Meloni porta Sbarra al governo: l’ex capo della Cisl diventa sottosegretario
- Postato il 12 giugno 2025
- Politica
- Di Il Fatto Quotidiano
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Se n’era andato appena quattro mesi fa, salutando il sindacato che aveva guidato per anni con accanto a sé proprio la presidente del Consiglio. E tra Luigi Sbarra e Giorgia Meloni era stato tutto un sorrisino, una buona parola, un elogio e un fiume di complimenti. E va bene che il segretario aveva schierato la Cisl su posizioni morbidissime nei confronti del governo, passi per il rifiuto di condividere la battaglia del referendum voluta dalla Cgil, va bene anche il netto rifiuto allo sciopero generale, alle rotture su sanità e Jobs Act, ma quegli abbracci erano apparsi più prodromici a qualcos’altro che una vicenda di stima reciproca. E infatti, a 121 giorni di distanza dall’addio e 60 dall’uscita di scena ufficiale, ecco avversarsi quello che per settimane era stato solo sussurrato, previsto, immaginato: Meloni porta Sbarra al governo.
C’era chi immaginava una sua candidatura blindata alle prossime politiche, altri avevano pensato che il suo nome sarebbe spuntato in caso di rimpasto o in una girandola necessaria in caso di dimissioni di Daniela Santanché. Invece, l’ex capo della Cisl diventa subito sottosegretario al Sud, delega che la premier aveva trattenuto quando Raffaele Fitto aveva lasciato l’esecutivo per andare a ricoprire il ruolo di vicepresidente esecutivo della Commissione europea. La proposta di nomina, portata in Consiglio dei ministri, arriva all’indomani del quorum mancato dei referendum ai quali Sbarra si era opposto con tutte le sue forze criticando aspramente Maurizio Landini, per i quesiti e altre ragioni, arrivando a definire la sua cultura sindacale come “contrassegnata da un mix di antagonismo, populismo e ‘benaltrismo’”.
La nomina, inevitabilmente, porta a rileggere le posizioni sindacali di Sbarra sotto un’altra luce. Sessantacinque anni, sposato, due figli, dipendente dell’Anas, l’ex segretario generale è nato a Pazzano, un piccolo comune della Locride, in provincia di Reggio Calabria. Dopo la maturità tecnica di geometra, diventa formatore in corsi professionali della Regione rivolti ad operai forestali. Inizia la sua avventura nella Fisba, la federazione della Cisl che organizzava i braccianti agricoli, florovivaisti e gli operai idraulico forestali.
Nel 2009 entra nella segreteria confederale nazionale. Dal 2015 guida la Fai Cisl nazionale, la federazione che segue le politiche agricole, ambientali, dell’industria alimentare e della pesca. Il 28 marzo 2018 su indicazione di Annamaria Furlan è eletto dal segretario generale della Cisl nazionale. Negli anni della sua leadership, il sindacato ha assunto posizioni più morbide rispetto a Cgil e Uil, sia in relazione alle misure dei governi Conte e Draghi che, in maniera ancora più accentuata, con dell’esecutivo Meloni. Una divisione che ha portato spesso a scontri e alla divisione sullo sciopero generale contro la manovra 2025 sostenuto solo dagli altri confederali. Poco dopo, a dicembre, l’annuncio della decisione di lasciare al compimento dei 65 anni, con l’indicazione della segretaria generale aggiunta Daniela Fumarola. Ora il matrimonio con il governo e una comoda poltrona da sottosegretario.
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