoraggiano l'uso prolungato di melatonina e che allo stesso tempo sono collegati a una cattiva salute del cuore. «Un peggioramento dell'insonnia, della depressione/ansia o l'uso di altri farmaci che favoriscono il sonno potrebbero essere collegati sia all'uso di melatonina che al rischio cardiaco» spiega Ekenedilichukwu Nnadi, medico primo autore del lavoro.
«Sebbene l'associazione riscontrata sollevi preoccupazioni sulla sicurezza di questo integratore ampiamente utilizzato, il nostro studio non può dimostrare una relazione diretta di causa-effetto. Sono necessarie ulteriori ricerche per testare la sicurezza della melatonina per il cuore».. Diversi limiti. La ricerca presenta parecchie limitazioni. Il database usato nello studio ha preso in considerazione sia Paesi in cui la melatonina viene prescritta contro l'insonnia (come il Regno Unito), sia Paesi in cui viene acquistata come integratore da banco, come gli USA, senza tuttavia specificare la provenienza dei pazienti di volta in volta. Poiché risultava utilizzatore di melatonina chi se la faceva prescrivere, i pazienti che l'hanno acquistata senza ricetta potrebbero essere finiti nel gruppo di controllo, quello degli insonni che non la utilizzano.
Inoltre mancavano indicazioni sulla gravità dell'insonnia o sulla presenza di malattie psichiatriche che possono essere associate a rischio cardiaco. . Insomma, per quanto colpisca l'associazione, c'è da scommettere che di questi risultati sentiremo ancora molto discutere..