Melfi, crisi Stellantis, produzione dimezzata

  • Postato il 8 ottobre 2025
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Melfi, crisi Stellantis, produzione dimezzata

Crisi Stellantis. Un altro boccone amaro per lo stabilimento di Melfi. Numeri da brivido nel Rapporto Fim Cisl, produzione a -87% dal pre-Covid


Nei numeri tragici nel Report di Fim Cisl sul terzo trimestre di quest’anno l’immagine plastica della crisi a San Nicola di Melfi: -87% dai tempi pre-covid e produzione dimezzata «rispetto all’anno precedente», raggiungendo le 26.850 unità prodotte.

STELLANTIS A MELFI, IL REPORT DEL SINDACATO METALMECCANICI

Un Report, quello del sindacato metalmeccanici, che mette a nudo la situazione di difficoltà generale dell’azienda e pone sotto la lente lo stato dello stabilimento lucano, dove nel semestre «si sono stati registrati 57 giorni di fermo collettivo» e un ricorso robusto (il 63%) al contratto di solidarietà «coinvolgendo 3.050 operai ogni giorno».

LE CONSEGUENZE OCCUPAZIONALI

E la perdita di volumi ha già avuto conseguenze occupazionali: «Dal 2021 – si legge nel documento del sindacato a proposito dello stabilimento lucano – circa 2.370 lavoratori sono usciti incentivati su base volontaria, portando gli occupati a 4.670. Sono circa 350 i lavoratori in prestito presso altri stabilimenti».

STELLANTIS A MELFI, LA PRODUZIONE DI COMPASS E RENEGADE

Nel frattempo, la produzione di Compass e Renegade rappresenta l’81% delle produzioni e ha raggiunto un valore complessivo di 21.854 unità, «in riduzione del -39% rispetto al 2024». La DS8 in produzione nella sola versione full electric ha raggiunto le 1.248 unità.

LA TRANSIZIONE VERSO L’ELETTRICO

E si entra sempre più nel vivo della transizione verso i nuovi modelli sulla nuova piattaforma STLA Medium: «Le nostre pressioni hanno costretto Stellantis a cambiare strategia: dai soli 4 modelli elettrici previsti inizialmente siamo passati a 7 versioni, quasi tutti anche in versione ibrida – spiega Gerardo Evangelista, segretario Generale Fim Cisl Basilicata – unica strada per recuperare volumi visto lo scarso mercato dell’elettrico puro. Il cronoprogramma adesso prevede: DS8 elettrica nel 2025, Compass full electric e ibrida nella seconda metà del 2025, DS7 e Lancia Gamma – entrambe ibride ed elettriche – nel 2026. Ora è indispensabile estendere l’ibrido anche alla DS8, altrimenti rimarrà un modello debole e marginale».

L’INDOTTO DI MELFI

Guardando alla situazione lucana, c’è poi la questione dell’indotto di Melfi (con in ballo una trentina di aziende) che resta «in forte sofferenza: serve garantire l’uso degli ammortizzatori e dare priorità alle aziende locali nelle forniture. Stiamo agendo – spiega la nota di Fim Cisl – a tutti i livelli istituzionali per tutelare i posti di lavoro e sostenere le imprese nella transizione. È indispensabile attivare strumenti previsti nell’accordo di programma e nelle aree di crisi complessa, per attrarre nuovi investimenti e dare prospettive a tutto il territorio».

LE PESANTI RICADUTE LUCANE FIGLIE DELLA CRISI STELLANTIS ITALIA


Le pesanti ricadute lucane sono tuttavia figlie di una situazione generale di grande affanno di Stellantis Italia, con dati produttivi che peggiorano sensibilmente rispetto al 2024. Nei primi nove mesi del 2025 secondo il Report Fim Cisl realizzate complessivamente 265.490 unità tra autovetture e veicoli commerciali, «con un calo del -31,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente».

IL CALO

Nel dettaglio, le autovetture calano del -36,3% (151.430 unità) e i veicoli commerciali del -23,9% (114.060 unità). Attualmente, quasi la metà della forza lavoro del gruppo è interessata da ammortizzatori sociali. Le nuove produzioni, la 500 ibrida (in partenza a novembre) e i modelli di Melfi (DS8 già in produzione e Jeep Compass da questo mese), potranno dare «risultati significativi» solo nel corso del 2026.

DATI IN FLESSIONE NON SOLO A MELFI


Tutti gli stabilimenti, non solo Melfi, registrano dati in aperta flessione rispetto al 2024, con perdite comprese tra il -17% e il – 65%. «Anche il 2025, come il 2024, chiuderà con una riduzione complessiva di circa un terzo dei volumi produttivi – si legge nel Rapporto – un risultato ben peggiore di quanto previsto a inizio anno». Le previsioni per la chiusura dell’anno restano «fortemente negative»: poco più di 310.000 unità complessive, «con le auto che scenderanno sotto le 200.000».

CRISI IN TUTTI GLI STABILIMENTI

I segni della crisi sono ovunque: nei primi nove mesi del 2025, presso lo stabilimento di Mirafiori sono state prodotte 18.450 unità, in calo del 17% rispetto alle 22.240 del 2024. Nello stabilimento Maserati di Modena sono state prodotte «solo 75 unità, con una flessione del 65,9%». E così via: a Cassino il crollo produttivo è stato del 28,3%, a Pomigliano del 35 e ad Atessa del 23,9%. In questo quadro l’atteso incontro con il nuovo amministratore unico di Stellantis, Antonio Filosa, convocato a Torino per il 20 ottobre diventa «cruciale».

ULIANO (FIM CISL): «SERVE CAMBIO DI PASSO»

Per Ferdinando Uliano, segretario generale Fim Cisl, «È necessario rafforzare e migliorare il piano di investimenti ottenuto dopo lo sciopero del settore auto del 18 ottobre 2024 e la successiva uscita di Tavares. Ma serve un cambio di passo da parte dell’Unione Europea e del Governo Italiano»

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