Meloni prepara Conferenza Ucraina, preoccupano casi Nordio e Libia

  • Postato il 9 luglio 2025
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Meloni prepara Conferenza Ucraina, preoccupano casi Nordio e Libia

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Roma, 9 lug. (askanews) – Giorgia Meloni ha passato la giornata al lavoro per preparare la Conferenza sulla ripresa dell’Ucraina in programma domani alla ‘Nuvola’ dell’Eur. Il presidente Volodymyr Zelensky è arrivato già oggi nella capitale, dove ha incontrato papa Leone XIV e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Domani sono attesi 15 tra Capi di Stato e di governo, tra cui il cancelliere tedesco Friedrich Merz e il premier polacco Donald Tusk. Insieme a Meloni parteciperanno alla riunione in video-conferenza dei ‘volenterosi’ con il presidente francese Emmanuel Macron e il primo ministro britannico Keir Starmer collegati da Londra.

L’evento, però, non può distrarre la premier dai ‘guai’ della politica interna, a partire dal caso AlMasri, che proprio oggi ha ricevuto un ordine di comparizione da parte delle autorità libiche. Il Tribunale dei Ministri italiano ha chiuso l’indagine sulla mancata consegna del generale libico alla Corte penale internazionale e secondo indiscrezioni gli uffici del Ministero della Giustizia sarebbero stati formalmente informati già da domenica 19 maggio – e non da lunedì 20 come dichiarato – dell’arresto di AlMasri e della necessità di sanare un ‘vizio di forma’ nel mandato spiccato dalla Cpi. In attesa di conoscere le determinazioni del Tribunale, le opposizioni vanno all’attacco chiedendo che il ministro Carlo Nordio riferisca in Aula e che si dimetta. “Ha mentito al Parlamento”, accusano Pd, M5s e Avs.
“Mentire in Parlamento – afferma la segretaria Dem Elly Schlein – significa mentire al Paese e mentire al Paese è una pratica che una democrazia non può mettere in atto senza che ci siano delle conseguenze. A questo punto ci aspettiamo che Giorgia Meloni torni alle Camere a chiarire una vicenda che sta fortemente danneggiando la credibilità e la dignità dell’Italia”. Anche Matteo Renzi chiama in causa la premier, accusandola di aver raccontato una bugia. “Oggi – assicura il leader Iv – confermo che non finisce qui: AlMasri, Paragon, il rifiuto di rispondere in Aula sono tutti segnali di un Governo debole e bugiardo”.
L’informativa di Nordio comunque non sarà domani, come richiesto, perchè – ha spiegato il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani – “il governo sta valutando” e “ci vuole del tempo per organizzare un’informativa”.

A questo, ieri, si è aggiunto un altro ‘caso’ che riguarda la Libia: il ‘respingimento’, da parte delle autorità di Bengasi che fanno riferimento al generale Haftar, del ministro degli Interni Matteo Piantedosi, in una delegazione con i colleghi di Malta e Grecia e con il commissario europeo per gli affari interni e le migrazioni Magnus Brunner. “Un incidente pur serio, peraltro non gestito da parte italiana, credo che non potrà minare quella che è la collaborazione che da tempo abbiamo avviato”, ha minimizzato oggi il responsabile del Viminale. Ma il timore di Palazzo Chigi è che Haftar possa dare via libera a un flusso massiccio di partenze di migranti, come sta già succedendo con la Grecia.

Ci sono poi le continue fibrillazioni tra gli alleati, a partire dal tema della cittadinanza, su cui Forza Italia ha rilanciato la proposta di Ius scholae. Un tema che “non è una priorità” per Pier Silvio Berlusconi (che loda Meloni, alla guida del “governo migliore d’Europa”). Una posizione, quella sulla cittadinanza dell’Ad di Mediaset, salutata immediatamente con favore da Matteo Salvini: “Partita chiusa, tema archiviato, se ne occuperà semmai la sinistra fra trent’anni se vincerà”, esulta il leader leghista. Ma Antonio Tajani sembra non voler mollare o quantomeno di voler evitare una nuova retromarcia precipitosa: “Ho detto sempre – precisa il ministro degli Esteri – che non è una priorità. Cercherò di spiegare a tutti i contenuti della nostra proposta, che non è una proposta lassista”. Ma non è l’unico tema su cui Forza Italia e Lega si confrontano: anche sul fisco la proposta di flat tax al 15% del Carroccio ha lasciato quantomeno freddi gli azzurri. E poi c’è la questione delle regionali, in particolare del Veneto, dove è suonata minacciosa una dichiarazione del governatore (uscente, dopo lo stop al terzo mandato) Luca Zaia. “L’ultima statistica – ha avvertito – dice che una lista come la mia può arrivare al 40-45%. Cercheremo di capire se il centrodestra la vuole valorizzare oppure no, dopo capiremo cosa faremo”. Fi propone Flavio Tosi, avvertendo che “non accettiamo imposizioni”.

Insomma, le ultime settimane prima della pausa estiva hanno portato un riscaldamento anche degli animi del centrodestra. A Meloni il difficile compito di mediare, prima di poter chiudere per ferie per un paio di settimane ad agosto. Il rientro è previsto il 27 a Rimini, per il suo debutto da premier al Meeting, prima di una lunga missione in cui toccherà diversi Paesi dell’Asia.

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